giovedì 3 maggio 2007

BUTTIGLIONE LE COLPE DELLA SINISTRA


“Parlerei di totalitarismo relativista. C’è la volontà di imporre a tutti un’ideologia che nega l’esistenza della verità, della fede e si vuole imporla a chi non è d’accordo. Non è stato Bagnasco a inviare pallottole a chi non la pensa come lui ma il contrario. E i mandanti morali sono quelli che aggrediscono e offendono chi non la pensa come loro.”


Il paragone che fa Rocco Buttiglione è forte: “I politici di sinistra si stanno comportando oggi con i cristiani come i nazisti fecero con gli ebrei”.
Parole pesanti su cui l’ex ministro dell’Udc non fa marcia indietro: “Il meccanismo è lo stesso: cercano un capro espiatorio per scaricare le loro frustrazioni”. E in questo caso il bersaglio “sono tutti i cristiani”. Il politico e filosofo è a Rimini per partecipare a un’assise di Rinnovamento nello Spirito Santo e alla platea dice: “Se, Dio non voglia, succedesse qualcosa a monsignor Angelo Bagnasco noi sapremo dove andare a cercare i mandanti morali: siedono nel Parlamento europeo tra quelle forze politiche che hanno lanciato una campagna di odio.”Il suo schieramento politico parla di un anticlericalismo dilagante nella politica italiana ed europea. E’ d’accordo?

Accusa la sinistra?

“Sì perché a volte i politici dimenticano che gli altri, alcune parole, non le prendono per quello che sono veramente, cioè buffonate, ma vengono prese sul serio. E le conseguenze possono essere terribili, come in questo caso”.
Marcello Pera evoca scenari sudamericani: solo lì i sacerdoti sono scortati. Siamo su questa strada?

“Sono stati molti i preti scortati ma purtroppo non è sempre servito. C’è una deriva di intolleranza verso la parola dei cristiani: deve farci riflettere. Vedo però, con piacere, che qualcuno si muove: ho molto apprezzato Bertinotti però…”

Però?

“Gli devo ricordare che i suoi deputati all’Europarlamento hanno votato una mozione contro Bagnasco: un incitamento all’aggressione. Alla fine, certo, non c’è stato nessun riferimento diretto ma rimane un brutto segnale di intolleranza a chi la pensa in altro modo. E anche s questo, ci sono responsabilità politiche e morali gravissime”.

Ma secondo lei, nel Parlamento europeo c’è uno scontro tra una fazione omofoba e una pro gay?

Ci sono gruppi di sinistra con un’esile maggioranza che sono influenzati da lobbies anticristiane. Ma lo sa quale è lo Stato che è oggetto di più mozioni e interrogazioni. Non è la Cina, non l’Arabia Saudita, non il Darfur dove pure c’è un genocidio in atto, ma Città del Vaticano”.

Da chi sono composte queste lobbies?

“C’è una sinistra in crisi che ha perso la sua identità anti capitalista e scarica la sua insoddisfazione contro la chiesa cattolica. Come i nazisti con gli ebrei”.

Senatore perdoni, è un paragone un po’ pesante.

“Assolutamente no. Il meccanismo è lo stesso: si cerca un capro espiatorio per le proprie frustrazioni e parte l’attacco”.
Ma perché in Italia alcuni partiti, come i socialisti di Boselli, premono ora verso un’accesa laicizzazione?

“I socialisti contavano di più quando erano meno laicisti ed infatti, godevano di maggiore credito e prestigio. Ora hanno imboccato questa strada perché sanno bene che se il gioco si svolgesse sul terreno della democrazia perderebbero il confronto. E questo li manda in bestia.”

In Messico, la chiesa vuole scomunicare il sindaco della Capitale che ha varato nuove norme per l’aborto: che ne pensa?

“Non mi premetto mai di giudicare questioni che riguardano altri stati. Comunque il tema è un altro: i vescovi hanno il diritto di dire quello che vogliono, spetta al politico cristiano decidere poi in coscienza”.

Ma, secondo lei, come si può arrestare quest’ondata di violenza contro Bagnasco?
“Chi acceso l’incendio ha il dovere di spegnerlo. E basterebbe pochissimo: i politici facciano capire che i sacerdoti hanno il diritto di dire quello che vogliono poi uno decide se ascoltarli o no”.
Anche i suoi vecchi compagni delle Dc, ora nella Margherita, sono divisi tra contrari e favorevoli ai Dico.

“Consiglio da sempre ai miei amici della sinistra di riconoscere che i partiti non possono occupare tutti gli spazi: temi come la morte, il matrimonio e la famiglia, vanno lasciati ai singoli. Da politico, penso che il governo non doveva impegnarsi sui dico: erano i parlamentari a doversi pronunciare. Poi la Chiesa non poteva certo dire che il governo ha fatto bene. E questo i politici se lo dovevano aspettare.”

Nessun commento: