sabato 23 febbraio 2008

IL CREDENTE E IL PECCATO

Quando cadiamo nel peccato, dobbiamo confessarlo.

Riconoscerlo e confessarlo assumendosene ogni personale la responsabilità.
Il peccato, infatti, per essere tale deve essere una scelta compiuta in piena avvertenza e consenso deliberato.
Quindi, quando un credente commette il peccato, ha bisogno di riconoscerlo e confessarlo, chiedendone perdono per mezzo del sacrificio che Gesù Cristo ha compiuto per noi sulla croce.



ven 22 feb
di mons. Tommaso Stenico

Sono molti oggi a ritenere lungimirante e profetico ciò che aveva affermato fin dal 1954 il papa Pio XII: “il peccato più grave dell'uomo contemporaneo è che l’uomo ha perso il senso del peccato”.

Il tempo di Quaresima è tempo favorevole e opportuno per riflettere sul senso e la realtà del peccato, che rallenta o addirittura impedisce il processo della conversione che caratterizza, appunto, la Quaresima.

Per capire il peccato, occorre considerarne la gravità, sia per arrivare alla salvezza, sia per comportarsi come figli di Dio.
Non è facile comprenderlo. Il mondo contemporaneo non solo non comprende la gravità del peccato, ma neppure il senso del peccato.



E’ vero che ogni società ha un proprio codice morale e definisce certe azioni come un male compiuto.
Il dramma è che normalmente il peccato considerato dagli uomini del nostro tempo assai difficilmente è percepito come un'offesa contro Dio.
Prevale l’etico, il sociale e si considera piuttosto l’offesa all’uomo, addirittura al creato, alla natura.
Agli uomini sembra importare molto poco che la non osservanza della morale offenda Dio e va contro la Sua legge.

Inoltre la creatura umana si autoscusa trincerandosi dietro i limiti iscritti nella caducità della persona.

Per capire che cosa sia il peccato, occorre riferirsi alla parola di Dio, dalla quale si comprende che peccato è qualsiasi cosa che vada contro la legge di Dio. “Il peccato è «una parola, un atto o un desiderio contrari alla Legge eterna» (sant'Agostino). È un'offesa a Dio, nella disobbedienza al suo amore. Esso ferisce la natura dell'uomo e attenta alla solidarietà umana. Cristo nella sua Passione svela pienamente la gravità del peccato e lo vince con la sua misericordia” (Compendio CCC 392).

Se Dio dichiara che un certo comportamento è peccato, il fatto che la società lo approvi non cambia il fatto che sia comunque peccato.

Allo stesso modo, se la nostra coscienza non ci fa pesare un peccato commesso, ciò non cambia il fatto che quel comportamento è peccato. L'unico metro che determina che cosa è peccato è la Parola di Dio.

Perché l'uomo pecca?


Nella Bibbia Dio afferma chiaramente che l'uomo pecca perché l'uomo è un peccatore.Dopo la colpa d’origine, la natura dell'uomo è peccatrice, in quanto la creatura umana è limitata. La Chiesa insegna: “In conseguenza del peccato originale la natura umana, senza essere interamente corrotta, è ferita nelle sue forze naturali, è sottoposta all'ignoranza, alla sofferenza, al potere della morte, ed è incline al peccato. Tale inclinazione è chiamata concupiscenza”. (Compendio CCC 77)

E questo limite non gli consente di compiere sempre il bene.
Il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica ricorda: “Nella storia dell'uomo è presente il peccato. Tale realtà si chiarisce pienamente soltanto alla luce della Rivelazione divina, e soprattutto alla luce di Cristo Salvatore di tutti, che ha fatto sovrabbondare la grazia proprio là dove è abbondato il peccato” (73).

La condanna del peccato

Quale è la sorte del peccatore?

Il peccato è una grave offesa a Dio, che sarà punita per l'eternità.
Lo ha stabilito Dio spiegano ad Adamo che se non avesse ubbidito al comando di “non mangiare del frutto dell’albero” sarebbe andato incontro alla morte.

Dio dichiarò: nel giorno che tu ne mangerai (ovvero, nel giorno che tu disubbidirai al mio comandamento) certamente morirai. Certamente! Sarà una cosa certa.
Infatti, il giorno stesso che Adamo ed Eva disubbidirono al comandamento di Dio, morirono spiritualmente, e la morte fisica entrò nel mondo.

Il giudizio per il peccato è la morte, che è la separazione da Dio.
Il peccato conduce alla morte, cioè alla separazione eterna da Dio, in una situazione di tormento eterno.


La salvezza dal peccato

Tuttavia non si può mai parlare di peccato se non si parla al contempo di perdono, di misericordia e di salvezza.

Dio offre all'uomo il perdono e la salvezza.

Per questo Dio Padre mandò suo figlio Gesù Cristo a morire sulla croce.

Quando una persona si rende conto di aver peccato contro Dio e desidera la salvezza e pone tutta la sua fede nell'opera di Cristo sulla croce, allora, Dio applica il beneficio della morte di Cristo a quella persona, e così la persona passa dalla morte alla vita.

QUESTA E' LA SALVEZZA

Cosa fare quando pecchiamo

Un vero credente non rimane e non cammina nel peccato.
Dato per scontato che si può cadere nel peccato, un credente non dovrebbe camminare nel peccato.


Leggiamo nella Scrittura: "Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità … Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; e se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. Egli è il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati, e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo. " (1 Giovanni 1, 6-2, 2 ).

Questo brano è fondamentale per capire bene l'insegnamento di Dio per quanto riguarda i credenti e il peccato. Questo brano dichiara che chi cammina nelle tenebre, ovvero nel peccato, non ha comunione con Dio, in altre parole, non è salvato.

È impossibile per un vero credente continuare a camminare in un peccato.

Pertanto, che cosa dobbiamo fare quando cadiamo nel peccato?

C'è solamente una risposta: “Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. " (1 Gv 1, 9).

Quando cadiamo nel peccato, dobbiamo confessarlo.


Riconoscerlo e confessarlo assumendosene ogni personale la responsabilità.
Il peccato, infatti, per essere tale deve essere una scelta compiuta in piena avvertenza e consenso deliberato.
Quindi, quando un credente commette il peccato, ha bisogno di riconoscerlo e confessarlo, chiedendone perdono per mezzo del sacrificio che Gesù Cristo ha compiuto per noi sulla croce.


Che Dio ci aiuti, in questo itinerario quaresimale a capire meglio quanto il peccato sia terribile, e quanto meraviglioso sia il perdono di Dio per mezzo di Cristo Gesù e il ministero della Chiesa.




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