giovedì 28 dicembre 2006

IN QUESTI GIORNI SI E' PARLATO DI LIBERTA' E DI MISERICORDIA UNA SCELTA DI CRUDELTA CERTO,MA DA CHE PARTE?

DA Avvenire 27 Dicembre 2006
di Rondoni Davide

Nel momento del dolore, come insegna la vicenda dei due ladroni inchiodati accanto a Cristo, la libertà di un uomo è messa alla prova. E può decidere se abbracciare il Signore o la propria rabbia solitaria. La Chiesa ha grande rispetto per la libertà, non pretende di essere il notaio di tutto e tutti. E nemmeno di essere la padrona della misericordia di Dio.


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Davide Rondoni
La misericordia, la libertà. E i rimestatori. Nei giorni successivi al tragico epilogo della vicenda Welby è accaduto un fatto straordinario. Sui media si è dibattuto della misericordia di Dio. Il tema più grande e misterioso, più antico e importante è entrato addirittura nelle polemiche del giorno. Poteva essere, e in certi passaggi lo è stato, un momento per aprire il cuore e la mente al più grande mistero. Per restare in silenzio, volgendo il cuore al più profondo senso delle cose. Che poi fossero poche le voci disposte a riflettere con grandezza di cuore e d'intelletto sulla misericordia di Dio e sulla libertà degli uomini, non cambia la preziosità del momento.
È vero, hanno prevalso i discorsi dei formalisti, dei cinici approfittatori, dei cavillatori interessati. Da un lato, c'è stata la posizione della Chiesa: per l'anima di Welby, come per quella di chiunque, ci si affida alla misericordia di Dio e la si invoca. Dio fa quello che vuole. Dice il Salmo: la sua misericordia è eterna, e sovrasta l'uomo. Ma non ne elimina la libertà.
Per rispetto alla libertà stessa del defunto e di tutti coloro che invece desiderano ascoltare la voce della Chiesa, si è deciso di non celebrare il rito del funerale religioso. L'atto compiuto deliberatamente da Welby era contro la concezione della vita che la Chiesa insegna. Lo sapeva lui, e lo sapevano coloro che lo hanno voluto accompagnare in un cammino di ricerca della morte invece che in un cammino di speranza. Sarebbe stato mancare di rispetto alla libertà di quell'uomo fare finta di niente. E pretendere, con la celebrazione di un rito, di rendere tutto uguale. E sarebbe stato mancare di rispetto verso coloro che, riconoscendo la vita come dono, e pur trovandosi in situazioni simili o a volte peggiori, hanno deciso, in consonanza con la visione cristiana, di non rifiutare il mistero di questo dono.
Nel momento del dolore, come insegna la vicenda dei due ladroni inchiodati accanto a Cristo, la libertà di un uomo è messa alla prova. E può decidere se abbracciare il Signore o la propria rabbia solitaria. La Chiesa ha grande rispetto per la libertà, non pretende di essere il notaio di tutto e tutti. E nemmeno di essere la padrona della misericordia di Dio. Altri lo hanno preteso, ciarlandone a tratti in modo insulso. La Chiesa sa che Dio fa quello che vuole. E che anche gli uomini, figli ad immagine e somiglianza, fanno quello che vogliono. Tenendo conto di questo, la Chiesa non si stanca di educare gli uomini a considerare Dio padre della vita e destino buono per ognuno. Perciò esistono le sue indicazioni, che rispettano la libertà di chiunque, e valgono per chi le riconosce. Invece in molti, con cinismo e banalità, si sono voluti fare formalisti interpreti del costume cristiano e si sono messi a giudicar la Chiesa, i cristiani e ad accusare chiunque non plauda il loro progetto. Con un formidabile uso e abuso dei media, con spregiudicatezza nello speculare sul dolore si sono voluti impancare a giudici sulla vita e la morte. Hanno straparlato di grande battaglia ideale. Vedremo se in nome di tale ideale, che in un funerale trova la sua pubblica manifestazione, faranno battaglia entro un governo che sembra diversamente orientato. E se, in caso di sconfitta, questi idealisti da bara, rinunceranno ai loro importanti ministeri, alle poltrone.
La misericordia di Dio, come sempre, si cura poco delle chiacchiere sentimentaloidi e dei maneggi del mondo. Segue altre vie. E non manca di sostenere chi la chiede con cuore sincero, come mostrano mille e mille discrete e impressionanti testimonianze


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