giovedì 19 marzo 2009

LA VERA GIUSTIZIA E' DIFENDERE IL NASCITURO


Campagna dei vescovi in Spagna in occasione della Giornata per la vita del 25 marzo
Tratto da L'Osservatore Romano del 17 marzo 2009

Le specie animali minacciate di estinzione hanno maggiore protezione giuridica del nascituro: lo denunciano i vescovi spagnoli che ieri, lunedì, hanno lanciato una campagna di informazione in vista della "Giornata per la vita" che si celebrerà mercoledì 25 marzo.




"Se numerose specie animali beneficiano di una vasta protezione, compresa quella penale, perché proteggere di meno la vita degli esseri umani che stanno per nascere?" si è chiesto, nel corso della conferenza stampa di presentazione, il vescovo ausiliare di Madrid, Juan Antonio Martínez Camino, segretario generale e portavoce della Conferenza episcopale spagnola.

Anche il manifesto dell'iniziativa ricorda questo paradosso. Vi sono raffigurati l'uno accanto all'altro un cucciolo di lince iberica, con il timbro "protetto", e un bimbo che domanda "E io?", sopra lo slogan "Proteggi la mia vita!". Fino al 30 marzo migliaia di questi manifesti verranno esposti sui cartelloni pubblicitari di trentasette città, nelle parrocchie e nei centri cattolici del Paese. Otto milioni i foglietti informativi che saranno distribuiti tra i fedeli.

In Spagna è viva la polemica attorno a una possibile riforma della normativa sull'aborto. Su istanza del Governo spagnolo presieduto dal socialista José Luis Rodríguez Zapatero, un comitato di esperti (che comprendeva anche giuristi e ginecologi) ha lavorato per sei mesi per apportare delle modifiche all'attuale legge, con l'obiettivo di depenalizzare l'interruzione volontaria di gravidanza. La relazione finale propone l'aborto libero nelle prime quattordici settimane e fino alla ventiduesima se è in pericolo la salute della madre o il feto presenza gravi malformazioni. Il testo passa adesso all'esame del Governo per l'elaborazione di un progetto di riforma della legge.

In occasione della "Giornata", i vescovi della sottocommissione per la Famiglia e la Difesa della vita hanno diffuso una nota intitolata La vera giustizia: proteggere la vita di chi sta per nascere e aiutare le madri, nella quale affermano come "nella nostra società va prendendo piede un'enorme deformazione della verità riguardo all'aborto, che è presentato come una scelta giusta della madre volta a risolvere un grave problema che la tocca in maniera drammatica". Arrivando addirittura - aggiungono i presuli - "a includere l'aborto fra i cosiddetti "diritti alla salute riproduttiva"". Tuttavia, "la giustizia autentica passa attraverso la difesa del nascituro e l'aiuto integrale alla donna affinché possa superare le difficoltà e dare alla luce suo figlio". Questa situazione - si legge ancora nella nota - è accompagnata da un evidente paradosso e cioè che "è sempre maggiore la sensibilità nella nostra società sulla necessità di proteggere gli embrioni delle diverse specie animali. Esistono leggi - scrivono i vescovi - che tutelano la vita di queste specie nelle loro prime fasi di sviluppo. Invece la vita della persona umana che sta per nascere è oggetto di una mancanza di protezione sempre maggiore".

Monsignor Martínez Camino ha ricordato che il Codice penale spagnolo prevede pene, incluso il carcere, per coloro che attentano contro la fauna e la flora protetta, aggiungendo che anche l'aborto è un delitto ma "che spetta al giudice, a seconda delle circostanze del caso, decidere la pena corrispondente". In Spagna l'attuale normativa è datata 1985: l'aborto non è considerato reato quando si interrompe la gravidanza nelle prime dodici settimane, nel caso di violenza sessuale, fino alle ventidue settimane se ci sono rischi di malformazione del feto e, sempre, se sussistono pericoli per la salute fisica e psichica della madre.

Accanto alla Chiesa cattolica e contro l'aborto libero, si sono schierati in Spagna più di trecento fra scienziati, docenti e intellettuali impegnati nei campi della bio-medicina, delle scienze umanistiche e delle scienze sociali. Con l'obiettivo di difendere il valore assoluto del diritto alla vita, "che inizia dal momento della fecondazione", hanno firmato un documento - chiamato Manifesto dei 300 o Dichiarazione di Madrid - nel quale ribadiscono che "né l'embrione né il feto fanno parte di un organo della madre", che "un aborto è un atto semplice e crudele di interruzione di una vita umana", che le donne devono conoscere le conseguenze psicologiche della sindrome post aborto e che "lo zigote è la prima realtà corporale dell'essere umano".
Nel manifesto si afferma che "una società indifferente al massacro di circa 120. 000 bambini all'anno è una società fallita e ammalata" e che consentire a una sedicenne di abortire autonomamente è "un atto di grave irresponsabilità" e "una forma di violenza contro le donne". (Giovanni Zavatta)


Nessun commento: