Sessanta giorni per passare da “papa nero” a grigio curatore di interessi dei poterazzi. Obama avvolge in suggestioni visionarie e smentite di prammatica quelli che sono meri pagamenti di cambiali sottoscritte in campagna elettorale e incertezze.
da Tempi (16/03/2009)
A due mesi dall’entrata in carica Barack Obama vanta ancora un alto gradimento, ma la sua leadership comincia a mostrare segni di affaticamento. A questa lenta erosione di consenso non è estranea la percezione che il presidente appare troppo spesso “forte coi deboli, naïf coi forti”. Obama ha avvolto nel manto di suggestioni visionarie e smentite di prammatica quelli che sono meri pagamenti di cambiali sottoscritte durante la campagna elettorale e incertezze di una politica estera che già inclina pericolosamente verso l’appeasement, il cedimento di fronte ad aggressivi rivali strategici.
Non per conquistare una nuova frontiera della ricerca, ma per salvaguardare gli interessi finanziari delle multinazionali americane detentrici dei brevetti Obama ha abrogato il divieto di finanziamenti federali alla ricerca sulle cellule staminali embrionali. Come spiega Angelo Vescovi, le staminali si possono ormai tranquillamente ricavare da cellule adulte, senza scoperchiare il vaso di Pandora della strumentalizzazione della vita umana allo stato nascente. Allo stesso modo il presidente ha ripristinato i finanziamenti alle ONG che promuovono l’aborto nel Terzo mondo come strumento per il controllo delle nascite, nonostante i tassi fertilità nei paesi poveri siano già scesi dai 3,9 figli per donna del 1990 ai 2,8 di oggi. Nel contempo il presidente si mostra arrendevole coi paesi che sfidano la declinante egemonia USA: offre il dialogo all’Iran che continua ad arricchire uranio per la sua bomba e a testare i missili a sempre più lunga gittata su cui saranno montate le testate nucleari; dichiara di non aver proposto alla Russia nessuno scambio fra rinuncia americana a installare in Polonia e Repubblica Ceca missili antimissile e aiuto russo per bloccare i programmi atomici iraniani all’indomani del rigetto della proposta da parte di Medvedev. C’è di che preoccuparsi.
Scritto da: mdeledda alle ore 20:13 | link | commenti | categoria: anticomunismo
martedì, 17 marzo 2009
Nessun commento:
Posta un commento