venerdì 11 maggio 2007

IL MOVIMENTO FONDATO DA DON GIUSSANI IN MASSA A ROMA

Da IL Tempo di Roma
(Segnalato da Saul)

UNA grande festa ma anche l’occasione per ribadire il valore
imprescindibile della famiglia tradizionale. Questa, una delle
premesse fondamentali alla base della massiccia partecipazione di
Comunione e liberazione al Family Day. Mentre le cifre degli aderenti
alla manifestazione di sabato prossimo in piazza San Giovanni
continuano a lievitare, a migliaia e da ogni parte d’Italia, i
ciellini promettono di riversarsi nella Capitale. Nato da oltre un
cinquantennio da un’idea di don Giussani, il movimento di CL
garantisce alla manifestazione un appoggio che va oltre il dato
numerico, comunque cospicuo, e propone un contributo intellettuale
per approfondire e promuovere la riflessione sul tema della famiglia:
«Nella storia e nell’esperienza del movimento, che è fatta in
grandissima parte da famiglie - ricorda Roberto Fontolan, direttore
del Centro Internazionale di Comunione e liberazione di Roma -
l’attenzione e l’accoglienza per la famiglia è sempre stata
vivissima. Il nostro contributo è avviare, o quantomeno rafforzare,
un lavoro di tipo educativo. Non siamo i soli a farlo ma per noi, la
manifestazione rappresenta anche il momento simbolico dell’attenzione
e del tentativo di approfondire le tematiche che riguardano la
famiglia, la realtà e la cultura contemporanea. Insomma, il modo in
cui ci si accosta e si giudica la famiglia di oggi». In linea con
questa visione, in allegato a Tracce, il mensile di CL, sono stati
pubblicati gli atti di un seminario promosso dalla Fondazione per la
Sussidiarietà, incentrato sulle tematiche della famiglia.
Nell’introduzione, il professor Giancarlo Cesana espone chiaramente
la posizione del movimento nei confronti dei «Dico» e sul significato
rivestito dal Family Day: «Sono in gioco due questioni assai vive nel
nostro Paese: il futuro di un governo debole, che sui Dico ha fatto
una scommessa di coesione tra alcune sue componenti cattoliche e
quelle della sinistra estrema; il destino di una società che sembra
voler relativizzare i valori tradizionali, come la famiglia, che
l’hanno fin qui costruita». Inoltre, poiché una parte significativa
delle «cosiddette società avanzate» sembra intenzionata a
«dimenticare la storia dei secoli precedenti, riguardo alla
concezione dell’uomo e dei suoi rapporti affettivamente più intensi,
ha dato così avvio a una "guerra" culturale, verosimilmente lunga e
generale, perché fondata non su un problema qualsiasi, ma su quello
dell’esperienza umana e del suo significato. (….) Poiché le guerre si
fanno per vincere, occorre essere persuasi della loro durata e
difficoltà e impegnarsi in battaglie che riescano ad andare al
nocciolo della questione. Altrimenti, facilmente ci si disperde e,
soprattutto, si tralascia l’aspetto più rilevante che è quello
educativo». L’esperienza diventà, così, la parola centrale e
caratterizzante per tutti quelli che si riconoscono nel sostegno alla
famiglia che significa, secondo il direttore del Centro
Internazionale Fontolan: «Seguire l’insegnamento di don Giussani
riguardo a quel nucleo di domande e di esigenze fondamentali, di
felicità, di significato e di pienezza, che costituiscono il cuore di
ogni uomo. Certamente la famiglia è culturalmente, storicamente e
antropologicamente il primo luogo in cui queste domande trovano un
inizio di risposta. In questo senso, essere a difesa della famiglia
significa difendere l’uomo e la sua struttura originale e
irriducibile». In tale ottica, quindi, la manifestazione del 12
maggio diventa l’occasione per una rivalutazione del concetto di
famiglia tradizionale: «Gli aggettivi portano sempre un piccolo o
grande giudizio di valore - continua Fontolan - e quando si dice
"tradizionale" si intende spesso una cosa vecchia e che appartiene al
passato. Come se ci fosse una famiglia del passato e una famiglia del
presente o del futuro». Con tale determinazione, l’ex Gioventù
Studentesca (Gs) si appresta ad affrontare il Family Day. Lontano il
tempo storico del «Berchet» di Milano, oggi il movimento ecclesiale
di Comunione e Liberazione è una vera e propria potenza
internazionale, presente in oltre settanta Paesi e in tutti i
continenti, la cui vicinanza e benevolenza da parte del Vaticano è
sempre più motivo di orgoglio per i suoi esponenti.

giovedì 10 maggio 2007

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