lunedì 25 dicembre 2006

"UNA VITA APATICA E DISPERSA CONDANNA I GIOVANI AL NICHILISMO"

“Una vita apatica e dispersa condanna i giovani al nichilismo”

Di Julian Carron

Gli episodi accaduti nelle scuole hanno messo davanti ai nostri occhi,volenti o nolenti,la questione educativa:cosa vuol dire educare?Puo’ l’educazione rispondere ai problemi che ci trovano davanti?E’ in grado essa di generare un adulto,di far interessare veramente i giovani a qualcosa ,impedendo loro di finire nell’apatia e nella violenza?
...d’altro canto,Benedetto XVI ha meritoriamente reso d’attualita’ l’altra parola:ragione.
Nel suo storico intervento all’universita’ di Regensburg papa Benerdetto ha sfidato tutti gli uomini a un “allargamento” del nostro concetto di ragione e dell’uso di essa”, convincendo che solo in un vero concettodi ragione e nel suo usocorretto possono trovare risposta adeguata le questioni scottanti del nostro tempo.
E’ proprio questo che mette in rapporto tutte e due le parole,educazione e ragione


MA E’ POSSIBILE
Questo allargamento della ragione?
E a quali condizioni? O detto con altre,e’ possibile educare alla ragione?La curiosita’ sconfinata del bambino documenta che l’uomo,nasce con una struttura originaria che puo’ essere definita come “di inesausta apertura della ragione di fronte all’inesausto nichilismo del reale”
Egli viene al mondo dentro il contesto storico di un popolo, che possiede una sua cultura,
cioe’ un suo particolare modo di guardare e concepire la realta’ e di rapportarsi con essa.
Con un’immagine piu’ potente e piu’ effettivamente cogente, possiamo dire che ognuno e’ introdotto al reale attraverso gli occhi di sua madre.(...)Da questa “maternita’” l’uomo e’ senza dubbio storicamente condizionato.
MA E’ CORRETTO
Sostenere che questo condizionamentosia in grado di precludere un rapporto autentico tra uomini?
Si puo’... come oggi spesso accade-accusare questo condizionamento di essere la causa di una chiusura della ragione?
O invece questo condizionamento e’ un grande trampolino di lancio verso la realta’ di cui essere grati?
Non deve sfuggire la portata di questa questione per la situazione storica odierna, caratterizzata dalla inusitata possibilita’ di molteplici scambi tra cultura,anche le piu’ diverse.E per il pensiero dominante sembra che non siano altre strade che la violenza(lo scontro tra usi e cilta’)e l’indifferenza(il multiculturalismo astrattoe fintamente tollerante)Contemporaneamente un’altra sfida ci richiama all’urgenza di educare alla ragion:la difficolta’ di interessare qualcuno alla realta’.(...)
LA RAGIONE
Per sua natura tende a stabilire nessi, sostenuta com’e’ dall’ indomabile interrogativo “perche’?”.E ne’ per convenienza ne’ per calcolo riesce ad accontentarsi di soluzioni parziali
O provvisorie,perche’ il significato pieno di una cosa e’ dato dal rapporto di essa con tutti i fattori che la riguardano e dalla sua funzionalita’ a essi.
La ragione e’ un’urgenza esistenziale,vuole cogliere il senso ultimo, ed e’ dunque sempre spalancata alla realta’ e continuamente all’opera.(...) Il mancato rapporto con la realta’ dovuta ad una ragione intesa come separata conduce a quel nichilismo oggi in voga,che si presenta nella forma di uno svuotamento e di una destituzione della realta’.Quest’ultima finisce per non contenere altrooltre cio’ che si puo’ quantificare,calcolare,ed e’ ridotta a qualcosa solo da usare:e’ la negazione del reale come segno,cioe’ come gravida diessere e di promessa per se’(...)
QUESTA
Eliminazione di profondita’ e’ oggi diventata patrimonio comune,tanto che viene vissuta in apparente tranquillita’.
Il nichilismo oggi non e’ piu’ una teoria, e’ la pratica di una vita apatica e dispersa.
Non ci deve poi meravigliare se una realta’ svuotata non riesce ad interessare la persona.
La ragione domanda incessantemente,ma quanto puo’ durare?(....)Se c’e’ un luogo eminentemente chiamato ad educare alla ragione questo e’ l’universita’.
Si tratta della sua autentica ragione di essere.(lezione all’universita’ di Firenze su “ Educare alla ragione”

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