sabato 30 dicembre 2006

LA CHIESA SI APPRESTA A CELEBRARE LA FINE DEL 2006, UN ANNO VISSUTO INTENSAMENTE DA BENEDETTO XVI,PASTORE MITE E FERMO:

"La Chiesa si appresta a celebrare la fine dell’anno 2006. Domenica 31 dicembre, alle ore 18 nella Basilica Vaticana, Benedetto XVI presiederà la celebrazione dei Primi Vespri della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio e il “Te Deum” di ringraziamento per l’anno trascorso. Al termine della celebrazione, il Papa visiterà il Presepe di Piazza San Pietro. Sarà l’atto conclusivo di un 2006 vissuto con grande intensità dal Pontefice. Scandito da quattro indimenticabili viaggi apostolici internazionali, l’anno che volge al termine ha visto anche la pubblicazione della prima Enciclica del Papa. Ripercorriamo, dunque, alcuni momenti salienti del ministero petrino di Benedetto XVI, in questi ultimi 12 mesi"
(servizio di Alessandro Gisotti:)





Verità e Carità: il binomio con il quale Benedetto XVI si è presentato al mondo nella sua Messa di inizio Pontificato, il 24 aprile del 2005, è la chiave di lettura per comprendere al meglio l’anno 2006 del 264.mo Successore di Pietro. Il 9 gennaio, il Papa incontra il corpo diplomatico e avverte: “Chi è impegnato per la verità non può non rifiutare la legge del più forte” che tante volte ha “segnato di tragedie la storia dell’uomo”. All’amore cristiano, alla Carità, il Papa dedica la sua prima Enciclica: il 25 gennaio viene pubblicata Deus Caritas est. “All'inizio dell'essere cristiano – scrive - non c'è una decisione etica o una grande idea, bensì l'incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva”. Parlando dell’Enciclica al Pontificio Consiglio Cor Unum, il Pontefice si sofferma sulla parola amore oggi, “così sciupata, così consumata e abusata”:

“Noi non possiamo semplicemente abbandonarla, ma dobbiamo riprenderla, purificarla e riportarla al suo splendore originario, perché possa illuminare la nostra vita e portarla sulla retta via. È stata questa consapevolezza che mi ha indotto a scegliere l'amore come tema della mia prima Enciclica”.

L’Enciclica diventa un best seller: solo in Italia, nei primi dieci giorni dalla pubblicazione, ne viene venduto un milione di copie. Il 5 febbraio la Chiesa viene scossa dall’uccisione di don Andrea Santoro, a Trebisonda in Turchia. All’udienza generale del mercoledì, il Papa lo ricorda con parole commosse.

“Il Signore colga l’anima di questo silenzioso e coraggioso servitore del Vangelo e faccia sì che il sacrificio della sua vita contribuisca alla causa del dialogo fra le religioni e della pace tra i popoli”.

Il 3 marzo, Benedetto XVI visita la sua Radio. A Palazzo Pio, il Papa incontra la grande comunità della Radio Vaticana, nel 75.mo anniversario di fondazione. Tre settimane dopo, si celebra il primo concistoro indetto da Benedetto XVI. Il Papa crea 15 nuovi porporati, di cui 12 elettori: tra loro spicca il nome del cardinale cinese, Zen Ze Kiun. Nel solco della testimonianza coraggiosa della verità si inserisce il discorso del Pontefice ai parlamentari del Partito Popolare Europeo. E’ il 30 marzo, Benedetto XVI ribadisce che la tutela della vita, la difesa della famiglia naturale e il diritto dei genitori all’educazione dei figli sono principi non negoziabili. Il 19 aprile, poi, nel primo anniversario della sua elezione, Benedetto XVI chiede ai fedeli di sostenerlo:

“A ciascuno chiedo di continuare a sostenermi pregando Iddio perché mi conceda di essere pastore mite e fermo della sua Chiesa”.

Il 25 maggio il Papa è in Polonia, per il suo secondo viaggio apostolico internazionale. E’ una visita che rende omaggio al suo grande e amato predecessore, Karol Wojtyla. Ma nella storia rimarrà soprattutto l’immagine del Pontefice che prega nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, mentre la sua bianca veste sembra quasi essere accarezzata da un arcobaleno:

“Prendere la parola in questo luogo di orrore, di accumulo di crimini contro Dio e contro l'uomo che non ha confronti nella storia, è quasi impossibile – ed è particolarmente difficile e opprimente per un cristiano, per un Papa che proviene dalla Germania. In un luogo come questo vengono meno le parole, in fondo può restare soltanto uno sbigottito silenzio: un silenzio che è un interiore grido verso Dio: Perché, Signore, hai taciuto?”

Di ritorno dalla Polonia, il Papa incontra i movimenti ecclesiali in un grande raduno in piazza San Pietro. Il 3 giugno, Veglia di Pentecoste, 400 mila persone si stringono attorno a Benedetto XVI che le incoraggia ad essere testimoni della vera libertà:

“I Movimenti ecclesiali vogliono e devono essere scuole di questa libertà vera. In questo mondo, così pieno di libertà fittizie che distruggono l'ambiente e l'uomo, vogliamo, con la forza dello Spirito Santo, imparare insieme la libertà vera”.


Nel mese di giugno, il giorno 22, il Pontefice prende una decisione di rilievo per il governo della Chiesa. Viene, infatti, annunciato che dal 15 settembre, il cardinale Tarcisio Bertone sostituirà il cardinale Angelo Sodano alla guida della Segreteria di Stato. Dall’8 al 9 luglio il Papa è a Valencia in Spagna per il V Incontro Mondiale delle Famiglie. Di fronte al secolarismo che avanza nella società spagnola come nel resto dell’Occidente, il Papa propone la bellezza della fede. “Aiutare la famiglia”, ribadisce Benedetto XVI, “è uno dei più importanti servizi che si possono rendere al bene degli uomini e della società”. A fine viaggio, un altro avvicendamento significativo: padre Federico Lombardi prende il posto di Joaquim Navarro-Valls alla direzione della Sala Stampa della Santa Sede. L’estate di Benedetto XVI, in parte trascorsa a Les Combes in Valle d’Aosta, è contrassegnata da un impegno a tutto campo per la fine della guerra israelo-libanese. Il Papa indice una giornata di preghiera e penitenza per il 23 luglio. Poi, il 30, dopo la strage di bambini nella città libanese di Cana, leva un accorato appello per la pace:

“Nel nome di Dio mi rivolgo a tutti i responsabili di questa spirale di violenza, perché immediatamente si depongano le armi da ogni parte! Ai Governanti e alle Istituzioni internazionali chiedo di non risparmiare nessuno sforzo per ottenere questa necessaria cessazione delle ostilità e per poter iniziare così a costruire, mediante il dialogo, una durevole e stabile convivenza di tutti i popoli del Medio Oriente”..

Il primo settembre, il Pontefice si reca in pellegrinaggio al Santuario abbruzzese del Volto Santo a Manoppello. Poi, dal 9 al 14, è in Baviera sua terra Natale. Torna con il fratello Georg nei luoghi della sua infanzia e prega sulla tomba dei genitori. Il viaggio sarà, tuttavia, ricordato per la lezione magistrale tenuta dal Papa nell’ateneo di Ratisbona, dove il giovane Joseph Ratzinger aveva insegnato teologia. Qui, Benedetto XVI pronuncia un discorso su “Fede, ragione ed università”. Ma l’attenzione dei media è tutta per una citazione di un dialogo medievale islamo-cristiano che, male interpretato, innesca accese proteste nel mondo musulmano. E’ il Papa stesso, all’udienza generale del 20 settembre, a ribadire il vero significato della sua lezione:

“La mia intenzione era ben diversa: partendo da ciò che Manuele II successivamente dice in modo positivo, con una parola molto bella, circa la ragionevolezza che deve guidare nella trasmissione della fede, volevo spiegare che non religione e violenza, ma religione e ragione vanno insieme”.

“Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo”: questo il tema del IV Convegno ecclesiale nazionale, a Verona dal 16 al 20 ottobre. Il Papa si reca nella città veneta per incontrare le diverse anime della Chiesa italiana. Nel suo discorso, Benedetto XVI si sofferma sul cambiamento radicale della nostra identità che ci deriva dall’incontro con Cristo:

“Il mio proprio io mi viene tolto e viene inserito in un nuovo soggetto più grande, nel quale il mio io c'è di nuovo, ma trasformato, purificato, "aperto" mediante l'inserimento nell'altro, nel quale acquista il suo nuovo spazio di esistenza. Diventiamo così "uno in Cristo" (Gal 3, 28), un unico soggetto nuovo, e il nostro io viene liberato dal suo isolamento. "Io, ma non più io": è questa la formula dell'esistenza cristiana fondata nel Battesimo, la formula della risurrezione dentro al tempo, la formula della "novità" cristiana chiamata a trasformare il mondo”.

L’ultima parte del 2006 è dedicata dal Papa in particolare all’ecumenismo, al dialogo interreligioso e alla promozione della pace. Il 23 novembre, riceve in Vaticano l’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams. Con il primate della Comunione anglicana, Benedetto XVI firma una Dichiarazione comune. Le difficoltà non vengono disconosciute, ma il dialogo continua. Significativo poi, l’incontro, sempre a Roma, con l’arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia, Christodoulos, il 13 dicembre. Un evento preceduto dallo storico viaggio apostolico di Benedetto XVI in Turchia, dal 28 novembre al primo dicembre. Nonostante le preoccupazioni della vigilia, il Papa conquista tutti. Ben presto, la tensione si scioglie in calore affettuoso. Alla fine del viaggio, i giornali turchi parlano di un Papa-papà. Resta negli occhi l’immagine del Pontefice che si raccoglie in meditazione nella Moschea Blu di Istanbul e il fraterno abbraccio con il Patriarca ecumenico Bartolomeo I. All’udienza generale successiva al ritorno a Roma, il Papa esprime l’auspicio che il suo viaggio in Turchia dia buoni frutti:

“Aiuti Iddio onnipotente e misericordioso il popolo turco, i suoi governanti e i rappresentanti delle diverse religioni, a costruire insieme un futuro di pace, sì che la Turchia possa essere un ‘ponte’ di amicizia e di fraterna collaborazione fra l’Occidente e l’Oriente”.


Pace dunque nel cuore di Benedetto XVI che alla persona umana consacra il 40.mo Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del primo gennaio 2007. “La pace – afferma - è dono di Dio”, ma è anche “un compito” dell’uomo, “un impegno che non conosce sosta”. E, ancora una volta, chiede chiarezza nel riconoscere e difendere quel patrimonio di valori che è proprio dell’uomo in quanto tale. Quel rispetto, senza condizioni, della vita che è il vero fondamento della pace.



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