domenica 16 settembre 2007

I GIOCHI DELLE TRE CARTE


"piccolo commento all'articolo"
Il grande Benedetto !
I richiami che fa li sento proprio come richiami paterni.
Spesso ,come i bimbi, noi ci riteniamo gia' capaci di poter comprendere tutta la realta'.
Lui ci richiama con grande delicatezza ,ci prende la mano e ci riporta sulla strada maestra.
Preferiamo forse cadere nel burrone?
Anticipare la morte e' veramente un desiderio di chi ci lascia o di chi rimane?
Forse la persona che giace sul letto inerme,che non soffre(ora almeno la medicina riesce a far questo)non e' piu' persona?
Forse non corrisponde piu' al progetto che ciascuno di noi aveva in testa.
Forse e' piu' fastidioso aver quotidianamente questa presenza silenziosa.
Presenza silenziosa apparentemente.
Presenza che ti scombussola,che fa riemergere tutte quelle domande che ciascuno di noi aveva seppellito.
Presenza grande che con il suo silenzio lascia che un Altro ci interpelli.
E' uno spazio nuovo che anche noi non conoscevamo fino al giorno prima, che se abbracciamo, diventa sempre piu' un bene per tutti.
Non ci dice ,BENEDETTO,di continuare le cure ma di offrirgli acqua,solo idratarlo e lasciare che lentamente il nostro caro aderisca alla volonta' di DIO.
Volonta' che forse non corrisponde ai nostri progetti ma che certamente non puo' che allargare maggiormente i nostri cuori.
Sono certa che non sia facile portare avanti una situazione cosi'.
Piu' si potrae piu' ognuno di noi resta solo di fronte al MISTERO
Nel nostro mondo frenetico,dove si vuole eliminare la vita di chi forse non corrispondera' alla nostra idea di figlio,dove all'anziano vengono proposti luoghi di attesa (sempre piu' organizzati e belli)ma sempre lontani dalla vita che li rendeva vivi e che non toglieva loro la possibilita'di ripresa si preferisce anticipare la morte in nome di un amore all'altro o di un nostro grande egoismo?
Quando don Giussani diceva che manca un'educazione ci richiamava proprio a questo.
Noi se non accompagnati ci perdiamo se non continuiamo ad educare il nostro cuore e ci riteniamo ormai capaci di decidere da soli nel tempo ci consegnamo al potere.
Ci giochiamo insomma la nostra liberta' perche' senza saperlo la consegnamo in mano a gente che forse non ama molto la nostra persona.
La mamma puo' sembrare piu' cattiva di una zia,ma la mamma a costo di perdere la faccia non ti permette di mangiare un cibo che sa dannoso per la tua salute.
Cosi' BENEDETTO il GRANDE BENEDETTO e' davvero per noi una benedizione una grande benedizione......

Eutanasia - sab 15 set
di Massimo Introvigne

Tratto da Il Giornale del 15 settembre 2007

È destinato ad avere immediate ripercussioni in Italia il documento con cui la Congregazione per la Dottrina della Fede, in risposta a un quesito dei vescovi americani, ribadisce il no all'eutanasia anche per i malati «in stato vegetativo permanente».




A questi sono comunque dovute «le cure ordinarie e proporzionate, che comprendono, in linea di principio, la somministrazione di acqua e cibo, anche per vie artificiali». In Italia il dibattito è sul testamento biologico, il documento con cui ciascuno potrebbe chiedere che non gli siano prestate, in caso di malattia incurabile, cure non necessarie. Anche un certo numero di «cattolici adulti» si sono schierati a favore della proposta di legge del presidente della Commissione Sanità del Senato, Ignazio Marino.

La discussione che sta per iniziare in Parlamento non riguarda l'accanimento terapeutico. Come tutti - tranne una sparuta minoranza dell'Unione - si dicono contrari all'eutanasia «all'olandese» sotto forma di iniezione letale somministrata a chi non ha più voglia di vivere, così tutti sono contro l'accanimento terapeutico, le cure inutili, sproporzionate e invasive somministrate a chi non ha più nessuna speranza di sopravvivenza per puro virtuosismo medico. Contro l'accanimento terapeutico ci sono già codici deontologici e Ordini dei Medici che vigilano. Anche la Chiesa cattolica è d'accordo. Un testamento biologico in cui si dichiarasse semplicemente di rifiutare un futuro accanimento terapeutico sarebbe quindi superfluo. Perché allora - si perdoni il gioco di parole - la sinistra manifesta a sua volta un vero e proprio accanimento terapeutico nei suoi sforzi di far votare una legge sul testamento biologico?

Il problema è quello degli «stati vegetativi permanenti» come quelli di Terry Schiavo in America o della ragazza di Lecco di cui hanno parlato i giornali in Italia, da risolvere intervenendo sugli «aspetti tecnici legati all’idratazione e alla nutrizione artificiale». Detto in altri termini, quello che vuole la sinistra - con l'appoggio dei «cattolici adulti» - è che si possa sottoscrivere un testamento biologico dove si chieda in anticipo che, ove ci si venga in futuro a trovare in uno «stato vegetativo permanente», si ponga fine alla nostra vita facendo cessare l'idratazione e la nutrizione artificiale. È precisamente quello che è capitato alla povera Terry Schiavo, che per ordine di un giudice americano è stata privata dell'idratazione ed è morta letteralmente di sete, una bruttissima morte da qualunque punto la si guardi.

Marino e compagni assicurano di essere «contrarissimi all'eutanasia». Ma è un semplice gioco di parole. Perché si può discutere a lungo su quali cure mediche siano ragionevoli e quali siano accanimento terapeutico. Ma un punto è chiaro: l'alimentazione e l'idratazione non sono cure mediche. Il cibo e le bevande non sono medicine. Fermare l'alimentazione e l'idratazione e far morire il paziente di fame o di sete non è rinuncia a una terapia: è eutanasia. Lo è anche per i malati in «stato vegetativo permanente»: e qui per non sbagliare, la Santa Sede usa la stessa formula di Marino. Privare di cibo e bevande questi malati significa ucciderli. La Chiesa non potrà mai accettare queste forme di eutanasia, comunque la si chiami. I «cattolici adulti» nostrani abbiano il coraggio di dire che sono contro il Papa e il magistero, e la smettano con i giochi delle tre carte.


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