sabato 21 marzo 2009

IL DISGUSTOSO PARADOSSO FRANCO-TEDESCO

dal Foglio di Giuliano Ferrara del 19 Marzo 2009

L’aggressione a Benedetto XVI è sempre più incalzante, grossolana, astiosa, ben orchestrata mediaticamente e male argomentata razionalmente. Ieri è stata la volta di Francia, Germania e Fondo monetario internazionale. Con un linguaggio tronfio e censorio hanno messo sotto accusa il capo della chiesa cattolica per le sue opinioni ben documentate sull’inutilità sostanziale del preservativo come asse strategico della lotta contro la grave epidemia di Aids in Africa. Parliamo di burocrazie, che si mettono al servizio di piccole ma insidiose crociate ultrasecolariste contro un Papa che ha avuto la "sfacciataggine", come il suo predecessore, di impugnare la ragione per affermare il contentuto e il significato della fede Cristiana.


Queste burocrazie fondano i loro pilastri etici su spermicidi, aborto moralmente indifferente, pianificazione familiare coatta del sesso dei nascituri, selezione eugenetica della vita, riproduzione artificiale come mezzo a scopo di ricerca, eutanasia. Queste burocrazie si lamnetano pernchè Papa Benedetto XVI ha riaffermato, nel corso del viaggio in Africa, la sua convinzione : non è con i profilattici che si combatte l'AIDS. Il preservativo invece è solo il viatico della promiscuità sessuale di massa, alla quale risale la vera responsabilità del contagio, e tale convinzione è condivisa anche in Africa dalla maggioranza degli operatori sanitari e sociali, non solo nella vasta rete missionaria cattolica o cristiana di altre denominazioni, ma anche tra i laici. Appena due giorni fa la BBC ha riportato che il tasso di infezione dell'AIDS a Washington D.C. (la capitale americana che ospita quei lumaconi del Fondo monetario) è uguale a quello dell'UGANDA (il 3% della popolazione sopra i 12 anni), dimostrazione palese che la differenza la fanno i comportamenti a rischio e non la disponibilità dei profilattici (disponibiltà universale nella città di Washington). Tutti sanno, o dovrebbero sapere, che tra i neri maschi il tasso di infezione è tre volte quello dei maschi bianchi e due volte quello degli ispanici, e che il vettore di contagio ancora di gran lunga più potente è il sesso promiscuo tra maschi. La cultura politicamente corretta ha fatto dell'AIDS un'epopea angelica, ha nascosto il fatto che la sindrome da immunodeficenza acquisita è soltanto la conseguenza di comportamenti sociali nuovi e libertali, in cui una sessualità spregiudicata soppianta l'amore-eros come basamento dell'agape familiare. Chiunque la pensi diversamente viene irriso e censurato come retrogado, e figuriamoci il capo di una chiesa che alla difesa della vita umana dedica il massimo delle sue energie; figuriamoci un Papa che crede nell'educazione, nella sobrietà dei costumi, in una sessualità umana orientata alla costruzione di significati vitali e non alla distruzione dell'amore nella caricatura del piacere. Le burocrazie che stanno al vertice delle potenze civili della vecchia Europa e le nomenclature globaliste mettono sotto accusa il Papa gridando all'attentato alla vita in Africa ... ma dove sono state dove sono le stesse burocrazie e nomanclature se in 30'anni abbiamo subito 1 miliardo di aborti ?! UN DISGUSTOSO PARADOSSO.

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