venerdì 23 marzo 2007

IL PAPA SABATO INCONTRERA' IL MOVIMENTO DI COMUNIONE E LIBERAZIONE



Questa è la prima volta che il movimento di CL e la sua leadership si incontrano ufficialmente con il papa, dopo la morte del fondatore don Luigi Giussani, avvenuta il 22 febbraio del 2005. Da cardinale, papa Ratzinger non ha mai nascosto la sua stima per don Giussani e il suo movimento. Ed è toccato proprio a lui, come legato papale, presiedere la liturgia per il funerale del fondatore di CL, da lui definito “caro amico”. Davanti alle migliaia di persone dentro e fuori il duomo di Milano, l’allora cardinale Ratzinger aveva parlato di don Giussani, come un uomo dalla "fede imperterrita", che ha "guadagnato molti cuori a Cristo" testimoniando un cristianesimo non ridotto a "pacchetto di dogmi" ma come "storia d'amore"e "innamoramento in Cristo".....
(qui sotto riporto anche la lettera che Carron ha mandato ai membri della fraternita' in occasione di quest'incontro)

Il Papa incontra il movimento di Comunione e Liberazione
L’udienza avviene in occasione del 25° anniversario della Fraternità di CL. Attese almeno 70 mila persone. L’apprezzamento di Benedetto XVI per tutti i movimenti ecclesiali.


Città del Vaticano (AsiaNews) – Almeno 70-80mila persone del movimento di Comunione e Liberazione sono attese in piazza san Pietro sabato 24 marzo per un incontro con Benedetto XVI. Il pontefice ha concesso un’udienza al gruppo ecclesiale in occasione del 25° anniversario del riconoscimento pontificio della Fraternità di CL, avvenuto l’11 febbraio 1982, con Giovanni Paolo II. Il raduno inizierà alle 11 e si concluderà alle 13.

Questa è la prima volta che il movimento di CL e la sua leadership si incontrano ufficialmente con il papa, dopo la morte del fondatore don Luigi Giussani, avvenuta il 22 febbraio del 2005. Da cardinale, papa Ratzinger non ha mai nascosto la sua stima per don Giussani e il suo movimento. Ed è toccato proprio a lui, come legato papale, presiedere la liturgia per il funerale del fondatore di CL, da lui definito “caro amico”. Davanti alle migliaia di persone dentro e fuori il duomo di Milano, l’allora cardinale Ratzinger aveva parlato di don Giussani, come un uomo dalla "fede imperterrita", che ha "guadagnato molti cuori a Cristo" testimoniando un cristianesimo non ridotto a "pacchetto di dogmi" ma come "storia d'amore" e "innamoramento in Cristo". Alcuni di questi temi ricorrono di continuo nei discorsi di Benedetto XVI e nella sua enciclica. Il pontefice apprezza la testimonianza dei movimenti ecclesiali, da lui visti come un importante strumento per l’evangelizzazione in Europa e nel mondo. Alla veglia di Pentecoste lo scorso 3 giugno, celebrata con tutti i movimenti ecclesiali, Benedetto XVI ha ricordato una definizione di Giovanni Paolo II: “Tutta la Chiesa è un unico grande movimento animato dallo Spirito Santo”.


In occasione dell’udienza a Roma, don Julian Carron, il sacerdote che è succeduto a don Giussani alla guida del movimento, ha diffuso una lettera a tutti i membri di CL in cui ricorda che “Papa Benedetto ha avuto e ha un legame così singolare con la nostra storia [ch]e lo sentiamo particolarmente vicino”.

Sarebbero almeno 100 mila i membri del movimento, che oggi è diffuso in 75 paesi del mondo. In Asia vi sono comunità di CL in Libano, Israele, Siberia, Kazakhstan, Taiwan, Cina.

FRATERNITÀ DI COMUNIONE E LIBERAZIONE
associazione di diritto pontificio civilmente riconosciuta

Uffici: Via Porpora, 127 -20131 Milano -Tel. 02/26149301 -Fax 02/26149340 -e-mail: clfrat@comunioneliberazione.org

Milano, 30 gennaio 2007 LETTERA DI JULIAN CARRON

Cari amici,

gratissimi per il dono immenso del Santo Padre di un’udienza a tutto il
movimento - in occasione del XXV anniversario del riconoscimento pontificio della
Fraternità -, in Piazza San Pietro, il prossimo 24 marzo, desideriamo di tutto cuore
corrispondervi con una preparazione adeguata alla portata dell’evento.

Tutti noi siamo ben consapevoli dell’importanza della figura del Successore di
Pietro per la vita della Chiesa. In lui abbiamo il punto di riferimento incrollabile della
nostra fede, senza il quale essa decadrebbe in una delle tante varianti ideologiche che
dominano il mondo. La potenza dello Spirito, legata al suo ministero, è la garanzia della
presenza di Cristo nella storia. È questa consapevolezza che ci deve portare tutti davanti
al Santo Padre, con quella devozione di figli a cui siamo stati educati.

Il nostro gesto vuole essere un riconoscimento di ciò che il Papa rappresenta per
la nostra vita e un’espressione del nostro desiderio di seguirlo. Andare a Roma è un segno
di adesione semplice e totale alla sua persona e al suo magistero, di cui siamo tanto grati.
In quante occasioni la nostra vita si è sentita sostenuta dalle sue parole!

Inoltre Papa Benedetto ha avuto e ha un legame così singolare con la nostra storia
che lo sentiamo particolarmente vicino. Ci conosce bene, così come conosceva bene don
Giussani: tutti abbiamo avuto occasione di vederlo al suo funerale. Questa conoscenza
ci permette di andare dal Santo Padre con la speranza certa che egli ci rivolga una parola
che illumini la nostra strada, in questo momento così decisivo della nostra storia, di quella
della Chiesa e del mondo. Tutti sappiamo che cosa ha significato per la nostra esperienza
il mandato di Papa Giovanni Paolo II, in occasione dell’udienza per il trentennale del
movimento, nel 1984: «Andate in tutto il mondo a portare la verità, la bellezza e la pace,
che si incontrano in Cristo Redentore».

Prepariamoci a incontrare Benedetto XVI domandando alla Madonna, nell’Angelus
quotidiano, e a don Giussani una disponibilità tutta tesa ad ascoltarlo e a seguirlo.
Un abbraccio pieno di affetto a ciascuno di voi

don Julián Carrón

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