martedì 27 marzo 2007

RACCOGLIAMO TUTTE LE TESTIMONIANZE SULL'INCONTRO A ROMA.


CHE COSA HA VOLUTO DIRE PER NOI ANDARE AD INCONTRARE IL PAPA?
Mandate le vostre testimonianze che raccoglieremo all'interno di questa pagina.
La mia mail e' tiziana.caggioni@virgilio.it


Che cosa ha rappresentato per me?
Non pensavo proprio di riuscire ad andare all'incontro.
Quest'anno gli occhi di Giovanni ci stanno facendo tribolare.
Desideravo tanto pero' che i miei amici e tutti i loro bimbi potessero essere presenti.
Portare il proprio figlio in piazza san Pietro insieme a tutta la famiglia.
Abbiamo deciso di sostituire la solita vacanzina sulla neve (organizzata per poterci vedere e trascorrere un po' di tempo insieme)con l'andata a Roma.
La possibilita' pero' di tenere insieme la famiglia non era semplice soprattutto in piazza .
I nostri bimbi sono ancora piccoli e molti sono molto delicati.
Le mamma , potevano avere il loro posto davanti insieme al loro bimbo disabile.
I papa' i fratelli dove sarebbero finiti?
E se il bimbo non ce la faceva? come fare?
La folla fa paura a tutti! a maggior ragione ad una mamma che non sa come reagira' il figlio,se sopportera'il freddo,l'acqua,e se ce la fara' a sostenere sola la fatica.
Sembrava impossibile poter aderire al gesto come famiglie.
Si pensava fosse meglio che ciascuno aderisse singolarmente al gesto lasciando a casa i bimbi.Pensavo proprio di non poter andare con Giovanni,ma mi dispiaceva che non si potesse organizzare diversamente .
Ero in crisi per Giovanni(per non dire disperata)in 9 anni forse era la prima volta che mi stavo lasciando prendere dal panico.Il mio Giovanni poteva perdere l'occhio.
Alla perdita della vista , mi sono ormai rassegnata ,ma l'idea della perdita dell'occhio mi faceva paura,contemporaneamente avevo terrore anche di affrontare i possibili interventi proposti per salvare solo la vitalita' dell'occhio.In quei momenti mi sono veramente resa conto di quanto era grande il mio limite.
Non riuscivo a pronunciare "sia fatta la tua volonta'" mi sentivo tradita da tutti i santi,da tutti i beati e soprattutto da Lui.
Perche' in questi anni continua a volere un pezzo in piu'?
Forse mi dicevo:se smettessi di domandare magari si dimenticherebbe di me? Forse mi lascerebbe in pace?Ma poi cosa chiedo? Che salvi l'occhio?che lo faccia parlare? Che gli dia la possibilita' di correre spensierato come gli altri bimbi?.....
Non so pregare ,chiedo male,e cosi' stavo sempre piu' male e mi sentivo sempre piu' meschina .
Quando tocchi il fondo che fai?
Tante sono le tentazioni!e se la disperazione prende il sopravvento cosa trovi? il nulla.
Mi era stato regalato un libro di Lepori da una mia cara amica .
Amica,mamma,insomma da una persona che mi vuole bene che vuole il mio bene cosi' ho cominciato a leggerlo.
Piu' lo leggevo piu' sentivo che era per me.
Cosi' attraverso la lettura ho trovato un amico.
Sapevo che era un amico ,perche' mi stava aiutando ,mi stava ridando le ragioni.
Una mattina,sono partita alle 4(mio marito e mio figlio senza tante domande hanno preso un giorno di ferie per stare con Giovanni)e con alcune amiche ho raggiunto il monastero di Hauterive.
Padre Mauro Lepori ci aspettava.
Abbiamo passato tante ore con lui,in un clima di serenita' di pace, di preghiera.
Abbiamo pranzato in silenzio, ascoltando le letture del vangelo lette in altra lingua.
Non capivo ,ma comprendevo che dovevo lasciarmi andare.
Li' ho compreso il significato della mendicanza.
"consapevole del mio niente,del mio limite,del mio bisogno."
(“Sacrificio ed offerta di sé sono termini che hanno trovato nel Magistero di Giovanni Paolo II un’espressione incisiva, ripetuta in tutte le Encicliche e in tutti i suoi principali pronunciamenti: la vita umana ha senso solo nel dono totale di sé: «Ecco io vengo a fare la Tua volontà» (Eb 10, 7). A tal scopo - ci insegna il Papa - non basta dare qualcosa di noi stessi, perché al Padre non basta “il sacrificio o l’offerta” di qualche nostro bene, ma alla Sua sovrabbondanza d’amore chiede una risposta integrale di amore. Inoltre, il nostro impegno a corrispondere alla volontà del Padre non dipende anzitutto dai nostri sforzi volonterosi e dai nostri ragionamenti tesi a discernere cosa ci chiedano questa o quest’altra circostanza, questo o quest’altro rapporto. La fede domanda prima di ogni cosa che al dono inesauribile del Crocifisso Risorto la nostra libertà risponda con l’abban-dono, con il dono totale di sé.” )(LEPORI)
Non e' cambiata la mia circostanza,ma nell'abbraccio misericordioso che ho percepito al monastero ho compreso che dovevo perdere la mia resistenza ed abbandonarmi.
Cristo non ha lasciato sola nemmeno sua madre.
A Giovanni l'ha affidata.
Non sono sola.Sono rientrata con questa consapevolezza.Quasiasi cosa fosse successo non ero sola.
Ho ripreso a pregare ,a domandare ,tutto Signore perche' a Te nulla e' impossibile!
Nonostante la mia incredulita' Signore voglio tutto.
Non so ancora cosa sia questo tutto ,ma questo non sapere mi rimette continuamente in gioco non mi permette di stare tranquilla.
Cosi' volevo tutto anche per i miei amici e i loro bambini.
Siamo riusciti ad avere un settore per le nostre famiglie eravamo in 150
Si c'ero anch'io.Giovanni,fra una goccia di antidolorifico, una di antistaminico una per il glaucoma,ha potuto affrontare il viaggio ed essere in piazza vicino al Papa.
Faceva freddo, pioveva ,ho fatto molta fatica a tenere Giovanni (speravo mantenesse un comportamento piu' adeguato)ma anche questa sua non corrispondenza mi ha aiutato ad essere piu' piena di domanda.
Mi sentivo fra amici, non mi sentivo giudicata,anche il cerimoniere che in un primo tempo si continuava a raccomandare di tenerlo e di non farlo scappare si e' affezionato.
Quando il Papa stava arrivando il cerimoniere ha fatto spostare i fotografi dicendo" ma non vi rendete conto che e' piu' importante che queste mamme possano vedere il papa,che le vostre foto?"
Un attimo,la Papa mobile e' passata il sorriso e la benedizione di Sua Santita' ci ha fatto dmenticare tutto.
Giovanni ed io con lui ci siamo sentiti abbracciati.
Certo avremmo desiderato ancora di piu' ma chi in quel momento non lo desiderava?
Ma e' stato come per Zaccheo,il Papa ci ha chiamati uno per uno per nome e ci ha chiesto di abbandonarci a Lui e di seguire il carisma.
Il grande stupore e' stato stare con i nostri amici e vedere che nulla quel giorno era obiezione.
Nessuno si e' lamentato eppure il pulman non era attrezzato per i disabili!
Una mamma si e' caricata sulle spalle suo figlio 18 anni, alto forse piu' di lei ,e sorridendo l'ha portato sul pulman senza nemmeno dare il tempo a nessuno di aiutarla.
Bagnati,infreddoliti,abbiamo fatto ritorno in albergo.
Le nostre famiglie sono sparpagliate in italia,in Svizzera,in Spagna..tutte hanno fatto il possibile per esserci.
Quelle impossibilitate erano presenti ,oltre che nei nostri cuori ,nei tanti messaggi che lanciavano sui telefonini (siamo con voi)
Abbiamo poi ascoltato le testimonianze di un Cileno e di una famiglia Spagnola.
La sera abbiamo cantato con i nostri bambini.
La domenica e' venuto un frate polacco a celebrarci la messa.C ha parlato del profeta Osea:"Il messaggio spirituale di Osea mette in risalto l'instancabile amore di Dio, che continua ad aver cura del suo popolo nonostante tutte le provocazioni immaginabili e possibili.
Per Dio non c'era piu' motivo di continuare ad amare il suo popolo; se lo fece, era solo perche' il suo amore e' senza limiti."
Sentire cio'mi ha allargato il cuore.
"Dio mi ama cosi' come sono!"Anche nei trasferimenti abbiamo cercato di mantenere sempre un clima di preghiera.Voglio ringraziare i nostri figli che quotidianamente tengono desta in noi: la domanda ,la mendicanza,l'esperienza di limite e contemporaneamente ci riempiono di amore ,tenerezza,gratuita': anticipo di paradiso.










Nessun commento: