mercoledì 23 maggio 2007

LA FEDE RITROVATA DEI SENZA TERRA

Giorgio Vittadini
Presidente Fondazione per la Sussidiarietà

Tratto dal quotidiano “Il Giornale” del 10 maggio 2007 pagina 5
È avvenuto così un nuovo incontro con il fatto cristiano, scartato tanti anni prima come religione dei potenti o come motivazione ormai inutile di un impegno mosso dall'ideologia. Tutto ciò che era avvenuto è stato visto come imitazione dell' amore di Cristo e la solidarietà è divenuta carità, che ha dato nuovo vigore e speranza anche all' impegno materiale.

- In questi giorni il Papa è in Brasile ad incontrare i vescovi latino-americani in un momento drammatico e decisivo della vita di quel continente, quello che, insieme all'Africa, ha meno goduto dei benefici della globalizzazione. La povertà, la violenza, il narcotraffico, la corruzione, continuano a diffondersi e continuano ad affermarsi dittatori più o meno mascherati che aggravano le condizioni di vita della popolazione. In questo quadro anche parte del popolo cristiano sembra essere disorientata. C'è chi, dopo aver sperato in un avvento del regno di Dio come rivoluzione sociale, oggi si accoda a tentativi politici, trasformando le parrocchie in sezioni di qualche partito del popolo o del lavoro. C'è chi, spaventato, si rifugia in uno spiritualismo senza carne, prima o poi, preda dell'aggressività di sette prezzolate da centri di potere internazionali. Eppure il Papa non incontrerà solo questo. Un esempio per tutti, fra i tanti: l'associazione Senza Terra di San Paolo in Brasile. I suoi componenti occupavano abusivamente le terre e regolarmente ne erano espulsi nella perenne attesa di piani sociali che non sono giunti neanche con Lula. Per una intuizione di Cleusa Ramos e Marcos Zerbini, che ancora li guidano, dall'inizio degli anni 80, molte famiglie (oggi 17.000) smisero di occupare, impararono a risparmiare, comprarono le terre e si costruirono la casa, secondo un processo socialmente molto simile a quello del movimento cooperativo in Europa. L'associazione non gestisce i soldi, ma assiste in tutto la libera iniziativa delle famiglie, con consulenze, aiuto nella progettazione, assistenza nel rapporto con le autorità municipali. Col tempo si è creata tra la gente una solidarietà che ha permesso la nascita di opere sociali: una convenzione con un'assicurazione sanitaria decisamente conveniente, l'ottenimento dell'entrata dei pullman nel quartiere, una convenzione con diverse università per aiutare i ragazzi poveri a studiare (oggi 22.000). E inevitabilmente è emersa la necessità di educare questo «popolo » attraverso incontri mensili per gli adulti, in cui ascoltare i loro bisogni, e con i ragazzi per discutere le ragioni delle loro scelte. Tuttavia, anche questo non bastava e con il tempo è cresciuto in molti il desiderio di approfondire il significato stesso della loro avventura umana. È avvenuto così un nuovo incontro con il fatto cristiano, scartato tanti anni prima come religione dei potenti o come motivazione ormai inutile di un impegno mosso dall'ideologia. Tutto ciò che era avvenuto è stato visto come imitazione dell' amore di Cristo e la solidarietà è divenuta carità, che ha dato nuovo vigore e speranza anche all' impegno materiale. Non è un esempio isolato: nelle lande più sperdute del grande continente, intorno a missionari, preti, laici, movimenti, sta avvenendo qualcosa di simile: una saldatura tra il più sincero anelito per la giustizia e l'annuncio della presenza di un Dio divenuto compagnia all' uomo. È qualcosa di molto simile a quanto avvenne in Europa, quando interi popoli barbari si convertirono al cristianesimo senza diventare prima «latini», trovando in esso la risposta al personale desiderio di verità, giustizia, bellezza.
Giorgio Vittadini
Presidente Fondazione per la Sussidiarietà

Tratto dal quotidiano “Il Giornale” del 10 maggio 2007 pagina 5

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