martedì 11 settembre 2007

ANCORA SU DANTE



......Il tema del destino è evidenziato dal ricorrente riferimento alle “stelle”. La parola, spia lessicale che evidenzia il rapporto con Dio, indica il moto mai pago di elevarsi oltre i propri limiti per conoscere la verità. Ogni movimento dell’uomo esprime l’unico grande de-siderio: il movimento del creato verso il proprio destino. Non è un caso che ogni cantica si conclude con il richiamo alle stelle. L’uomo è in rapporto con esse perché capace di vedere, di fissare lo sguardo. La santa protettrice di Dante, infatti, è Santa Lucia (luce), la patrona della vista, perché tutta la libertà dell’uomo si gioca su ciò che lui riesce a mettere a fuoco. “La vita è essere evocati, vocati, chiamati. La vita è vocazione, cioè se tu guardi le cose, le cose urgono ad un significato, chiedono una risposta a te, la realtà ti chiama”. Dante offre un salvifico punto di fuga: solo attraverso uno sguardo prospettico l’uomo acquisisce spessore e profondità, riuscendo a cogliere di essere segno, simbolo di qualcosa che lo trascende. Nel mistero dell’Essere “che move il sole e l’altre stelle”, il cuore ritrova l’obiettivo della vita, da cui, troppo spesso, la paura della morte lo di-verte. Lo sguardo dantesco con-verge, invece, attraverso una sorta di magnetismo mistico ed al contempo intessuto di realtà, su ciò che è essenziale, con-vertendoci nell’abbraccio di Dio, nell’abbraccio della verità.....

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