venerdì 14 settembre 2007

Il cristocentrismo nel magistero di Benedetto XVI

di mons. Tommaso Stenico

Questo il cristocentrismo nel magistero di Benedetto XVI: cioè la necessità che la nostra fede sia sempre nutrita dall'incontro personale con Cristo, da un'amicizia personale con Gesù.
Per papa Benedetto l'essenza del Cristianesimo non è un'idea ma una Persona.
Sì: il cristianesimo è in primo luogo un Avvenimento, una Persona. E nella Persona si trovano la ricchezza dei contenuti.


Fin dal primo pronunciamento solenne di Benedetto XVI si è capito che il fil rouge, la cifra che avrebbe orientato e marcato il magistero del nuovo Pontefice sarebbe stato il cristocentrismo.

Non c’era da stupirsi; le opere del teologo Joseph Ratzinger ponevano al centro Gesù di Nazaret: l’Uomo della storia, il Cristo della fede.

E d’altra parte la legge del cristocentrismo è la “chiave di volta” di tutto l’edificio cristiano.
In Fides et Ratio leggiamo: “La convinzione fondamentale di questa “filosofia” racchiusa nella Bibbia è che la vita umana e il mondo hanno un senso e sono diretti verso il loro compimento, che si attua in Gesù Cristo. Il mistero dell’Incarnazione resterà sempre il centro a cui riferirsi per poter comprendere l’enigma dell’esistenza umana, del mondo creato e di Dio stesso. In questo mistero le sfide per la filosofia si fanno estreme, perché la ragione è chiamata a far sua la logica che abbatte le barriere in cui essa stessa rischia di rinchiudersi. Solo qui, però, il senso dell’esistenza raggiunge il suo culmine. Si rende intelligibile, infatti, l’intima essenza di Dio e dell’uomo: nel mistero del Verbo incarnato, natura divina e natura umana, con la rispettiva autonomia, vengono salvaguardate e insieme si manifesta il vincolo unico che le pone in reciproco rapporto senza confusione”. (80,3)

Anche San Bonaventura sostiene tale riflessione: il Verbo incarnato è al centro di tutto, l’unica metafisica reale e non solo formale. Egli è il centro dell’essere, perché è il punto di incontro dell’essere creato con l’Essere divino; Egli è il centro della vita soprannaturale poiché è attraverso di Lui che viene a noi ogni grazia dal Padre e ciascuno di noi giunge al Padre; Egli è misura di ogni rettitudine morale; Egli è il centro e il mezzo di ogni conoscenza vera.

Per cristocentrismo si intende: ragiona, pensa cristocentricamente colui che afferma che Gesù Cristo Verbo incarnato crocefisso-risorto è stato voluto da Dio Padre creatore e predestinatore come prima realtà extra-divina e quindi motivo e causa di tutto il creato, nel senso che ne è la causa esemplare, finale ed efficiente sia nell’ordine della creazione e della grazia.

Nella sua prima omelia pasquale Papa Benedetto ha detto: “La risurrezione di Cristo … se possiamo una volta usare il linguaggio della teoria dell’evoluzione, è la più grande “mutazione”, il salto assolutamente più decisivo verso una dimensione totalmente nuova, che nella lunga storia della vita e dei suoi sviluppi mai si sia avuta: un salto in un ordine completamente nuovo, che riguarda noi e concerne tutta la storia…E’ un salto di qualità nella storia dell’evoluzione e della vita in genere verso una nuova vita futura, verso un mondo nuovo che, partendo da Cristo, già penetra continuamente in questo nostro mondo, lo trasforma e lo attira a sé” (15 aprile 2006).

Nel suo magistero di questi primi due anno di pontificato, il Papa non manca di ripercorre i classici filoni del cristocentrismo.

1. Il cristocentrismo storico-salvifico
E’ il pensiero di Gesù Cristo come il centro della vicenda con cui Dio viene incontro all'uomo.

E’ Cristo il centro degli interventi della salvezza di Dio; Cristo infatti è il Redemptor hominis, mediante la vita nuova che gli dona, nella Chiesa, con la parola e i sacramenti, fino al compimento della sua libertà alla fine dei tempi. E di questo tempo Cristo è il centro, l'evento a cui aspira la storia dell'umanità.
Diceva il Papa: “nella predicazione di Cristo è centrale l'espressione del progetto salvifico di Dio: egli non è indifferente riguardo alla storia umana, anzi ha nei suoi confronti il desiderio di attuare con noi e per noi un disegno di armonia e di pace. A compiere questo piano è convocata anche l'intera umanità, perché aderisca alla volontà salvifica divina, una volontà che si estende a tutti gli "uomini", a "ogni generazione" e a "tutti i secoli". Un'azione universale, che strappa il male dal mondo e vi insedia la "gloria" del Signore, ossia la sua presenza personale efficace e trascendente”. (1.2.1006)

2. Il cristocentrismo della storia
Il cristocentrismo della storia illustra il valore universale della figura di Gesù e il rapporto di Cristo con la realtà. Papa Benedetto non cessa di partire da Gesù di Nazaret, nella totalità del suo mistero, per mostrare come egli rivesta un valore universale per la comprensione del mondo, di noi stessi, e del futuro.
Diceva Benedetto XVI: “C’è un contenuto nascosto nella storia… Il mistero è quello delle opere di Dio, che costituiscono nel tempo la realtà autentica, nascosta dietro le apparenze… Ma questa storia che Dio realizza per l’uomo, non la realizza senza di lui. Arrestarsi alla contemplazione delle ‘grandi cose’ di Dio significherebbe vedere solo un aspetto delle cose. Di fronte ad esse sta la risposta degli uomini” (13.6.1007)

3. Il cristocentrismo in un orizzonte cosmologico
È la più antica forma di cristocentrismo. Questa modalità di presentazione di Gesù parte dal fatto che sia nella natura sia nella storia, sia nella filosofia sia nella religione, cioè nella realtà di questo mondo, ci sono alcuni germi, semi, frammenti della parola di Dio (lógoi spermatikói) che orientano e indicano la Parola (lógos) definitiva di Dio stesso che è Gesù.
Dice il Papa: Il progetto divino della creazione e della salvezza si compie in Gesù Cristo, il Logos, cioè il Verbo eterno, la Ragione eterna, la Ragione creatrice. Ogni uomo, in quanto creatura razionale, è partecipe del Logos, ne porta in sé un “seme”, e può cogliere i barlumi della verità”! (21.3 2007)

E qui emerge chiara la prospettiva che consente un’apertura di pensiero verso orizzonti amplissimi, a respiro universale e fonda la vita spirituale sul primato dell’amore. Essa può venir riassunta molto bene dalla pericope paolina di Ef. 1, 3-4, in cui l’apostolo afferma che in Cristo siamo stati scelti dal Padre prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità.

Papa Benedetto fa proprio questo filone cristocentrico indicando nella risurrezione di Cristo l'anticipazione della "nuova creazione".

4. Il cristocentrismo in un orizzonte antropologico
Gesù, in quanto incarnazione del Figlio, è il caso singolare, assoluto, insuperabile, in cui l'essere frammentario dell'uomo giunge al suo compimento-salvezza, non per forza propria, ma per dono di Dio. L'uomo è, appunto, un frammento, una realtà aperta al suo compimento nella pienezza del mistero di Dio.

L’affermazione del cristocentrismo in antropologia vuol dire mettere Cristo al centro del progetto originario di Dio per l’uomo, come suo modello e come suo fine, e non solo dell’uomo, ma anche di tutto l’universo creaturale.
Il filone antropologico, infatti, focalizza l’attenzione sull’umanità di Cristo, dimostrando come l’Incarnazione del Verbo sia il dono per eccellenza del Padre, nello Spirito, al di là delle implicanze poste dal peccato originale all’Incarnazione così come si è attuata realmente.
Cristo, infatti, si sarebbe incarnato lo stesso perché nel piano originario di Dio per l’uomo doveva essere il prototipo, il modello per eccellenza e il mediatore fra l’assoluta trascendenza di Dio e la creaturalità e storicità dell’uomo.

Perciò l’umanità di Cristo è “il vangelo” più eloquente che rivela all’uomo la sua originaria vocazione, e lo riporta all’ideale di santità per cui era stato creato.
Cristo Gesù, uomo-Dio, risulta così il modello perfetto di ogni cristiano, ma anche la via, la forza, la fonte della stessa santità a cui attingere grazia per il cammino di riconciliazione con se stessi, il mondo e Dio.

5. Il cristocentrismo in un orizzonte storico
Questo filone pone l'accento sull'uomo in solidarietà con tutta la storia.
Qui il senso e la salvezza dell'uomo diventa il problema della salvezza della storia.

La salvezza della storia, che permette di sperare e lavorare per una giustizia finale, può essere conosciuta solo alla fine della storia. In tale ottica, Gesù appare un'anticipazione, un caso prezioso che ci indica la direzione della storia e che motiva l'impegno di liberazione e di emancipazione da tutte le strutture di peccato e di asservimento che impediscono la piena realizzazione dell'umano sperato.

La singolarità della fede cristiana e si esprime nella forma storica di una condivisione di tutto ciò che è integralmente umano e di una testimonianza cristiana ed ecclesiale che indichi in concreto il Cristo come figura perfetta dell'uomo.


* * *

Questo il cristocentrismo nel magistero di Benedetto XVI: cioè la necessità che la nostra fede sia sempre nutrita dall'incontro personale con Cristo, da un'amicizia personale con Gesù.
Per papa Benedetto l'essenza del Cristianesimo non è un'idea ma una Persona.
Sì: il cristianesimo è in primo luogo un Avvenimento, una Persona. E nella Persona si trovano la ricchezza dei contenuti.

3 commenti:

Anonymous ha detto...

Salve. Sono cattolico e credente, o almeno spero di esserlo. Ho letto con attenzione questo articolo e vorrei che il mio intervento fosse pubblicato.
Sono d'accordo nel pensare che Cristo sia il centro della nostra vita e che noi dobbiamo pensare e agire di conseguenza, tuttavia mi pare che non possiamo trincerarci dietro un muro di perbenismo e moralismo solo per poter pensare di avere sempre ragione a prescindere da tutto.
Mi spiego meglio e la metto anche sul personale: la Verità, qualunque essa sia, può davvero essere conosciuta, insegnata e spiegata in tutti i suoi risvolti da una religione di cui apprezzo le direttive morali, ma che risulta essa stessa un po' troppo limitante e restrittiva per ciò che riguarda le mie apirazioni e convizioni più intime? Se la Chiesa può darmi dei punti di riferimento morali di cui non farò mai a meno e che non metterò mai in dubbio, è altrettanto vero che NESSUNO possiede in toto la Verità e pretendere di poterla conoscere e spiegare tutta ,dall'inizio alla fine, mi sembra un compito non solo molto arduo, ma addirittura IMPOSSIBILE per me come per chiunque altro cristiano (papa incluso) o musulmano, induista, ateo, credente o non credente, insomma per chiunque è vissuto, vive o vivrà nel mondo fino alla fine. Dio è l'Unico a conoscere la Storia in tutto ciò che è realmente e Cristo (che riconosco come Dio) di certo è Padrone non solo della Chiesa, ma anche di tutto ciò che sta fuori o oltre la Chiesa, conoscendo il bene ed il male di ciascuno e la verità o menzogna di qualunque cosa esista o esisterà mai nel mondo. La figura di Cristo è fondamentale nella mia vita e in questo io concordo pienamente con quest'articolo, tuttavia so che lo stesso Cristo è di certo più Grande, Sapiente e Glorioso di quanto ciascuno di noi possa pensare (io compreso) e il Piano di Dio sull'umanità di cui è Unico Signore noi non lo vedremo MAI in tutta la Sua chiarezza e misteriosità. Dio ha piani non solo per i Suoi figli cattolici ma anche per tutti gli altri uomini del mondo che non Lo conoscono o che non riusciranno mai a sentir parlare di Suo Figlio Gesù. Se non credessi questo farei torto al Mio Dio, proprio Gesù, che è Dio di ciascuno degli esseri umani.

Anonymous ha detto...

Ho scritto un post su questo articolo pochi minuti fa. Non so se lo pubblicherete ma adesso voglio spiegarmi meglio: io non credo che, malgrado la Chiesa interpreti al meglio del possibile l'insegnamento di Cristo, Essa possa essere la chiave di acceso unica e definitiva alla Salvezza che l'uomo e la creazione si attendono sulla morte, l'ingiustizia e l'esistenza del male. Di certo la Chiesa può essere uno strumento valido per arrivare a ciò, ma pretendere che questo strumento abbia i caratteri della incontrovertibilità unica ed assoluta, in una sorta di "ipse dixit" fideistico e forzato, mi pare al contempo riduttivo ed anche un po' ridicolo.
Se fossimo nel Medioevo, infatti, in cui la cristianità pensava che i mussulmani andassero cacciati dal Santo Sepolcro a costo di ucciderli per evitare la profanazione dei Luoghi Santi, dovremmo sottoscrivere questi pensieri e farli nostri solo perchè il Papa di turno ne era convinto assertore? Che cosa possiamo poi aggiungere riguardo al'Inquisizione e alla caccia alle streghe, nonchè riguardo allo sfruttamento degli schiavi africani (tollerato e persino teorizzato dalla Chiesa nei primi secoli che seguirono la scoperta dell'America?) E qui la discussione si farebbe amplissima includendo tantissimi argomenti sulla storia sociale della Chiesa di cui a volte si omette di parlare per svariati motivi. Quello che volevo dire è che la Chiesa, elevandosi come arbitro unico ed assoluto della Volontà del Signore, non solo sminuisce ma anche distorce ciò che Gesù ha insegnato, soprattutto se davvero noi cristiani siamo convinti che quelli che appartengono ad altre religioni non troveranno la Salvezza perchè non conoscono Cristo. Cristo, in quanto Dio, si fa conoscere agli altri popoli in modi che noi neanche immaginiamo anche se questi popoli non incontrano uno che parli loro di cristianesimo. E poi, basta davvero credere che Gesù è Dio per avere la Salvezza? No di certo, perchè tanti cosiddeti "buoni cristiani" spesso non amano il prossimo (inteso come TUTTI gli altri esseri umani), mentre tanti non cristiani o di altre religioni o non credenti spendono la loro vita nella solidarietà e nell' impegno per il bene del mondo. Dove sta dunque la Verità? La risposta a questa domanda, o i tentativi di risposta ad essa, ci rendono veramente uomini e la Chiesa è da apprezzare perchè si pone COMUNQUE queste domande e le sue risposte sono ampiamente condivisibili. Ognuno di noi può tentare di rispondere ma penso (e di certo posso sbagliare anche io),che per quanto possiamo sforzarci di capire le Verità Ultime, esse ci sfuggiranno sempre e comunque nella loro interezza.
Sia gloria a Dio, perchè davvero Solo Lui è il Padrone della Storia e ama come Padre ogni essere vivente.

Anonymous ha detto...

Non credo che i post che ho lasciato possano essere mai pubblicati, perchè darebbero "scandalo" e farebbero alzare più di un sopracciglio se lo fossero. Tutti noi cattolici amiamo "l'ordine" e "il pensiero così come dovrebbe essere" anche e soprattutto se questo contrasta con ciò in cui realmente crediamo. E allora, bando alla libertà di pensiero e avanti con il ragionamento unico, incentrato su idee di cultura e di società che (per fortuna) non esistono più. La Chiesa perde consensi perchè non sa più rapportarsi con il mondo e sorge il sospetto, giustificato o meno, che gran parte dei suoi insegnamenti, specie quelli riguardanti il magistero della Fede e la Salvezza, siano dettati da esigenze di conservazione di un potere che va man mano sgretolandosi, e cioè il potere di influire sulle coscienze a proprio vantaggio, instillando il timore e la paura della dannazione. Affermando tutto ciò non mi sento per questo un cristiano indegno e non credo di meritare la scomunica; la contestazione di un'autorità in cui fondamentalmente credo anch'io non è certo indifferentismo ma voglia di riflessione: fino a quando le riflessioni libere e personali saranno bandite non credo che la Chiesa riuscirà ad attraversare il suo periodo di crisi. La crisi della Chiesa deriva dalla sua paura, molto ben dissimulata, di non riuscire a vincere nel confronto con la modernità senza usare gli strumenti antichi e cioè la persuasione forzata e la paura. La Chiesa, intesa specialmente come autorità ecclesiastica, utilizza la paura da tempo immemorabile: paura del libero pensiero, del sesso, delle diversità, persino della solidarietà umana. Si dice che queste cose sono buone nella misura in cui sono soggette all'autorità della Chiesa e non in se stesse. E allora sorge il dubbio che una certa parte della Chiesa (se non tutta) temi di scomparire se parla chiaro e senza pretendere una soggezione forzosa alle sue convinzioni. Eppure, se ciò che Gesù dice è vero, la sua Chiesa non scomparirà; allora perchè tutte queste reticenze? Ringrazio cordialmente per la pazienza di aver almeno letto i miei post (è quello che spero!) e mi scuso se sono stato anch'io pedante o insofferente. D'ora in poi non darò più fastidio con i miei commenti.