Sul blog "Alza lo sguardo"non puo' mancare quest'articolo.
Si parla sempre di integrazione,si cercano parole nuove per chiamare con maggior educazione chi viene considerato tutto sommato ultimo ma fortunatamente a volte si trova gente che riempie questi vocaboli.
Persone che cominciano a credere che i bambini down,autistici,celebrolesi,ecc...sono bambini con gli stessi desideri,con le stesse voglie di protagonismo di tutti gli altri.Bambini che possono giocare fra loro con gli altri (trovando strategie)ricevendo e dando gioia.
La grande integrazione dei nostri bimbi "diversi" troppo spesso sembra che la vogliano solo i genitori,le persone ti guardano con sguardo assai stupito.
A volte alcuni cercano di nascondere la loro perplessita' o altri (in genere sono quelli che si ritengono esperti)ti dicono che per
LORO(intendendo i nostri figli) e' meglio un ambiente costruito a doc.Questa esperienza qui raccontata,dimostra
come sia possibile un cambiamento imparando a guardare l'altro con occhi diversi. La testimonianza di una madre:
«Faccio grande sacrifici per portare qui mio figlio, ma perfino i medici si sono meravigliati del miglioramento che ha manifestato Umberto» • Lo stimolo dello sport e squadre miste con i normodotati: idea italiana di successodi Massimiliano Castellani
Avere il coraggio di guardare al cielo, stare finalmente a testa alta. Facile direte voi. Una chimera fino a poco tempo fa per Alessandro (un ragazzino autistico) e i suoi compagni di una squadra di basket davvero speciale, che ogni martedì si ritrova alla stessa ora (14.30): appuntamento all'Oratorio di San Salvatore, quartiere di San Mauro, Pavia. Sono i ragazzi dello Special Team Annabella '87. Un gruppo stupendo di cestisti in erba che hanno scoperto i benefici del "Metodo Calamai": «Una concreta integrazione attraverso il gioco della pallacanestro tra giocatori diversamente abili e giocatori normodotati ».