venerdì 25 maggio 2007

BINDI CI RACCONTA LA SUA VERSIONE SUI DICO!!!

MA DOV'ERA IL MINISTRO QUANDO LE FAMIGLIE ERANO IN PIAZZA?
FORSE LA FOLLA DEI BIMBI LA DISTURBAVA?
MEGLIO STARE ATTACCATI ALLE STATISTICHE.
ABBIAMO TOCCATO IL FONDO!
L'UOMO STA RISCOPRENDO NUOVAMENTE I VERI VALORI CHE LO POSSONO FAR VIVERE MEGLIO.
TRA QUESTI E' L'AVER RISCOPERTO CHE IL FOCOLARE DOMESTICO,I FIGLI,
L'INDISSOLUBILITA'DEL MATRIMONIO,IL MUTUO SOCCORSO,L'ATTENZIONE ALL'ALTRO
SUPERANO TUTTE LE PROPOSTE CHE LA SOCIETA' TENTA DI PROPORRE.
CRISTO E' LA RISPOSTA ALLA DOMANDA DI FELICITA'
LE FAMIGLIE CHE ERANO PRESENTI TESTIMONIAVANO CHE E' ANCORA POSSIBILE (nonostante la societa' non aiuti per niente)METTERE AL MONDO I FIGLI CERTO RICHIEDE IL DOVER RISPOLVERARE CERTI VOCABOLI NON PIU' IN VOGA:SACRIFICIO,FATICA,DOLORE,MORTE.
MA SENZA QUESTI NON SI POTRA' MAI SPERIMENTARE LA VERA LETIZIA.
CANCELLARE PEZZI DI REALTA' PORTA L'UOMO LONTANO DALLA SUA REALIZZAZIONE.
(piccole provocazioni che desiderano spronare i lettori a mandare commenti e giudizi,per rendere il blog possibilita' d'aiuto reciproco)

La famiglia italiana, ha sottolineato, “sempre più piccola e sempre più anziana. Si forma sempre più tardi, fa pochi figli e li trattiene a casa anche quando diventano adulti.

Bindi: “I Dico non intaccano il valore della famiglia, ma superano le discriminazioni”
“Non siamo sordi alle preoccupazioni e anche al dissenso che si è manifestato verso questa proposta”.
Così il ministro della Famiglia, Rosy Bindi, alla Conferenza nazionale sulla famiglia che si è aperta questa mattina a Firenze, ha affrontato il tema del discusso disegno di legge del governo sui Dico, per il riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto.
La famiglia è quella dell’art. 29 della Costituzione, questo è “l’orizzonte del governo”.
Ciò “non implica però la contrapposizione fra diritti della famiglia e diritti dei singoli”.
Il ministro ha ribadito, pertanto, la posizione sul contestato ddl sui Dico, un provvedimento che vuole “tutelare la parte più debole della coppia e valorizzare i vincoli di solidarietà. Il governo non ha mai avuto l’intenzione di riconoscere le convivenze di fatto né creare nuove forme giuridiche paragonabili a matrimoni di serie B – ha assicurato.- Il governo non ha mai voluto intaccare la famiglia fondata sul matrimonio”.
“Questo ddl – ha ricordato- riconosce ai conviventi alcuni diritti e doveri personalissimi” ed “il governo non ha mai voluto intaccare il valore della famiglia fondata sul matrimonio, ma al tempo stesso ha voluto superare ogni discriminazione”.
Quindi, ha precisato la Bindi, si può trovare un punto di incontro tra le diverse istanze della società civile.
Infatti, “due sono le intenzioni che non possono essere rimosse: il riconoscimento dei diritti dei conviventi e la salvaguardia della famiglia così come la Costituzione la disegna” e questi due elementi possono essere alla base “di una condivisione” poiché “gli strumenti si possano trovare attraverso il confronto e il dialogo in vista di una sintesi originale”.
Così il ministro per la Famiglia è più che mai convinta che “la sfida della vera laicità passa anche dalla riflessione sulla famiglia” anche perché non si tratta di “assenza di valori di fronte alle questioni etiche” né di “contrapposizione di visioni” ma della “ricerca infaticabile di una sintesi attraverso il dialogo e il confronto.”
Ed è proprio in questa ottica - ha sottolineato la Bindi - che “il Governo ha presentato il disegno di legge sui Dico”.
Per il ministro, infatti, “il Governo ha voluto superare ogni discriminazione”, riconoscendo i diritti ai conviventi, rimarcando il fatto che “la famiglia non è un concetto ‘liquido’, adattabile a qualunque situazione” ma “resta un bene essenziale per la società, il luogo dove convivono gli affetti.”
Così, “il gran parlare di crisi o trasformazione della famiglia - ha detto il ministro - indica non il venir meno delle sue ragioni, ma l’emergenza di rimotivare i suoi valori”.
Ed ecco, “le tre grandi sfide che incrociano la famiglia del futuro”: “Responsabilità educative, solidarietà fra generazioni e multiculturalità”.
“Queste sfide- ha spiegato la Bindi- possono rappresentare o un’occasione favorevole per fare emergere le potenzialità di risorse che la famiglia costituisce o forse l’intero Paese non riuscirà a coglierle”.
Per il ministro della Famiglia è proprio la famiglia “il luogo dove è possibile l’integrazione di modelli culturali diversi. Il rapporto fra un italiano e un cinese o un italiano e un magrebino può anche costituire una sfida, ma si mettono in gioco anche possibilità più ricche di incontro e di scambio”.
E’ per questo, ha ricordato la Bindi “che abbiamo puntato alla modifica della precedente legislatura partendo proprio dai ricongiungimenti familiari”.
Multiculturalità è però anche problema di sicurezza: “Non ci possiamo nascondere- ha spiegato il ministro della Famiglia- che la multiculturalità ci pone anche problemi di sicurezza molto avvertiti in tutte le fasce sociali, soprattutto quelle più deboli”, ma ha fatto notare il ministro “è proprio l’integrazione la principale politica per la sicurezza”.
Passando poi a questioni più concrete, il ministro ha affrontato la questione del quoziente familiare “chiesto con forza dal mondo cattolico per venire incontro ai problemi economici dei nuclei familiari nel nostro Paese” dichiarando che, su questo, il Governo “è pronto dialogare”.
Al tempo stesso, però, non ha taciuto riguardo le contro-indicazioni di uno strumento simile secondo l’esecutivo.
Per la Bindi, la famiglia in Italia oggi va, infatti, innanzitutto “tolta dall’isolamento in cui spesso vive” e che trova le sue espressioni più tragiche nell’aumento di abusi sessuali su donne, anziani e bambini, riconfermando l’impegno del governo a lavorare ad un “grande patto per la famiglia”.
“Sono convinta – ha aggiunto- che una parte delle risorse dell’extra gettito debba andare a sostenere l’occupazione giovanile e a realizzare la riforma degli ammortizzatori sociali a cui sta lavorando il ministro Damiano”.
“La riduzione dell’Ici è obiettivo reale di questo governo, ma avendo ben presente che bisogna trovare un’intesa con i Comuni e sapendo che la riduzione deve rispondere a precisi criteri di equità: riforma del Catasto come strumento di lotta all’evasione, reddito, numero dei componenti del nucleo familiare”.
Per questo, fra le priorità, c’è senza dubbio, quella di “stringere una grande alleanza per la famiglia” anche a livello istituzionale, così come quella già lanciata a livello europeo.
La famiglia italiana, ha sottolineato, “sempre più piccola e sempre più anziana. Si forma sempre più tardi, fa pochi figli e li trattiene a casa anche quando diventano adulti. Ha poche donne che lavorano e grandi difficoltà a conciliare i tempi del lavoro e degli affetti”.
“Sono primati infelici - ha aggiunto la Bindi - che ci accompagnano da poco tempo, che frenano la crescita del paese e non ci mettono al passo con il resto dell’Europa”.
Il capo del dicastero della famiglia ha poi aggiunto: “Sappiamo che i ragazzi che tentano di uscire di casa per affrontare una vita autonoma e una vita di coppia, spesso sono costretti a tornare dai genitori respinti dall’instabilità del lavoro e dagli affitti esorbitanti. Sappiamo che l’instabilità coniugale è in forte aumento. Ci si sposa sempre di meno, aumentano le convivenze prematrimoniali e non, mentre crescono separazioni e divorzi”.
“Noi non stiamo registrando queste tendenze per sostenere la fine della famiglia – ha tenuto a precisare- Vorremmo piuttosto capire in che modo, salvaguardando lo spazio inviolabile delle scelte più intime e personali, la politica può sostenere e promuovere la famiglia”.


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