domenica 29 marzo 2009

MESSA IN GINOCCHIO DALLA SIDA PIU' GRANDE LO SACELO EDUCATIVO NEI GIOVANI

.....C'e'uno stato,nelle vesti di un ministero della Salute, che a fronte delle cifre di gravidanze e aborti di teen ager decide di scavalcare madri e padri. Gli indirizzi 'giusti' per risolvere il problema li darà la tv all’ora di cena, prima che i bambini vadano a letto.



L’Inghilterra sta prendendo le misure alla sua débâcle
di Marina Corradi
Tratto da Avvenire del 27 marzo 2009

La notizia di ieri da Londra è che la pubblicità dell’aborto andrà in tv, in prima serata. Gli spot delle cliniche raggiungeranno il pubblico delle giovanissime, che in Gran Bretagna rimangono incinte con una frequenza superiore a qualsiasi Paese europeo.

La notizia da Londra dell’altroieri era invece un esperimento 'pilota' in alcune scuole dell’Oxfordshire: fornire alle alunne tra gli undici e i tredici anni la pillola del giorno dopo, senza avvisare i genitori. Con un sms le ragazze, o piuttosto le bambine, avvertiranno della necessità, e prontamente riceveranno il Norlevo – scarica di ormoni ad alto potenziale che impedisce un eventuale concepimento. Nella evidenza di uno stato di emergenza giovanile in Gran Bretagna, l’elemento comune che segna le due notizie è la esautorazione dei genitori.

C’è uno Stato, nelle vesti di un ministero della Salute, che a fronte delle cifre di gravidanze e aborti di teen ager decide di scavalcare madri e padri. Gli indirizzi 'giusti' per risolvere il problema li darà la tv all’ora di cena, prima che i bambini vadano a letto.

Inoltre, per portarsi avanti, quell’idea del Norlevo su richiesta alle undicenni, con la promessa di non dire niente alla mamma, e ripetibile qualora il problema si ripresenti. Quale genitore permetterebbe a un medico di dare a propria insaputa un qualsiasi farmaco a un figlio bambino? Nessuno, ma si fa un’eccezione per la pillola del giorno dopo, sorta di diserbante anti­embrione. Perché, dicono, le gravidanze minorili sono emergenza. Tale da mettere da parte la famiglia e aprire per così dire un nuovo contratto fra lo Stato e le sue giovanissime cittadine: ti procuriamo noi il necessario, ti diciamo noi dove andare, questa è la pillola, questo, se è troppo tardi, è l’indirizzo.

Minorenni? Minorenni si è perché non si può guidare, non si può lavorare, non si può votare; ma per quanto riguarda il sesso e le sue conseguenze, invece, a undici anni si è grandi più che abbastanza. Con tutti questi alacri provvedimenti, gli aborti, giovanili e non, in Gran Bretagna non fanno tuttavia che aumentare. Che sia un problema di scarsa distribuzione di preservativi? Non si direbbe, ce n’è in ogni stazione del metrò di Londra. E allora, come mai? C’è una cosa da fare prima di mettere in tasca alle figlie una pillola, ed è educare. Non subito nel senso di educazione sessuale. In quello anteriore, piuttosto, del trasmettere la dignità di sé come persona, e la ragione di un vivere che non si esaurisca nell’afferrare voracemente tutto quello che capita davanti – che sia una cosa in vetrina, o un coetaneo. È questa l’emergenza educativa che a Londra mostra la sua asprezza nei figli delle classi popolari, quelli che crescono soli in casa davanti a una tv accesa. E a tredici anni giocano con il 'gioco' appena scoperto, semplicemente perché nessuno ha detto loro che cosa fare, di bello, di quel nuovo orizzonte.

Magari, poi arriva un bambino. Allora i tabloid impazziscono per i papà imberbi. Solo i tabloid però. I genitori, cioè i possibili nonni, sperano che non tocchi a loro; e intanto, poi, non saprebbero che dire a quelle figlie cresciute così in fretta. Ma lo Stato come una grande madre efficiente e tecnologica interviene: sì alla pubblicità dell’aborto, e assistenti sociali leste a distribuire pillole del giorno dopo alle bambine. Madri e padri, disarcionati, tacciono: prima generazione che, con mille corsi di educazione sessuale, non ha saputo trasmettere ai figli un senso condiviso della umana riproduzione.

Finirà, a Londra e forse non solo, che metteranno distributori di tutto, dappertutto. Ma non basterà a ridare a una generazione ciò che le è dovuto: un padre, una madre, un senso per cui crescere, senza bruciare i tempi; senza, in quei tempi bruciati, bruciarsi.


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