venerdì 6 marzo 2009

VITTORINO CI SEGNALA QUESTO ARTICOLO

cara tiziana
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vittorino bocchi arluno
avvenire 5.3.2009
Viviana Daloiso
fuoriporta
Da Londra la «lezione» di Ivan Cameron
« Ivan era un bambino magi­co. Con un sorriso magico. Il suo sorriso sapeva farmi sentire il padre migliore del mondo. E certo, a volte era appena accennato, a volte e­ra accompagnato da un piccolo ranto­lo... ma quel sorriso! Sapeva illumi­nare a giorno una camera». Le parole con cui David Cameron, il leader dei conservatori bri­tannici, ha ricordato il figlio scomparso appena merco­ledì scorso, lasciano senza fiato. Basterebbero a dire tut­to sulla vita, sulla morte, sulla sofferenza, temi così at­tuali oggi, soprattutto nel dibattito nostrano.


Ma di Ivan Cameron occorre sapere di più. Per imparare una lezio­ne che, a sorpresa, arriva dal Paese che più ha fatto sen­tire la voce negli ultimi anni per l’arroganza e la sfrena­tezza della sua corsa al progresso scientifico: l’Inghilter­ra degli ibridi e della clonazione, la nazione che non ha paura di nulla a parte dell’imperfezione dei propri figli. van Cameron nasce proprio lì, in Inghilterra, in un tie­pido giorno di aprile del 2002. È il primogenito di u­na coppia perfetta: David giovane e sorprendente vol­to della politica, già all’epoca quotato per la scalata a Downing Street; Samantah – che di cognome fa Gwen­doline Sheffield – figlia di ricchissimi proprietari terrie­ri e titolare di un famoso negozio di design di lusso a Notting Hill. Ma qualcosa, nel piccolo Ivan, non va. Dai medici presto un verdetto inaspettato: il neonato è affetto da una gravissima forma di encefalopatia epilettica, ma­lattia incurabile che gli renderà la vita impossibile, im­pedendogli di parlare, di muoversi, di camminare.

Qui arriva la prima sorpresa: per i Cameron non è la fine. È un brutto colpo, certo, qualcosa di inaspet­tato e tragico, ma entrambi sono sicuri, subito: ora si va avanti, si cambia. E la coppia perfetta manda gambe all’aria la vita 'perfetta'. La casa viene attrezzata per Ivan, Samantah smette quasi completamente di la­vorare e si divide tra il bambino e lo psicologo (per sa­pere come comportarsi col piccolo, per non fare niente di sbagliato, per capire come accogliere gli altri figli che verranno), David decide di non usufruire dei suoi 'pri­vilegi' e affidarsi completamente al servizio sanitario na­zionale (se affronto – ripete spesso – il percorso che o­gni singolo cittadino si trova innanzi in una situazione simile sarò un politico migliore, oltre che un buon pa­dre).
Seconda sorpresa: i Cameron decidono di pren­dersi cura in prima persona del loro bambino. E questo comporta anche nutrirlo con un sondino, tutti i giorni, sistemare quel tubicino con cura nel suo piccolo stoma­co: Ivan non sa mangiare da solo, e non può essere im­boccato, rischierebbe di soffocare. Ci pensa suo padre, David, ogni giorno. E in giardino realizza anche una 'col­linetta sensoriale' – come la chiama lui – dove Ivan può essere sistemato comodo, e guardare il cielo, sentire il ven­to. Samantah invece prepara la 'bibbia' di Ivan, che è il suo diario medico, in cui lei scrive come sta, ogni gior­no, i suoi progressi, i suoi dolori.
La settimana scorsa la terza sorpresa, quella davvero tragica. Ivan si sente male all’improvviso, viene rico­verato, infine si spegne. La morte è l’unica barriera che la sua mamma e il suo papà non possono superare as­sieme a lui. «Il suo amore ci ha cambiato la vita – scrive David ai sostenitori del suo partito –.Quando ci fu det­to per la prima volta quanto fosse grave la sua disabilità pensai che avremmo sofferto dovendoci prendere cura di lui ma almeno lui avrebbe tratto beneficio dalle no­stre cure. Ora che mi guardo indietro vedo che è stato tutto il contrario. È stato sempre solo lui a soffrire dav­vero e siamo stati noi a ricevere più di quanto io abbia mai creduto fosse possibile ricevere dall’amore per un ra­gazzo così meravigliosamente speciale, e bellissimo». U­na lezione che lascia senza fiato la Gran Bretagna, e il mondo intero.
La drammatica storia del figlio disabile del leader conservatore britannico morto mercoledì scorso ha commosso la Gran Bretagna. Che ora si interroga sulle ambizioni eugenetiche della sua ricerca scientifica. con una nuova certezza: la vita umana, anche se sofferente, ha dignità

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