sabato 30 agosto 2008

I giornalisti John Waters e Magdi Cristiano Allam e il loro percorso di fede
di Chiara Sirianni

Tratto da Tempi del 28 agosto 2008

“All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva”.

Con questa frase, tratta dall’enciclica Deus caritas est di Benedetto XVI, Alberto Savorana ha introdotto a una sala gremita le testimonianze di John Waters (columnist Irish Times) e Magdi Cristiano Allam (vice direttore del Corriere della Sera) che hanno dato carne e sangue alle parole del Santo Padre raccontando in che modo, pur all’interno di storie e appartenenze diverse, si sono imbattuti in un’umanità che ha portato un cambiamento improvviso e positivo nelle loro vite. Il titolo dell’incontro era “Il cristianesimo non è una dottrina ma un incontro: due giornalisti si raccontano” e John Waters ha parlato alla platea dell’influsso che la cultura del momento, che riduce l’uomo a una macchina, ha sulle nostre menti e sulle nostre vite: “Ci troviamo in una giungla, in cui ci muoviamo al buio, procedendo a tentoni”. Il giornalista dell’Irish Times ha inoltre affrontato il tema della crisi del sacro: “Piuttosto che di secolarizzazione bisognerebbe parlare di de-assolutizzazione, perché questa società pessimistica toglie all’uomo la possibilità di imbattersi in qualcosa che sarebbe nutriente per la sua vita”. Allora dov’è il varco, qual è il cambiamento? “È negli occhi degli altri, quando ci vedi i tuoi stessi desideri. È come se in mezzo alla giungla, nel buio, avessi visto qualcuno: non ho visto Cristo nei volti di quelle persone, sarebbe troppo facile. Piuttosto sono state l’inizio di un percorso, la possibilità di un incontro più grande”. Un calorosissimo applauso ha accolto l’intervento di Magdi Cristiano Allam, che ha ricambiato esprimendo alla platea del Meeting la sua gratitudine nei confronti di Comunione e Liberazione: “Questa è la mia casa dei valori, il luogo in cui ho avuto la possibilità di incontrare tanti testimoni di fede, che mi hanno sostenuto nel corso del mio percorso spirituale, culminato nel battesimo”. Il giornalista ha poi elencato le malattie ideologiche che affliggono la società odierna: il relativismo, che priva l’uomo dei suoi parametri critici; il politicamente corretto, che porta a non fare niente che possa urtare la sensibilità degli altri, e il buonismo “che è il contrario del bene comune, una categoria etica che si basa sull’equilibrio sociale e si fonda su diritti e doveri uguali per tutti”. Ripercorrendo le tappe fondamentali che hanno segnato il suo percorso di fede, Allam ha parlato della differenza fra un Dio che si incarna nell’uomo e un Dio che “si incarta” nel Corano, auspicando nell’islam l’avvento di una convivenza di fede e ragione: “È assolutamente necessario dialogare con tutti i musulmani che condividono con noi quei valori che sono indissolubili sul piano laico, per costruire assieme una verità. Per fare questo dobbiamo affrancarci dal relativismo che ci affligge, per godere appieno di questa possibilità di incontro e metterci nelle condizioni di realizzare i valori che costituiscono il bene comune”.


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