venerdì 30 marzo 2007

L'ORDINE SI ACCANISCE CONTRO FARINA


La nostra povera societa' si manifesta nella sua poverta'.
Hanno trovato dove lanciare pietre.
Schiacciano chi ci aiuta a vivere la vita in modo serio.
Nessuno si irrita con quei giornalisti che per soldi e per scoop giocano a fare gli eroi,per poi piangere e supplicare la liberazione.
Non importa se per causa loro poi muoiono persone che sono corse in loro aiuto.
Tornano vincitori,con le mani che gridano vittoria,solo pochi giorni dopo aver visto uccidere il proprio autista e aver saputo che la moglie ha perso il figlio che attendeva.Farina probabilmente e' un giornalista scomodo meglio toglierlo di mezzo.
POVERA ITALIA!!!!

L'Ordine si accanisce contro Farina: è dimesso ma lo radiano LIBERO 30 MARZO 2007
di ANDREA MORIGI
Fuori tempo massimo, arriva la radiazione di Renato Farina dall'Ordine dei Giornalisti di cui non fa più parte. La decisione, adottata ieri nei confronti dell'ex vicedirettore di Libero, è stata raggiunta a larga maggioranza, con 68 sì, 5 astenuti, 2 no e 4 schede bianche, dal Consiglio nazionale della categoria che poi chiarisce anche, in una propria nota, quali motivazioni vi siano dietro la sentenza. In primo luogo, si tratta di un «accoglimento della richiesta avanzata dal Procuratore generale della Repubblica di Milano». Alla faccia della sussidiarietà e dell'autonomia dei corpi intermedi dalle istituzioni dello Stato. Più che sottolineare la propria indipendenza, l'Ordine crea il vuoto intorno a sé. Mentre nessun esponente politico di sinistra si rallegra per la condanna, dall'opposizione arriva la solidarietà «personale e a nome di tutta Forza Italia» di Silvio Berlusconi «a Renato Farina, che ha sempre difeso i valori della libertà. Mi auguro che Farina possa continuare a svolgere in libertà la sua attività professionale», afferma in una nota il leader della Cdl. Le prime attestazioni in ordine di tempo erano giunte da Alfredo Mantovano , di An, dal presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni , da Luca Vo l o n t è dell'Udc, secondo il quale «è un provvedimento che ha un sapore tutto politico ed esclusivamente intimidatorio», e dall'azzurro Giampiero Cantoni . Se si chiude una porta, sembra aprirsi un portone. Lo spalanca Gabriella Carlucci , di Forza Italia e segretario della Commissione Cultura della Camera, che invita il proprio partito a «fondare una propria scuola di giornalismo e nominare Farina rettore perché è un giornalista vero e un modello per i giovani». Intanto un rumoroso dissenso arriva anche dallo stesso segretario della Commissione giuridica dell'Odg, Ruben Razzante , che scorge «un evidente vizio di forma: Renato Farina non ricade più sotto la giurisdizione dell'ordine perché ha restituito la tessera professionale e si è dimesso». Non è l'unico a pensarlo. Giancarlo Cesana , Roberto Fontolan , Luigi Amicone , Enrico Castelli , Giorgio Vittadini , Oscar Giannino , Gianni Baget Bozzo e Marina Corradi scrivono che «sembra che i talebani siano arrivati anche qua, ma non lo sequestreranno ai lettori e agli amici». Lo assicura anche il direttore di Libero Vittorio Feltri : «Renato Farina scriverà per noi in base alla Costituzione che consente fino a ora la libera espressione del pensiero. Non ha attività redazionali o incarichi gerarchici, perciò credo che abbia il diritto di dire quello che pensa». Scarsi anche gli effetti pratici dell'espulsione, «abbiamo brindato quando Farina si è dimesso dalla corporazione di cui per fortuna non ha più bisogno. Brinderemo di nuovo anche oggi e anche se c'è uno stupore divertito perché viene radiato chi si è già dimesso. D'altro canto anch'io fui radiato dalla Fnsi pur essendo non iscritto da una decina di anni. Sono tuttavia preoccupato per la salute mentale della categoria, compresa la mia». Fortunatamente non si tappa la bocca a nessuno con un diktat: «Credo ancora che ci sia la possibilità di esprimere le proprie idee e Renato lo farà visto che la Costituzione lo prevede, sempre che non si restringano ancora gli spazi di libertà come le proposte di legge di Pecorella e dintorni prefigurano» conclude Feltri polemicamente. Quanto al protagonista, infine, Farina nota con distacco: «Mi colpisce l'odio. Non pensavo di essere così importante da essere inseguito anche da morto». Invece di abbatterlo, gli hanno ridato forza e coraggio per commentare: «Il risultato è che in fin dei conti mi restituiscono al combattimento. Ci sarà pure da qualche parte un giudice. La vedremo». Comunicato del Cdr Apprendiamo della radiazione da parte dell'Ordine nazionale dei giornalisti dell'ex vicedirettore di Libero, Renato Farina. Una notizia che, al di là di ogni giudizio sulla vicenda, ci lascia perplessi e sbigottiti visto che lo stesso Farina si era già dimesso dall'Ordine lo scorso 1 marzo. Radiarlo ora, perciò, equivale a epurarlo dall'Ordine degli avvocati, da quello dei medici o da qualsiasi altro albo nel quale, al pari di quello dei giornalisti, Farina non è iscritto. L'unico significato di una simile decisione appare quello di un accanimento non solo nei confronti di Farina, ma, duole dirlo a noi che all'Ordine dei giornalisti siamo ancora iscritti, anche nei confronti del nostro giornale. Per il cdr di Libero, N. Orlandi Posti, M. Zottarelli, G. Zulin

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