mercoledì 26 marzo 2008

REGINA COELI

il monito del Santo PadreAngelus/Regina Coeli - mar 25 mar
“Facciamo in modo che l’Alleluia della Risurrezione di Cristo non sia solo una parola ma si imprima davvero in noi”di Gianluca Barile
Tratto dal sito Petrus il 24 marzo 2008



CASTEL GANDOLFO (ROMA) - La preghiera del Regina Caeli, che nel tempo di Pasqua sostituisce l'Angelus, "ha la forma diretta di un annuncio: e' come una nuova 'annunciazione' a Maria, fatta questa volta non da un angelo, ma dai cristiani che invitano la Madre a rallegrarsi perche' il suo Figlio e' risorto come aveva promesso".

Lo ha spiegato Benedetto XVI ai fedeli che si sono radunati nel cortile della residenza di Castel Gandolfo, dove il Pontefice trascorre qualche giorno di riposo. "Prega il Signore per noi, diciamo a Maria affinche' - ha ricordato il Papa - Colui che, nella risurrezione del suo Figlio, ha ridato la gioia al mondo intero, ci conceda di godere di questa gioia ora e nella vita senza fine". "Dopo il dramma della Passione - ha rilevato Benedetto XVI - risuona un nuovo invito alla gioia: Gioisci e rallegrati, Vergine Maria, alleluia, perche' il Signore e' risorto davvero, alleluia!".

"Cari fratelli e sorelle - ha aggiunto - lasciamo che l'alleluia pasquale si imprima profondamente anche in noi, cosi' che non sia soltanto una parola, ma l'espressione della nostra stessa vita: l'esistenza di persone che invitano tutti a lodare il Signore e lo fanno con il loro comportamento da risorti".

"L'odierna Giornata di preghiera e di digiuno (‘magari non proprio di digiuno’, ha aggiunto sorridendo il Papa a braccio) per i missionari martiri acquista nella luce di Cristo risorto particolare valore", ha quindi aggiunto Benedetto XVI dopo il Regina Caeli.

"Ricordare e pregare per questi nostri fratelli e sorelle, vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e laici caduti lungo il 2007, mentre svolgevano il loro servizio missionario, e' un dovere di gratitudine per tutta la Chiesa e uno stimolo per ciascuno di noi a testimoniare in modo sempre piu' coraggioso la nostra fede e la nostra speranza in Colui che sulla Croce ha vinto per sempre il potere dell’odio e della violenza con l'onnipotenza del suo amore".

Il nome dell'arcivescovo caldeo Faraj Rahho, sequestrato in Iraq il 29 febbraio e trovato morto il 13 marzo scorso, si aggiunge al lungo elenco dei missionari uccisi che solo nel 2007 sono stati 21 tra sacerdoti, religiosi, religiose e seminaristi. Secondo l'agenzia vaticana Fides, al primo posto per il maggior numero di vittime tra gli operatori pastorali figura l'Asia. A Mossul, in Iraq, sono stati uccisi il parroco, padre Raghiid Ganni, e tre diaconi: Basman Yousef Daoud, Ghasan Bidawid e Wahid Hanna. Nelle Filippine sono stati uccisi padre Fransiskus Madhu, missionario verbita, e padre Florante Rigonan, sacerdote diocesano, ed un seminarista, rimasto coinvolto in un tentativo di rapina. Nello Sri Lanka, don Nicholaspillai Packiyaranjith e' rimasto ucciso dall'esplosione di una bomba mentre svolgeva la sua opera di assistenza ai rifugiati. In America sono stati uccisi 6 sacerdoti ed 1 religioso. Ad essi si aggiungono due sacerdoti uccisi in Colombia (padre Mario Bianco, dei Missionari della Consolata, e don Jose' Luis Camacho Cepeda), un sacerdote 'Fidei donum' ucciso in Brasile (don Wolfgang Hermann) ed un religioso in Guatemala (Fratel Enrique Alberto Olano Merino). L'Africa ha visto la morte violenta di 3 sacerdoti e di una religiosa: padre Allard Msheyene, suor Anne Thole, padre Martin Addai, don Richard Bimeriki. In Europa sono stati assassinati due sacerdoti, entrambi in Spagna: don Salvador Herandez Seller, con una lunga esperienza missionaria in Ecuador, e don Tomas Perez.

Il Regina Caeli ha rappresentato l’occasione per il Papa per lanciare anche un appello per un maggiore impegno nel mondo finalizzato a sconfiggere il ''flagello'' della tubercolosi. ''Sono particolarmente vicino - ha detto Benedetto XVI - ai malati e alle loro famiglie e auspico che cresca l'impegno a livello mondiale per debellare questo flagello''. ''Il mio appello - ha aggiunto - si rivolge soprattutto alle istituzioni cattoliche, affinche' quanti soffrono possano riconoscere, attraverso la loro opera, il Signore Risorto che dona ad essi guarigione, conforto e pace''.

Salutando i pellegrini di lingua italiana, Benedetto XVI ha infine rivolto ''un ricordo particolare per le autorita' e gli abitanti di Castel Gandolfo, sempre cosi' ospitali''. ''Grazie per la vostra ospitalità'', ha aggiunto parlando 'a braccio'. ''A tutti e ciascuno - ha detto il Papa - auguro di trascorrere serenamente questo Lunedi' dell'Angelo, in cui risuona con forza l'annuncio gioioso della Pasqua''.

Con altre aggiunte al testo predisposto, il Pontefice ha ringraziato i fedeli per la loro presenza ''gioiosa anche in questo giorno''. E anche al Regina Caeli ha scherzato sulla pioggia, che brevemente ha fatto la sua comparsa sulla cittadina laziale: ''Anche il sole - ha concluso - fa ora una breve visita''.
Il Papa rimarra' a Castel Gandolfo per tutta la settimana, tornando comunque in Vaticano per l'Udienza Generale del Mercoledi'.

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