sabato 22 marzo 2008

GIUSSANI L'ANNO LITURGICO COME ESPERIENZA DEL RISORTO

S’intitola «La familiarità con Cristo» il libro che raccoglie due anni di scritti sul mensile «Tracce» del fondatore di Cl dedicati ai tempi della liturgia

Giorgio Paolucci
Avvenire 20 marzo 2008
MILANO. Dio non lascia mai solo l’uomo. Si rende presente nel mondo attraverso la compagnia di coloro che da duemila anni continuano a seguire la proposta di vita testimoniata da Gesù: la Chiesa. E c’è una modalità con cui questa compagnia si ripropone quotidianamente, con una sapienza che sorprende chi, partecipando alla Messa quotidiana, ne misura la pertinenza con l’ordinarietà dell’esistenza: è la liturgia.


Ad essa è dedicato il libro di Luigi Giussani «La familiarità con Cristo» (edizioni San Paolo), dove vengono riproposte alcune sue meditazioni sui tempi liturgici presentati non come riti sterili, ma come occasione di conversione e trasformazione della persona.
Nella prefazione don Julián Carrón – che dopo la morte di Giussani guida Comunione e liberazione – sottolinea che «la Chiesa fa un’opera pedagogica non indifferente nel riproporre il mistero della vita liturgica come paradigma dell’esistenza, occasione d’incontro con la Presenza che salva il mondo, vincendo la perenne tentazione di ciascuno di ridurre, in modo devozionale o moralista, il rapporto con il Mistero ai propri pensieri e alle proprie misure. Così la Chiesa ci educa, col realismo che le è proprio, a non erigerci presuntuosamente a creatori del Mistero, ma a essere testimoni stupefatti di un avvenimento». In una serie di interventi pubblicati nell’arco di due anni sul mensile «Tracce» e raccolti in questo volume, Giussani accompagna il lettore in una rivisitazione dei tempi liturgici provocatoria e tutta immersa nella vita reale, come è tipico del suo approccio. Il cristianesimo viene riproposto come avvenimento, fatto decisivo della storia e risposta alle attese dell’uomo.
Ad esso l’autore ci introduce non con un discorso, ma testimoniandoci la sua personale esperienza della familiarità con Cristo. Nel dipanarsi dei mesi l’Avvento è l’incombenza della manifestazione del Mistero, Natale viene proposto come l’immedesimarsi di Dio con la nostra carne, la Quaresima è il tempo in cui preghiera, digiuno e opere di carità segnano l’esistenza dell’uomo richiamandolo all’originale dipendenza che lo costituisce. La resurrezione pasquale è la vittoria della vita sul nulla, Ascensione e Pentecoste ci educano a entrare nella profondità delle cose. E in quello che la liturgia definisce «tempo ordinario», dentro il grande mare della vita solita, siamo invitati a incontrare l’esperienza cristiana come una continua novità che muove l’esistenza.

S’intitola «La familiarità con Cristo» il libro che raccoglie due anni di scritti sul mensile «Tracce» del fondatore di Cl dedicati ai tempi della liturgia

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