sabato 8 dicembre 2007

SPE SALVI

Monsignor Amato: “L'Enciclica respinge l'idea di una salvezza privata”

CITTA’ DEL VATICANO - Nell'enciclica "Spe salvi" di Benedetto XVI "viene respinta l'idea di un cristianesimo individualista, rifugio in una dimensione di salvezza privata". Lo afferma il segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, Monsignor Angelo Amato, in un'intervista a "Famiglia Cristiana".



Il Papa, ha spiegato il prelato, "mette in rilievo, insomma, l'importanza della Chiesa come luogo dove imparare insieme a camminare nella speranza. E poi offre una definizione di escatologia, cioe' della dottrina sui destini ultimi dell'umanita', che va contro ogni millenarismo, ogni idea che di fronte al male non bisogna fare nulla, ma attendere solo il regno di Dio".

Per il Papa, sottolinea l'arcivescovo salesiano, "la vita eterna implica un continuo impegno di rinnovamento del mondo. E su questo invita i cristiani a fare anche autocritica. Dice, senza tanti giri di parole, che il cristianesimo moderno deve sempre di nuovo imparare a comprendere se' stesso a partire dalle proprie radici".

Secondo Monsignor Amato, con l'enciclica sulla speranza, la Chiesa di Papa Benedetto XVI "non intende ritirarsi, anzi va allo scoperto e da' una valutazione, ovviamente critica, della Rivoluzione francese e della Rivoluzione proletaria".

Benedetto XVI, infatti, ha concluso il numero due dell'ex Sant'Uffizio, "considera quella di Marx ed Engels una buona analisi della situazione sociale, ma ne denuncia l'errore fondamentale nelle soluzioni proposte e non per nulla cita Lenin. Il risultato e' stato devastante: non si e' tenuto conto della liberta'".

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