giovedì 21 febbraio 2008

IL BLITZ CHE NON C'E' STATO SCATENA LE DONNE DEL CSM

di RENATO FARINA
LIBERO 20 FEBBRAIO 2008
Aborto. Anzi due aborti. Due notizie solo apparentemente in antitesi. Ma sono in fondo facce di una tragedia che ci riguarda. Che cos'è o chi è la creatura che una donna ha in sé? Da cui altre domande in fondo minori, ma importanti: la legge 194 (...) (...) è applicata davvero - come recita il titolo - per la "tutela della maternità"? Combatte sul serio la clandestinità dei ferri da calza?

Ieri notte una ragazza cinese di vent'anni è arrivata in ospedale a Careggi, vicino a Firenze, con l'utero perforato, dissanguata. Qualcuno deve averle strappato il figlio dalla pancia. Il medico di turno ha denunciato il fatto alla polizia. La ragazza è grave, in prognosi riservata. Si tratta di aborto clandestino. Si sa che nella comunità cinese vigono un po' le stesse regole che nella patria lontana. Massimo un figlio, altrimenti l'aborto è imposto in Cina dalla legge, qui dai parenti. Se ad essere attesa poi - come rivelano le ecografie - è una femmina: la sua sorte è segnata, non deve vedere la luce, salvo che morta. Di certo però qualcuno ora dirà: la ragazza è vittima della "caccia alle streghe" scatenata da Giuliano Ferrara, per cui si ha paura a presentarsi per domandare l'interruzione della gravidanza.

Per favore. I cinesi sono una comunità a parte, non parlano nemmeno la nostra lingua. Semmai si dovrebbe tradurre e propagandare in cinese la 194 che promette aiuto a superare le difficoltà e di certo dovrebbe vietare l'aborto selettivo, sia per i piccini malati sia per ragioni di genere sessuale del nascituro. Questo a Firenze.

Poi c'è - di nuovo - Napoli. Sotto inchiesta disciplinare il pm Vincenzo Russo. Le notizie di agenzia riportano unanimi: è stato lui ad autorizzare "il blitz della polizia all'ospedale per interrogare una donna che aveva abortito". Blitz: usare questa parola è già una condanna. Un blitz contro una poveretta: è orribile. Il fatto è che non c'è stato blitz. Le testimonianze raccolte da Libero, ma anche da Repubblica e Corriere della Sera, hanno raccontato un'altra storia.

Al Caldarelli di Napoli c'è stata la denuncia di un infermiere che ha telefonato alla Questura dando nome e cognome. Aveva visto uscire dalla toilette una donna con un bambino (o feto, di certo aveva 21 settimane) insanguinato tra le gambe, tra grida di orrore delle ricoverate del reparto di ginecologia. La polizia è arrivata dopo aver chiesto l'autorizzazione del magistrato.

Aborto eugenetico? Cioè assassinio di un piccino malato (neanche tanto malato)? La signora sarebbe stata interrogata quando stava in camera guardando la televisione, da un'ispettrice della polizia. Il blitz l'hanno fatto le femministe che hanno portato in piazza una dolorosa vicenda privata. E ora non si aspetta l'esito dell'indagine del pm Russo. No, lo si mette sotto schiaffo. Non funziona niente nella giustizia italiana. Una volta che un magistrato prova a fare il suo dovere e a operare il "controllo di legalità" si trova inguaiato in un procedimento disciplinare. Il fatto è che il PM in questione invece di occuparsi di vallette e di arbitri di calcio, ha voluto guardare dentro l'applicazione di una legge-tabù: la 194. La quale non soltanto è intoccabile ma a quanto pare disegna negli ospedali un territorio dove si deve poter fare ciò che si vuole. Chi ha voluto l'ispezione? Diciamolo: i cortei delle femministe che hanno la loro brava propaggine esecutiva dove sapevamo esistessero le toghe rosse ma non quelle rosa, con una loro priorità di leggi da far rispettare, a quanto pare.


Lo ha spiegato il vice-presidente del consiglio superiore della magistratura, Nicola Mancino. Tutte le "donne del Csm", laiche e togate, hanno chiesto l'indagine disciplinare. Tutte. Il presidente del Csm è Giorgio Napolitano: se era una donna avrebbe anche lui firmato il documento unitario? Le "donne del Csm" devono essere figure previste dalla Costituzione sovietica insieme al sindacato delle mungitrici di renne, ma da quella italiana non risulta. Eppure hanno ottenuto di avviare un'indagine per sapere come mai un pm abbia deciso di fare il suo mestiere.

Il magistrato cercava di capire se davvero quello praticato a Napoli fosse "aborto terapeutico" cioè per tutelare la salute della donna, oppure eugenetico dove si sopprime un essere con qualche problema, e non si giova affatto alla salute della donna, perché un aborto nel water, con un feto insanguinato che penzola, non pare una terapia indicata per preservare una signora dai traumi psicologici.

La legge 194 prevede l'aborto terapeutico. Non consente invece la selezione dei concepiti sulla base di un'eventuale malformazione. Il documento delle "donne del Csm", togate e laiche unite nella lotta, non dice questo. Mostra che l'unica interpretazione possibile di questa 194 è che non si deve parlare più di aborto. Zitti e abortire. Presidente Napolitano: è questo il compito del Csm? Fare battaglie culturali abortiste?

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