martedì 31 marzo 2009

L'INFORMAZIONE NASCOSTA SUL SUCCESSO DELLA LEGGE 40

....ecco che la realtà – ribelle e impertinente – mostra il raddoppio delle maternità nel giro di tre anni (ovvero da quando la legge può dirsi andata a regime) e un drastico ridimensionamento delle patologie da 'iperstimolazione ovarica', la vera maledizione del bombardamento ormonale cui le donne sono sottoposte perché la provetta funzioni. Fatti clamorosi, che rendono onore ai centri specializzati nei quali si mostra in misura sempre maggiore di saper lavorare in modo eticamente serio e clinicamente efficace all’interno di regole fissate per tutelare la vita del concepito e della madre dalla pretesa di farne merce contrattabile.....
I dati mostrano che funziona? i giornali non ne parlano
di Francesco Ognibene
Tratto da Avvenire del 29 marzo 2009

A volte si strilla, a volte si tace. E in questo caso il silenzio fa più clamore.

L’informazione sulle grandi questioni bioetiche in Italia va così, con una plateale intermittenza nell’urlare o silenziare le notizie che grosso modo si può spiegare attraverso un teorema persino disarmante per quant’è banale: se i fatti contraddicono l’icona pazientemente costruita di un Paese in lotta contro le tenebre dell’oscurantismo etico, allora di quei fatti l’opinione pubblica va tenuta sistematicamente al riparo. Come se non fosse preparata per reggere lo scandalo di una realtà che dà torto alla sua grottesca ricostruzione mediatica.




Ma la realtà è testarda. E una settimana dopo l’altra inanella scoperte ed evidenze scientifiche, dati di laboratorio e nuove acquisizioni mediche, con tutt’altra logica rispetto a quella che ispira la cultura pubblica oggi pressoché egemone, più preoccupata di autodimostrarsi piuttosto che accettare un laico confronto con quel che davvero accade.

Ma quando si informa sulla bioetica la realtà interessa ancora? Sfogliando i quotidiani di ieri, il dubbio non poteva risultare più fondato. Dell’annuale Relazione al Parlamento sull’attuazione della legge 40 – quella che dal 2004 regolamenta la procreazione assistita –, presentata a tutti i media nazionali venerdì dal ministero del Welfare, la grande stampa pare non essersi accorta. Salvo qualche virtuosa eccezione, silenzio pressoché assoluto attorno a un documento che – con l’inoppugnabile evidenza delle cifre – ribalta il pregiudizio su una legge a torto ritenuta penalizzante in termini di gravidanze felicemente concluse e di salute della donna.

Invece, ecco che la realtà – ribelle e impertinente – mostra il raddoppio delle maternità nel giro di tre anni (ovvero da quando la legge può dirsi andata a regime) e un drastico ridimensionamento delle patologie da 'iperstimolazione ovarica', la vera maledizione del bombardamento ormonale cui le donne sono sottoposte perché la provetta funzioni. Fatti clamorosi, che rendono onore ai centri specializzati nei quali si mostra in misura sempre maggiore di saper lavorare in modo eticamente serio e clinicamente efficace all’interno di regole fissate per tutelare la vita del concepito e della madre dalla pretesa di farne merce contrattabile.

Eppure di queste cifre poco o nulla sembra interessare a quegli stessi media per i quali – e non certo da ieri – la legge 40 è troglodita, inumana e clericale. Approvata cinque anni fa da una maggioranza parlamentare ampia e trasversale, rafforzata dal giudizio di un referendum abrogativo fallimentare per il quale i detrattori non risparmiarono mezzi e argomenti, la legge sulla fecondazione artificiale – con tutti i limiti che non ne fanno certo una 'legge cattolica' – mostra ora innegabilmente di funzionare bene. Perché allora si insiste nel volerla fare a pezzi, auspicando che ci pensi martedì la Corte costituzionale chiamata a pronunciarsi da una serie di ricorsi giudiziari, e intanto nascondendo agli italiani la verità sulla sua efficienza ormai certificata?

Questa singolare storia di omissioni informative va facendosi stucchevole. Nel giro di poche settimane non abbiamo letto nei quotidiani più diffusi alcunché sulle associazioni che si occupano di stati vegetativi e che negano – esperienze alla mano – la definizione di 'terapia' alla nutrizione assistita (e non 'forzata' come qualcuno si ostina a scrivere). Né abbiamo scorto un rigo sulle ripetute scoperte che accreditano le staminali adulte riprogrammate di un immenso potenziale terapeutico, definitivamente alternativo all’uso degli embrioni. Ma non è andata meglio all’annuncio che la conservazione privata a pagamento del cordone ombelicale è un pericoloso inganno commerciale senza fondamento scientifico. E Paolo De Coppi, italianissimo scopritore delle staminali nel liquido amniotico, è ancora in attesa che qualche acritico fan di Obama si interessi di lui dopo la sua recentissima ricerca sulle prime possibili applicazioni cliniche. Niente, silenzio, omissis. L’ideologia urla più forte dei fatti, ma la storia insegna che non può resistergli a lungo.



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