giovedì 21 febbraio 2008

QUEL TOCCO DI GESU'

Ecco, il mio approfondimento è tutto quì: in quel "toccatili"; un gesto che, pur venendo dal Figlio di Dio Uno e Trino, non poteva essere più umano di così, nella sua bonaria e fraterna semplicità. Un gesto che rivela la tenerezza immensa di Gesù sulla quale forse non ci si sofferma mai abbastanza. Gesù non si limita a quelle parole pur così regali e rassicuranti, "alzatevi e non temete", ma le accompagna con un gesto di fratellanza e di intimità tutta umana verso i suoi discepoli. Si direbbe che pur nel momento della sua gloria, del suo splendore divino, della sua investitura celeste, resta profondamente uomo tra gli uomini e teneramente vicino ad essi ed alle loro paure.

CITTA’ DEL VATICANO - In tanti, meglio di me, avranno meditato sulla pagina del Vangelo di Matteo che descrive la trasfigurazione di Gesù.
di Sergio Rolando



Molti avranno approfondito il tema della manifestazione della natura divina di Cristo in quell'evento ponendo l'accento sugli aspetti, per così dire, più mirabili e misteriosi della trasfigurazione di Nostro Signore: "Il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce", o si saranno soffermati sull'apparizione di Mosè ed Elia o ancora sulle celeberrime parole: "Questi è il mio Figlio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo". Io, invece, vorrei approfondire l'aspetto di grande umanità della figura di Gesù che, pur nel momento dell'evidenza della sua natura divina, resta pur tuttavia umano, di un'umanità intrisa di immensa tenerezza verso Pietro, Giacomo e Giovanni. Vengo al punto: Matteo ci dice che all'udire la voce che proclamava Gesu Figlio prediletto, "i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore". Quale essere umano avrebbe avuto una reazione diversa di fronte al manifestarsi della potenza divina? Ci è facile pertanto immedesimarci nel grande timore dei discepoli. La narrazione evangelica continua però precisando che allora Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: "Alzatevi e non temete".

Ecco, il mio approfondimento è tutto quì: in quel "toccatili"; un gesto che, pur venendo dal Figlio di Dio Uno e Trino, non poteva essere più umano di così, nella sua bonaria e fraterna semplicità. Un gesto che rivela la tenerezza immensa di Gesù sulla quale forse non ci si sofferma mai abbastanza. Gesù non si limita a quelle parole pur così regali e rassicuranti, "alzatevi e non temete", ma le accompagna con un gesto di fratellanza e di intimità tutta umana verso i suoi discepoli. Si direbbe che pur nel momento della sua gloria, del suo splendore divino, della sua investitura celeste, resta profondamente uomo tra gli uomini e teneramente vicino ad essi ed alle loro paure.

Ecco perchè mi è piaciuto evidenziare che pure nella pagina della trasfigurazione, che vede il manifestarsi della natura divina di Gesù, la sua natura umana, la sua vocazione all'incarnazione, la sua vicinanza all'umanità si palesa e viene descritta da Matteo in quel "toccatili".

Il corpo e l'aspetto di Cristo sono trasfigurati nello splendore abbagliante della divinità, ma Gesù neppure nella trasfigurazione resta distante e ieratico, anche in quella circostanza resta vicino all'uomo con quel gesto, quel tocco. Senza quel suo tocco, che fa da tramite tra la nostra umanità e la terribile Potenza Divina, noi tutti resteremmo come Pietro, Giacomo e Giovanni, con la faccia a terra nel timore e lo sgomento, mentre invece ci consola la speranza che Lui possa toccare anche noi dicendoci: "Alzatevi e non temete".

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