il Pontefice ha invitato gli oltre 50.000 fedeli presenti a domandarsi se in questa epoca "la nostra fede e' abbastanza pura ed aperta, cosi' che a partire da essa anche i 'pagani', le persone che oggi sono in ricerca e hanno le loro domande, possano intuire la luce dell'unico Dio, associarsi negli atri della fede alla nostra preghiera e con il loro domandare diventare forse adoratori pure loro? La consapevolezza che l'avidita' e’ idolatria raggiunge anche il nostro cuore e la nostra prassi di vita? Non lasciamo forse in vari modi entrare gli idoli anche nel mondo della nostra fede?", si e' chiesto con voce grave il Papa.
Il Papa esorta la Chiesa “a cacciare i mercanti dal Tempio” dom 16 mar
Dopo la morte di Monsignor Rahho alza il suo grido per l’Iraq: “Basta la violenza!”. Ai giovani appuntamento alla Gmg di Sydney
di Gianluca Barile
Tratto dal sito PETRUS il 16 marzo 2008
CITTA’ DEL VATICANO - Come in ogni tempo, anche la Chiesa di oggi deve scacciare i mercanti dal Tempio. Per vivere e testimoniare la fede, infatti, occorre abbandonare "la superbia che ci abbaglia, che vuole spingerci lontani da Dio, come se Dio fosse nostro concorrente".
Per incontrare Dio, invece, "bisogna divenire capaci di vedere col cuore. Dobbiamo imparare a vedere con un cuore giovane, che non e' ostacolato da pregiudizi e non e' abbagliato da interessi". Lo ha affermato Benedetto XVI celebrando la Messa della Domenica delle Palme in Piazza San Pietro. Ricordando l'episodio evangelico di Gesu' che scaccia i mercanti dal Tempio, il Pontefice ha invitato gli oltre 50.000 fedeli presenti a domandarsi se in questa epoca "la nostra fede e' abbastanza pura ed aperta, cosi' che a partire da essa anche i 'pagani', le persone che oggi sono in ricerca e hanno le loro domande, possano intuire la luce dell'unico Dio, associarsi negli atri della fede alla nostra preghiera e con il loro domandare diventare forse adoratori pure loro? La consapevolezza che l'avidita' e’ idolatria raggiunge anche il nostro cuore e la nostra prassi di vita? Non lasciamo forse in vari modi entrare gli idoli anche nel mondo della nostra fede?", si e' chiesto con voce grave il Papa. Siamo disposti - ha continuato - a lasciarci sempre di nuovo purificare dal Signore, permettendoGli di cacciare da noi e dalla Chiesa tutto cio' che Gli e' contrario? “Al commercio di animali e agli affari col denaro, Gesu' - ha ricordato Benedetto XVI - contrappone la sua bonta' risanatrice. Essa e' la vera purificazione del Tempio. Egli non viene come distruttore; non viene con la spada del rivoluzionario. Viene col dono della guarigione. Si dedica a coloro che a causa della loro infermita' vengono spinti agli estremi della loro vita e al margine della societa'. Mostra Dio come Colui che ama, e il suo potere come il potere dell'amore. E cosi' dice a noi che cosa per sempre fara' parte del giusto culto di Dio: il guarire, il servire, la bonta' che risana". Nel Vangelo, ha aggiunto, "sono i fanciulli che rendono omaggio a Gesu' come figlio di Davide ed acclamano l'Osanna.
Gesu' aveva detto ai suoi discepoli che, per entrare nel Regno di Dio, avrebbero dovuto ridiventare come i bambini. Egli stesso, che abbraccia il mondo intero, si e' fatto piccolo per venirci incontro, per avviarci verso Dio. Cari amici - ha esortato Benedetto XVI - in questa ora ci associamo alla processione dei giovani di allora, una processione che attraversa l'intera storia. Insieme ai giovani di tutto il mondo andiamo incontro a Gesu'. Da Lui lasciamoci guidare verso Dio, per imparare da Dio stesso il retto modo di essere uomini. Con Lui ringraziamo Dio, perche' con Gesu', il Figlio di Davide, ci ha donato uno spazio di pace e di riconciliazione che abbraccia il mondo. PreghiamoLo, affinche' diventiamo anche noi con Lui e a partire da Lui messaggeri della sua pace, affinche' in noi ed intorno a noi cresca il suo Regno".
E' stata in cinese, e intercedeva per il Papa, la prima delle preghiere dei fedeli della Messa delle Palme. Nella lingua del Paese dove la Chiesa e' - almeno formalmente - divisa tra quella clandestina fedele a Roma e quella patriottica, si è pregato ''per il nostro Santo Padre Benedetto XVI e tutti i pastori della Chiesa: perche', ispirandosi agli Apostoli, uniti in preghiera con Maria, Madre di Dio, proclamino con franchezza il Vangelo di Gesu', morto e risorto''.
Naturalmente, non sono mancate le orazioni per la Pace nel mondo intero. Rendendo omaggio al sacrificio eroico dell'Arcivescovo di Mossul, Monsignor Paulos Faraj Rahho, Benedetto XVI, con tono solenne e imperativo, ha quindi voluto di nuovo "alzare un forte e accorato grido: basta con le stragi, basta con le violenze, basta con l'odio in Iraq.
Elevo in pari tempo - ha detto all'Angelus - un appello al popolo iracheno, che da cinque anni porta le conseguenze di una guerra che ha provocato lo scompaginamento della sua vita civile e sociale: amato Popolo iracheno, solleva la tua testa e sii tu stesso, in primo luogo, ricostruttore della tua vita nazionale.
Siano la riconciliazione, il perdono, la giustizia e il rispetto della convivenza civile tra tribu', etnie, gruppi religiosi, la solidale via alla pace nel nome di Dio". Rivolgendosi agli oltre 50.000 fedeli presenti in Piazza San Pietro per la celebrazione della Domenica delle Palme, nella quale e' stato letto il racconto evangelico della Passione, il Papa ha collegato le sofferenze di Gesu' a quelle dell'Arcivescovo di Mossul dei Caldei "tragicamente scomparso pochi giorni fa", esaltando "la sua bella testimonianza di fedelta' a Cristo, alla Chiesa e alla sua gente, che nonostante numerose minacce non aveva voluto abbandonare". Benedetto XVI ha poi rinnovato il suo invito ai giovani di tutto il mondo a recarsi a Sydney, in Australia, per la Giornata Mondiale della Gioventu' che si terra' dal 15 al 20 luglio prossimo. "Rivolgo in modo speciale il mio saluto - ha sottolineato al termine della Messa in Piazza San Pietro - ai giovani, venuti da molti Paesi del mondo in occasione della Giornata della Gioventu', che l'amato Servo di Dio Giovanni Paolo II volle legare alla Domenica delle Palme.
Il mio pensiero va in questo momento a Sydney, in Australia, dove fervono i preparativi per il grande incontro che avro' la' con i giovani di tutto il mondo. Ringrazio la Conferenza Episcopale Australiana, in particolare il Cardinale Pell, Arcivescovo di Sydney, e i suoi collaboratori, per tutto il lavoro che stanno compiendo con tanto impegno; come pure sono grato alle Autorita' australiane, sia federali sia statali, per il generoso sostegno offerto a questa importante iniziativa. Arrivederci a Sydney”. La suggestiva liturgia della Domenica della Palme ha riproposto in Piazza San Pietro la tradizionale processione che ricorda ogni anno l'ingresso di Gesu' a Gerusalemme.
Guidati da Benedetto XVI, Cardinali, Vescovi e prelati hanno raggiunto il sagrato seguiti da 270 ragazzi in rappresentanza dei Paesi di tutto il globo che portavano rami di ulivo. La loro presenza si collega idealmente alla Giornata Mondiale della Gioventu' che si terra' a Sydney dal 15 al 20 luglio e che in queste ore e' stata celebrata in tutte le Diocesi a livello locale.
Per la celebrazione delle Palme, trasmessa in ben 181 Paesi del mondo collegati via satellite, il nuovo maestro delle cerimonie, Monsignor Guido Marini, ha scelto paramenti sacri che riproducono quelli di Leone X Medici, conservati nella Basilica della Annunziata a Firenze. Anche quest'anno e' stata la Puglia a donare gli ulivi, mentre le Palme arrivavano da Sanremo. Dunque, è stata una Domenica delle Palme davvero ricca di contenuti per Benedetto XVI, che ha messo in guardia per l’ennesima volta la Chiesa dai pericoli che la minacciano dal suo stesso interno, ha duramente condannato l’uccisione dell’Arcivescovo caldeo di Mossul e chiesto agli iracheni di perseguire in ogni modo la strada della Pace, salutando i giovani e dando loro appuntamento a Sydney per la Gmg di questa estate.
A fare da cornice alla celebrazione, il suggestivo sfondo di una Piazza San Pietro gremita di fedeli e di palme; una cerimonia ulteriormente impreziosita, oltre che dalla Parola di Gesù e dal prezioso Magistero del Suo Vicario in Terra, anche dai paramenti ‘medicei’ di Leone X utilizzati dal Papa nel solco della gloriosa tradizione della Chiesa di Cristo.
Nessun commento:
Posta un commento