domenica 4 marzo 2007

L'INCOMPATIBILITA' FRA CHIESA CATTOLICA E MASSONERIA


L'incompatibilità tra Chiesa Cattolica e massoneria
Risultati di un Convegno tenutosi al Seraphicum di Roma
ROMA, venerdì, 2 marzo 2007 (È possibile il dialogo tra Chiesa Cattolica e massoneria? A questa domanda ha risposto il Convegno tenuto giovedì presso la Pontificia Facoltà Teologica San Bonaventura-Seraphicum con la collaborazione del GRIS (Gruppo di Ricerca e Informazione Socio-Religiosa).

L’incontro è stato presieduto da monsignor Gianfranco Girotti, Reggente della Penitenzieria Apostolica, che ha evidenziato con grande forza che il giudizio della Chiesa Cattolica rimane immutato.

La Chiesa, ha ricordato, ha sempre criticato le concezioni e la filosofia della massoneria, considerandole incompatibili con la fede cattolica, ed ha sempre ritenuto inconciliabile il rapporto con movimenti anticlericali.

L'Ultimo documento ufficiale di riferimento è la “Dichiarazione sulla massoneria” firmata dall’allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il Cardinale Joseph Ratzinger, il 26 novembre 1983.

In esso si afferma l’inconciliabilità della doppia appartenenza di un fedele cattolico a qualsiasi loggia massonica, e nell’eventualità dell’appartenenza lo stato di peccato grave che impedisce di accedere alla Santa Comunione.

A proporre durante il Convegno alcune riflessioni sulle disposizioni del Diritto Canonico è stato padre Zbigniew Suchecki, OFM, docente presso il Seraphicum delle discipline codiciali De normis generalibus, De Ecclesiae munere docendi, De bonis Ecclesiae temporalibus, De sanctionibus in Ecclesia, e De Processibus, come anche del Diritto costituzionale della Chiesa, nonché esperto della massoneria e dei pronunciamenti ecclesiali sul movimento.

Il francescano conventuale ha detto di intravedere la possibilità di un dialogo, ma con la chiara affermazione che il can. 1374 del Codice di Diritto Canonico del 1983 vieta di dare il nome ad associazioni che cospirano contro la Chiesa.

Padre Suchecki ha inoltre sottolineato che “i tentativi di esprimere le verità divine della massoneria sono fondati sul relativismo e non hanno nessuna coincidenza con i fondamenti della fede cristiana”.

L’onorevole Carlo Giovanardi, Presidente della Giunta per le Autorizzazioni e membro della Prima Commissione Affari Costituzionali, ha analizzato la possibilità di un dialogo tra politica e massoneria, da intravedere in un abbandono da parte di quest'ultima della “logica della segretezza e della copertura per convergere su valori autentici” che possano formare una società civile unita su temi come la genetica, la bioetica, la famiglia.

Approfondimenti storici sono stati offerti dal professor Giuseppe Ferrari, Segretario Nazionale del GRIS, che ha sviluppato il tema del dialogo a partire da documenti come la Gaudium et Spes, e “Il Dialogo e l’Annuncio” pubblicato nel 1991 dal Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, mettendo in luce che benché la massoneria non sia una religione, “bisogna dialogare su principi come vita e opere”, per il miglioramento della società e condannando ogni deriva relativistica.

Al Convegno hanno partecipato diversi esponenti di spicco delle associazioni massoniche, tra cui il Gran Maestro della Gran Loggia Regolare d’Italia, Fabio Venzi.

Tra i relatori il professor Luigi Iammarone, docente della Facoltà, ha approfondito il tema della filosofia massonica e della sua inconciliabilità con la metafisica cristiana.

Sono intervenuti anche il professor Domingo Andrés (Pontificia Università Urbaniana) sugli elementi esoterici che impediscono la visibilità delle associazioni massoniche e il professor Pietro Ameta (Avvocato Rotale), che si è concentrato sulla tutela e l’attenzione da rivolgere ai singoli più che alle associazioni.

Monsignor Gianfranco Girotti ha accennato invece alla recenti adesioni pubbliche di alcuni sacerdoti, dichiaratisi membri della massoneria, ed ha affermato: “Auspico un richiamo iniziale da parte dei loro diretti superiori e non escludo che da parte della Santa Sede possano venire provvedimenti di tipo canonico”.



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