venerdì 28 settembre 2007

DANTE OSPITE D'ONORE CON "CENTOCANTI"

I 3 giovani fondatori dell'associazione tra gli ospiti della cerimonia sul Colle. «È capace di parlare al cuore e alla mente di ogni uomo»
Da Milano Giorgio Paolucci
"Vergine madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio. Con l'Inno alla Vergine che apre il trentatreesimo canto del Paradiso - recitato davanti a Napolitano da tre giovani di 25 anni, due insegnanti e uno studente universitario...." -



ieri Dante è sbarcato al Quirinale. Ce l'hanno portato tre dei fondatori dell'associazione Centocanti, un gruppo di giovani che da due anni stanno rilanciando la passione per il Sommo Poeta nelle scuole. In quelle scuole dove sembrano prevalere solo la disaffezione allo studio e il cinismo. Ascoltandoli recitare le terzine della Commedia, l'immagine polverosa e stantia che negli anni si è depositata sull'opera dell'Alighieri si dissolve. «Altro che polvere: Dante è uno di noi, che accende la voglia di vivere - commenta Paolo Valentini, 25 anni, presidente di Centocanti, uno dei tre cantori del Quirinale -. Come nessun altro poeta è capace di parlare al cuore e alla mente di ogni uomo, nel Medioevo come oggi, descrivendo in maniera mirabile l'amore, l'amicizia, l'impegno civile, il limite dell'uomo, la sua tensione all'ideale. Purtroppo molti insegnanti collaborano alla sua impopolarità dicendo che è superato o troppo difficile. La verità è che non sanno proporre ciò che la Commedia evoca: il paragone tra lo scritto del poeta e l'esperienza di ciascun uomo. Un approccio meramente accademico non riesce a comunicare nessun interesse». Loro, studenti e giovani insegnanti, ci hanno provato e ne è nata una passione che in due anni ha contagiato migliaia di studenti, con lecturae dantis per scuole e università, convegni scientifici, mostre itineranti. Ogni membro dell'associazione (www.centocanti. it) deve avere meno di 35 anni («nel mezzo del cammin di nostra vita») e impegnarsi a imparare a memoria uno dei 99 canti dell'opera dantesca, perché «non fa scienza sanza lo ritener, l'avere inteso»: ovvero, non c'è un modo più interessante e coinvolgente di imparare che trattenere nella memoria ciò che si ama. Risultato: i dieci studenti della Cattolica di Milano che nel febbraio del 2005 fondarono l'associazione in pochi mesi sono diventati cento, costituendo una Divina Commedia vivente. Il 31 marzo del 2006 hanno pacificamente invaso le strade e le stazioni della metropolitana di Milano con una kermesse di «recitazione popolare» che ha lasciato a bocca aperta migliaia di passanti. Ora hanno un sogno: ripetere l'esperienza a Roma, magari declamando alcuni canti del Paradiso in piazza San Pietro. Fioroni, che ha stanziato due milioni di euro per rilanciare l'interesse per Dante nell'ambito del progetto Scuole aperte, ha osservato soddisfatto l'esibizione davanti a Napolitano. Ma la passione di questi giovani non si ferma nelle mura scolastiche. Quest'estate i «centocantisti» hanno incontrato in varie occasioni 3500 giovani, poi durante il Meeting di Rimini il loro stand è diventato un punto di attrazione, e le lecturae dantis organizzate quotidianamente hanno suscitato curiosità e stupore. «In una settimana abbiamo raccolto 150 iscrizioni, e così ora siamo in grado di allestire la terza Divina Commedia vivente - racconta Stefano Nembrini, un altro dei protagonisti della performance al Quirinale - . E per l'anno prossimo abbiamo già ricevuto richieste da tutta Italia. Poca favilla gran fiamma seconda, scriveva Dante: un grande fuoco divampa da una scintilla».


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