giovedì 24 maggio 2007

SANTORO COMPRA PRETI PEDOFILI IN TV

Libero 23 maggio 2007
di LUIGI SANTAMBROGIO
....La spazzatura televisiva sta alla libertà di espressione come gli alcolisti stanno a una fabbrica di bottiglie...

È il rischio della democrazia di pensiero e parola: pure chi se ne approfitta, come l'ubriaco, è protetto dalle stesse norme che sanciscono l'intangibilità dei diritti. Fatti salvi, si capisce, le regole del gioco e i limiti di legge. Per il resto, liberi tutti e vinca chi può. E non è detto che sia sempre il migliore. Devono aver pensato così i dirigenti Rai che ieri hanno dato l' expedit a Michele Santoro per la messa in onda, ad Annozero , del documentario sui preti pedofili comprato per 20mila euro dalla Bbc. Ed è stata una decisione saggia e giusta. Per più di un motivo.
Non era cardinale
La scelta ha innanzitutto sgonfiato sul nascere il nuovo caso montato con la solita maestria furbacchionesca dal fu re delle piazze televisive e delle risse del tubo (catodico). Ci siamo così risparmiati tanto per cominciare una nuova interpretazione del martirologio secondo San Michele. E poi, il filmino sarebbe comunque andato in onda sul canale della concorrenza. Mentana s'era già fatto sotto per pigliarselo lui, fiutando l'affare su un argomento che in questi tempi di Dico e Family day tira parec- chio. Prezzo più che stracciato, quei 20mila euro. Si sa, oggi la notizia e l'informazione devono il loro valore non più alla vicinanza o approssimazione alla realtà. No, a determinare il prezzo sono invece le stesse regole in vigore per il commercio. E la domanda di preti pedofili è oggi, alla Borsa dello spaccio mediatico, tra le più alte. Torniamo a Santoro e al suo trappolone. Titolo originale in inglese: Sex and the Vatican . Trentasei minuti (mandati in onda nel 2006 dalla Bbc) di fritto misto tra testimonianze e affermazioni che già vennero dimostrate false dalla Conferenza episcopale inglese, la quale invitava la pseudo austera Bbc (questa dell'imparzialità del giornalismo british è un'altra gran balla messa in giro dai giornalisti) «a vergognarsi per lo standard giornalistico usato nell'attaccare senza motivo Benedetto XVI». Infatti, il coup de théâtre del filmetto consiste nel mettere sotto accusa Papa Ratzinger, responsabile di aver coperto e secretato i crimini pedofili commessi dai sacerdoti in tutto il mondo. Responsabile in quanto garante per 20 anni, come Prefetto del Sant'Uffizio, dell'applicazione del testo vaticano Crimen sollicitationis . E qui, gli asini della Bbc e il Michele ragliante cadono per la prima volta. Il documento, infatti, venne emanato nel 1962; in quell'anno Joseph Ratzinger non era ancora cardinale e nemmeno Prefetto della futura Congregazione per la dottrina della fede. Era un semplice teologo impegnato nei suoi studi in Germania. Qualcuno lo farà notare al gentile pubblico pagante (il canone) di Annozero ? Il documento viene presentato come il furbo escamotage per silenziare i crimini preteschi. In realtà, come ha già chiarito bene Avvenire la scor- sa settimana, si tratta di una disposizione atta a istruire i processi canonici e portare alla riduzione allo stato laicale i sacerdoti coinvolti nelle oscenità pedofile. Il processo alla pedofilia nella Chiesa è cominciato ben prima di Ratzinger; Papa Wojtyla più volte tuonò contro quei preti che si erano macchiati di un crimine tra i più orrendi. Il Crimen , poi, richiedeva il segreto del procedimento canonico per permettere ad eventuali testimoni di farsi avanti liberamente, garantendo che le loro confessioni sarebbe state riservate e segrete. E di conseguenza, che anche la parte accusata avesse tutte le garanzie prima della chiusura del procedimento. In termini laici e giuridici, tutto questo si chiama segreto d'ufficio. Ogni tribunale e procura che si rispetti non si sognerebbe mai di metterlo in discussione o di definirlo come il tentativo di insabbiamento di un'indagine o, peggio ancora, omertà e copertura dei criminali. Beh, nel documentario, si dice invece proprio così: si dice che Ratzinger obbligò con quel documento a insabbiare tutto e tutti. Cascati per la seconda volta, gli asini anglo-santoriani sapranno rialzarsi e dire agli spettatori (sempre paganti, ma, a questo punto, anche un tantino incazzati) come stanno le cose? O il garantismo, principio sacro ed eterno, vale solo quando parlano di se stessi o degli amici della loro congrega rosso-vergogna? La pulp fiction Il 15° paragrafo del documento vaticano obbliga chiunque sia a conoscenza di un uso del confessionale per abusi sessuali a denunciare il tutto, pena la scomunica. Scomunica, capito Michè? Mica bruscolini di sabbia santa per affossare tutto. Dillo anche al tuo compare Vauro, il fumettaro al quale riescono tante bene le vignette su preti e vescovi ma gli si bloccan le mani quando deve pigliare per il culo gli imam islamici. Perché, al prossimo ramadan, non ci disegna un bel kamikaze iracheno che si gode le 77 vergini promesse dal Corano? È chiaro che Santoro ormai non fa più informazione, tantomeno gli interessa dibattere argomenti o far incontrare opinioni diverse. No, Michele, l'ex intenditore, mette in scena ormai solo patetiche pulp fiction , dove la realtà è solo un pretesto per costruire il suo castello incantato. Tra l'altro, il documentario farlocco della Bbc venne proposto per l'acquisto anche a Milena Gabanelli, la direttrice del programma Report . Che fiutò l'inganno e rifiutò il pacco made in England . Già, la classe non è acqua e per Santoro non siamo più ai fasti dell'editto bulgaro, di Sciuscià o del Raggio Verde . Il ritorno in Rai del grande liber tador non ha provocato nessun movimento tellurico negli ascolti. E, a parte la sorpresa tricologica delle prime puntate per il capello biondo-fino, il resto è andato avanti a pallottole spuntate. Nessuno scandalo, nessuna emozione come quando il Cavaliere telefonava in diretta e lui gli sbatteva in faccia la cornetta. In quasi un anno, la destra non ha chiesto mai la sua testa, anzi non se l'è proprio filato per nulla. Insomma, una noia.
Le orecchie del toro
Santoro resta comunque un maestro nell'arte del camuffo e della camarilla dialettica. Nella sua arena truccata il toro non ha nessuna chance di uscirne vivo perché el matador tira colpi bassi e proibiti. L'ultima volta, ed essere indecentemente "matado" è stato il ministro Mastella, invitato, uno contro tutti, a sostenere le ragioni del suo no ai Dico. Ma Miguel stavolta non ha avuto la soddisfazione di tagliare le orecchie al toro. Il ministro, annusata l'aria, ha abbandonato il teatrino dello spettacolo gaglioffo, lasciando tutta la gang a corto di sangue. Se Mastella se ne va in anticipo, Santoro, come al solito, arriva tardi. E, soprattutto, arriva quando è necessario dare una mano agli amici che l'hanno riportato in Rai dopo averlo lasciato qualche mese a giocare con le macchinine dell'europarlamento. Quegli amici, compagni in questo caso, che Vespa, molti anni fa, chiamava gli editori di riferimento. Quelli di Santoro sono la sinistra in genere, o quella più antagonista e urlante, a seconda delle necessità. E qui la necessità è quella di colpire duro il Papa, i vescovi, i cattolici dopo la manifestazione del Family day che ha fatto scoprire a lorsignori di non essere gli unici in grado di riempire le piazze. L'ordine impartito è colpire, calunniare, menarla con l'omofobia, l'antigaiezza e l'oscurantismo della Chiesa. La verità è che questi compagnuzzi sono spaventati. Lo fa capire il pugnorosato Enrico Boselli, che su Repubblica lancia un appello ai compagni: «fermate il partito del Papa, l'offensiva integralista del Pontificato di Benedetto XVI». Il radical-idiot non si rende conto che non c'è nessun partito del Papa; esiste invece un popolo concreto, allegro e responsabile, pacifico e coraggioso, paziente e ostinato. Che laicamente vuole ascolto perché ha qualcosa da dire. Alla società, alla politica e pure ai guru dell'informazione. Ma non chiede più permessi ai tanti Santori d'Italia e ai loro amici in paradiso.

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