giovedì 1 marzo 2007

PRIME MEDITAZIONI NEGLI ESERCIZI SPIRITUALI


La gente pare che non si lasci più convincere dalla nostra predicazione, ma di fronte alla santità ancora crede, ancora si inginocchia e prega. Non dimenticate che il diavolo non ha paura dei nostri campi sportivi e dei nostri cinematografi, ma ha paura della nostra santità’

Il Cardinal Biffi al Papa e alla Curia: riconoscere il peccato per riscoprire la gioia

Data pubblicazione: 2007-02-26

CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 26 febbraio 2007 - Riscoprire il proprio peccato è riscoprire la profonda gioia del perdono di Dio, ha considerato questo lunedì il predicatore degli esercizi spirituali ai quali partecipa Benedetto XVI.

Il Cardinale Giacomo Biffi, Arcivescovo emerito di Bologna, ha constatato con l’ironia che lo caratterizza che al giorno d’oggi non si è perso il senso del peccato, ciò che si è perso è il senso del peccato stesso.

“Cercate le cose di lassù” è l’argomento sul quale il porporato italiano sta offrendo le sue meditazioni da questa domenica pomeriggio al Papa e ai suoi collaboratori della Curia Romana nella Cappella “Redemptoris Mater” del Palazzo Apostolico del Vaticano.

Nella prima meditazione di questo lunedì mattina, secondo quanto raccolto dalla “Radio Vaticana”, il predicatore degli esercizi spirituali ha riflettuto sugli argomenti centrali della Quaresima: la conversione, e quindi il senso del peccato e del pentimento che salva. La liturgia della Quaresima, ha affermato il Cardinal Biffi, è segnata da una frase che rappresenta l’esordio dell’annuncio pubblico di Gesù: “Convertitevi e credete al Vangelo”.

Questo periodo, dunque, non è il tempo dato al credente per verificare “se” vi sia qualcosa da cambiare in sé stesso, quanto piuttosto “cosa” debba essere cambiato, cioè convertito da uno stato di errore a uno di grazia, ha sottolineato.
La conversione, cioè il cambiamento di direzione lungo il cammino della vita, inizia dal cuore, dal pentimento interiore, e se il discepolo di Cristo deplora con fermezza la colpa, non toglie a nessuno la certezza della divina misericordia, anche perché il frutto di un pentimento autentico ha come esito immancabile la gioia, ha osservato.
Oggi, ha notato il porporato, si dice che non c’è pentimento perché si è smarrito il senso del peccato.

Tuttavia, ha soggiunto, questo non è del tutto vero, perché la nostra epoca è segnata dalle continue denunce di malefatte, sui media e nei tribunali.

Ciò vuol dire allora che il senso del peccato esiste, ma il senso del peccato altrui. Viceversa, il pentimento che salva sta nel riconoscere i propri errori, perché dissociarsi dalla colpa avvicina per ciò stesso a Dio, che è l’antitesi del male, e rende meglio percepibile l’imminenza del suo Regno. Nella seconda meditazione di questo lunedì, il Cardinal Biffi ha riflettuto sulla frase liturgica “Ricordati che sei polvere e polvere ritornerai” del Mercoledì delle Ceneri.

Nel mondo che non riconosce il mondo invisibile, la morte è una disfatta. Una vita che, per certa mentalità, è destinata a finire in nulla rende vuoto anche quello che si fa mentre si è in vita, per cui l’esistenza più perversa e quella più generosa, secondo questa visione, finiscono, all’apparenza, per essere ripagate alla stessa maniera.

Il moltiplicarsi dei suicidi o le stesse morti di molti giovani che tornano dalla discoteca sono l’emblema tragico di vite consumate senza senso, ha denunciato.

Questo vuoto è assurdo per la mente umana. Ecco in cosa consiste la profonda differenza del messaggio evangelico.

Il cristiano, ha detto il Cardinal Biffi, non censura il pensiero della morte, non ha vergogna di provarne sgomento, perché è lo stesso sperimentato dal suo Signore.

A questo proposito, il porporato ha sollecitato i pastori della Chiesa a sottrarsi a un certo condizionamento che impedisce una seria riflessione sulla morte.

Bisogna portare l’uomo non tanto a scegliere tra una vita futura, della quale non sa niente, e una godibile vita presente, quanto a scegliere tra una vita svuotata di senso che finisce nel nulla e la speranza di un evento che verrà a darci un senso e un traguardo, cioè la Risurrezione.

“La nostra vita senza Dio sarebbe, per l’appunto, una fiammata che finisce in un pugno di cenere spenta”, ha concluso.

Codice: ZI07022710
Data pubblicazione: 2007-02-27
Il Cardinal Biffi al Papa e alla Curia: il Cristianesimo, “novità senza confronti nella storia dell'umanità”
Nella terza giornata di esercizi spirituali per la Quaresima
CITTA' DEL VATICANO, martedì, 27 febbraio 2007 (ZENIT.org).- E' l’irruzione di Cristo e della sua opera redentrice a fare del Cristianesimo “una novità senza confronti nella storia dell’umanità”: è quanto ha sottolineato questo martedì il predicatore degli esercizi spirituali ai quali partecipa Benedetto XVI.

Così ha detto nella prima meditazione dopo la celebrazione delle Lodi Mattutine il Cardinale Giacomo Biffi, Arcivescovo emerito di Bologna, nel ricordare che per la prima comunità cristiana accanto al Dio di Israele c’è anche Gesù di Nazareth Crocifisso e Risorto.

“Cercate le cose di lassù” è l’argomento sul quale il porporato sta offrendo le sue meditazioni, dal pomeriggio della scorsa domenica, al Papa e ai suoi collaboratori della Curia Romana nella Cappella “Redemptoris Mater” del Palazzo Apostolico del Vaticano.

“Gli Apostoli, pur rimanendo ebrei coerenti e leali, sono arrivati ad adorare il Figlio di Maria come il dominatore dei tempi, come il centro di tutto”, ha affermato il Cardinale, secondo quanto rivelato in una sintesi della sua predica offerta dalla “Radio Vaticana”.

E seppure “gli Apostoli non propongono (...) agli uomini una religione diversa da quella in cui sono vissuti”, il Cristianesimo che “nasce all’interno della fede di Israele” è “una novità senza confronti nella storia dell’umanità”, ha continuato.

“Il fatto centrale ed onnicomprensivo – ha detto il Cardinale Biffi – è l’irruzione di Cristo e della sua opera redentrice. Gli Apostoli si imbattono in un uomo che rompe ogni schema”.

Ma è soprattutto dopo la Pasqua di Risurrezione, ha rammentato, che “gli Apostoli sono costretti a rileggere tutti gli episodi della vita di Cristo. Sono costretti ad arrendersi, ad ammettere che sono entrati in contatto con Qualcuno che sta sopra ogni essere”

Nella seconda meditazione, dopo la celebrazione dell’Ora Terza, il Cardinale Biffi ha rilevato che a differenza di quanto accadeva in passato “credere nel valore unico e indispensabile della Croce può farci apparire come uomini dalle vie ristrette e dall’animo incapace di comprensione e aperture verso quanto di vero e di buono c’è nel mondo extracristiano”.

Tuttavia, ha avvertito il porporato, “ogni umanesimo separato dalla conoscenza di Cristo o programmaticamente avverso alla fede cristiana dà immancabilmente luogo ad una società disumana e questa è la lezione tragica che ci ha impartito il secolo XX”.

Nel pomeriggio di ieri, il Cardinale Biffi ha quindi voluto ricordare la testimonianza luminosa del Beato Alfredo Ildefonso Schuster, Arcivescovo di Milano per 25 anni, dal 1929 al 1954, “un maestro e un modello – ha detto – perché era un testimone convincente del mondo invisibile.”

“Negli ultimi giorni della sua vita – ha raccontato il porporato –, volle incontrare i seminaristi e disse loro: ‘La gente pare che non si lasci più convincere dalla nostra predicazione, ma di fronte alla santità ancora crede, ancora si inginocchia e prega. Non dimenticate che il diavolo non ha paura dei nostri campi sportivi e dei nostri cinematografi, ma ha paura della nostra santità’”.

Data pubblicazione: 2007-02-28
Il Cardinale Biffi presenta l’anticristo secondo il filosofo russo Solovev
Nelle riflessioni quaresimali al Papa e alla Curia Romana
CITTA' DEL VATICANO, mercoledì, 28 febbraio 2007 (ZENIT.org).- Nel corso degli Esercizi spirituali al Pontefice e alla Curia Romana, martedì 27 febbraio, il Cardinale Giacomo Biffi ha riflettuto su “L’ammonimento profetico di Vladimir S. Solovev”.

Facendo riferimento in particolare all’opera del filosofo russo “I tre dialoghi e il racconto dell'anticristo”, l’Arcivescovo emerito di Bologna ha ricordato che “l’anticristo si presenta come pacifista, ecologista ed ecumenista. Convocherà un Concilio ecumenico e cercherà il consenso di tutte le confessioni cristiane concedendo qualcosa ad ognuno. Le masse lo seguiranno, tranne dei piccoli gruppetti di cattolici, ortodossi e protestanti”.

Secondo la sintesi del discorso del porporato offerto dalla “Radio Vaticana”, il Cardinale Biffi avrebbe spiegato che “l’insegnamento lasciatoci dal grande filosofo russo è che il Cristianesimo non può essere ridotto ad un insieme di valori. Al centro dell’essere cristiani c’è infatti l’incontro personale con Gesù Cristo”.

“Verranno giorni in cui nella cristianità si tenterà di risolvere il fatto salvifico in una mera serie di valori”, ha scritto nella sua ultima opera nell’anno 1900 il filosofo russo Vladimir Solovev, che con grande acume aveva profetizzato le tragedie del XX secolo.

Nel “racconto breve dell’Anticristo” Solovev scrive che “Incalzati dall’anticristo, quel piccolo gruppetto di cattolici, ortodossi e protestanti risponderanno all’anticristo: 'Tu ci dai tutto, tranne ciò che ci interessa, Gesù Cristo'”.

Per il Cardinale Biffi questo racconto è un ammonimento. “Oggi, infatti, corriamo il rischio di avere un Cristianesimo che mette tra parentesi Gesù con la sua Croce e Risurrezione”.

"L’Arcivescovo emerito di Bologna ha spiegato che se i cristiani si “limitassero a parlare di valori condivisibili saremmo ben più accettabili nelle trasmissioni televisive come nei salotti ma così avremmo rinunciato a Gesù, Ma cosi' avremmo rinubnciato alla realtà sconvolgente della Risurrezione”.

Per il Cardinale Biffi è questo il “pericolo che i cristiani corrono nei nostri tempi”, perché “il Figlio di Dio, non è traducibile in una serie di buoni progetti omologabili con la mentalità mondana dominante”.

“Tuttavia - ha precisato il porporato - tutto ciò non significa una condanna dei valori, che tuttavia vanno sottoposti ad un attento discernimento. Ci sono, infatti, valori assoluti come il bene, il vero, il bello. Chi li percepisce e li ama, ama anche Cristo, anche se non lo sa, perché Lui è la verità, la bellezza, la giustizia”.
Il Predicatore degli Esercizi spirituali per la Quaresima di quest'anno ha quindi precisato che “ci sono valori relativi come la solidarietà, l’amore per la pace e il rispetto per la natura. Se questi si assolutizzano, sradicandosi o perfino contrapponendosi all’annuncio del fatto salvifico, allora questi valori diventano istigazioni all’idolatria e ostacoli sulla strada della Salvezza”. In conclusione, il Cardinale Biffi ha affermato che “se il cristiano per aprirsi al mondo e dialogare con tutti, stempera il fatto salvifico, preclude la sua connessione personale con Gesù e si ritrova dalla parte dell’anticristo”.
Sull’anticristo e sul romanzo di Solovev, il Cardinale Biffi aveva già svolto una dettagliata relazione il 4 marzo del 2000 in una conferenza organizzata dal centro Culturale E. Manfredini e dalla Fondazione Russia Cristiana. Il testo del suo intervento è stato poi riportato per intero nel libro “Pinocchio, Peppone, l’Anticristo” (Cantagalli 2005).

In quell’intervento Ricordando le parole profetiche del filosofo russo, il Cardinale di Bologna aveva detto: “Soprattutto è stupefacente la perspicacia con cui (Solovev) descrive la grande crisi che colpirà il cristianesimo negli ultimi decenni del Novecento, crisi che Soloviev vede come l'Anticristo che riesce a influenzare e a condizionare un pò tutti, quasi emblema, ipostatizzazione della religiosità confusa e ambigua di questi nostri anni”.
“L'Anticristo – proseguiva – sarà 'convinto spiritualista', un ammirevole filantropo, un pacifista impegnato e solerte, un vegetariano osservante, un animalista determinato e attivo”.

E ancora, ironizzava il Cardinale Biffi, quell'Anticristo sarà “anche un esperto esegeta: la sua cultura biblica gli propizierà addirittura una laurea honoris causa a Tubinga. Soprattutto, si dimostrerà un eccellente ecumenista, capace di dialogare 'con parole piene di dolcezza, saggezza ed eloquenza'".


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