venerdì 14 marzo 2008

UN FATTO CHE ABBRACCIA TUTTO


Prima di tutto, c’è il fatto. Imponente. Cinquantamila persone tra la piazza e la cattedrale di San Paolo, dove il cardinale Odilo Scherer ha spalancato le porte per evitare che restassero sotto il diluvio. Cinquantamila facce, cuori, storie. Un movimento: i Senza Terra. Con i suoi responsabili, Cleuza e Marcos Zerbini.
Che in quella cattedrale, domenica 24 febbraio, hanno consegnato se stessi e la loro storia a un altro: «Padre Carrón anni fa, quando incontrò don Giussani, affidò il suo movimento alle mani di don Giussani. Oggi noi, del movimento Senza Terra di San Paolo, lo vogliamo affidare alle sue mani, perché incontrando Comunione e liberazione abbiamo incontrato tutto quello che avevamo bisogno di incontrare».




Le stesse parole che Cleuza aveva detto a La Thuile, scossa da quel «persino i capelli del vostro capo sono contati» con cui si era aperta l’Assemblea responsabili di Cl: «Marcos, qui dentro c’è tutto. Possiamo anche tornare in Brasile». Le stesse parole che, dopo l’incontro in cattedrale, tante di quelle cinquantamila persone diranno direttamente a don Julián Carrón, commosso e felice, «piccolo e indegno» ma «senza timori, perché Colui che ha iniziato tra noi un’opera buona la porterà a compimento».

L’imponenza del fatto, quindi. Che lascia senza fiato, come succede quando è evidente che un Altro sta compiendo la storia. Ma anche, dentro il fatto, la certezza di quella testimonianza. La profondità assoluta del giudizio. Di quel «tutto» detto non per modo di dire, come tante volte ci capita, ma sul serio, con una consapevolezza piena. «Abbiamo incontrato tutto quello di cui avevamo bisogno». Tutto. Perché Cristo abbraccia davvero tutto, e la fede diventa davvero criterio con cui affrontare e conoscere tutto: la vita, i desideri, le attese, l’impegno, la politica. «Le lacrime di vent’anni di lotta per la costruzione di case e di tutto il nostro movimento», come ha detto Cleuza. Tutto. Non c’è bisogno di altro. E niente resta fuori da questo incontro. Al punto di affidare nelle Sue mani te stesso e l’opera enorme, grandiosa che stai costruendo. Vent’anni di storia e cinquantamila amici.

Non ci sono conclusioni da trarre meccanicamente, davanti a quel fatto. Nessuna regola da applicare. Solo stupore e domanda. E gratitudine per testimoni così, che ci fanno conoscere Cristo. Il Fatto che riempie la storia.




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