sabato 15 settembre 2007

CRISTO ME TRAE TUTTO TANTO E' BELLO



Ringraziamo Marco Saccaggi per gli appunti dell' assemblea

Carissimi,
sono stati giorni incredibili con Fr. Carron bravissimo a rispondere alle domande e far capire il passo. Durante il mio viaggio di ritorno, oggi, ho iniziato a trascrivere le mie note dell'introduzione, i primi commenti dell'assemblea e la sintesi. Uscira' poi il libretto a fine settembre ma intanto potete vedere il tema. E' stato un approfondimento degli Esercizi.

Un abbraccio a tutti.
Marco Saccaggi Dayton
(nella foto al battesimo di Tommaso)

Sabato Sera

Cristo me trae tutto tanto e’ bello

“Perfino i capelli del vostro capo sono contati”. Dobbiamo fermarci a Uno che ci guarda cosi’, a Uno che guarda il nostro nulla cosi’ perche’, se noi lasciamo entrare in noi questo sguardo, se ci immedesimiamo con uno che ci guarda cosi’, possiamo renderci conto di Uno che ha questa passione per la nostra vita.
Possiamo essere arrivati con i nostri problemi, disagi, preoccupazioni. Qual’e’ la prima iniziativa del Mistero che neach la nostra preoccupazione, disagio o problema puo’ fermare? Lo scontrarsi con una Presenza che ti dice cosi’, “anche i capelli del tuo capo sono contati”. Nessuna preoccupazione puo’ impedire che Lui prenda questa iniziativa, prima di ogni altra cosa. “Egli ci ha amati per primo” “In Lui ci ha scelti prima della creazione del mondo”. All’inizio del nostro stare insieme, lasciamo questo entrare prima di ogni altra cosa. San Paolo finisce questa lettera ai Galati con un augurio che faccio anche a voi “che il Signore vi dia una profonda conoscenza” di questo disegno, di questa passione di Cristo per ognuno di noi. “A quale gloria siete stati chiamati”.
S. Agostino “L’Amore con cui Dio ama e’ incomprensibile e non va soggetto a mutamento”. Il fatto che Lui ci ami dopo la morte del Suo Figlio non vuole dire che prima non ci amasse, siamo stati riconciliati con chi gia’ ci amava (ed eravamo nemici a cuasa del peccato). Per questo Don Giussani diceva ai ragazzi del CLU “Dio e’ partito dalla pieta’ per trarci dal nulla”, anche noi dobbiamo partire dalla pieta’, da questo “prima” che e’ prima di ogni cosa, prima dei nostri pensieri. Se non ci fosse adesso questo “prima” neache ci saremmo! L’immagine che abbiamo di di noi sarebbe sbagliata se non parte da questo “prima”. Solo la pieta’ di Dio ci trarra’ dalla nostra insensibilita’!
Riconoscere questa pieta’ come una Presenza che abbraccia il mio nulla non e’ un sentimento, e’ un giudizio, un guidizio su chi ci fa, ora. Vedere che uno si commuove per non dare queste cose come gia’ sapute. Il mistero della Trinit’a e’ il dominus, il Signore, cosi’ che anche i nostri capelli sono numerati.
Siamo posseduti, penetrati fino all’ultima fibra dell’essere, fatti da Lui fino all’ultimo palpito del cuore. Questo e’ un dato, perche’ nessuno potrebbe allungarsi la vita nemmeno di un minuto, e’ un giudizio, non qualcosa su cui essere d’accordo. “Manda il Tuo Spirito per rinnovare la terra”. Questo e’ il metodo concreto della vita, chiedere di avere il gusto profondo di essere dominati. Come accade? Lo Spirito viene a far sentire Cristo “mio”. E quanto lontani siamo! E quandoi abbiamo sentito questa percezione un minuto, com’e’ stato grande! Farlo diventare mio in modo che io abbia il gusto profondo dell’essere dominato da Cristo.
Piu’ siamo consapevoli di questa nostra poverta’, piu’ diventa urgente in noi questa domanda, il bisogno dell’aiuto di un Altro, “ebbe compassione della folla”, cristo sente compassione per ognuno di noi. Perche’ facciamo cosi’ tanta fatica per lasciarci penetrare? Non e’ dovuto ad una mancanza di energia, ma e’ una resistenza a far entrare questo sguardo. Una resistenza alla bellezza, non al sacrificio. Se lo lasciassi entrare, saresti travolto, allora noi resistiamo a questo. “Non e’ possibile che uno mi guardi cosi’!” “Beato chi non si scandalizza di Me” Dov’e’ lo scandalo? “Guardate, i ciechi vedono, gli storpi camminano, e beato chi non si scandalizza di me” cioe’ non resiste. Non e’ possibile pensiamo noi per difenderci, per non spostarci.
Questa diversita’ di Cristo, questa cosa vera entrata nel mondo, non e’ uno scandalo ma il segno del divino. Siamo qui per questo, che lo Spirito vinca la nostra resistenza e ci faccia speriemntare questa intensita’ del vivere.
Insieme possiamo aiutarci a farci colpire per la testimonianza vicendevole che ci diamo stando insieme. Ci siamo dati un metodo, riprendere gli Esercizi della Fraternita’ perche’ non perdiate la possibilita’ di vivere questa attivita’ nel quotidiano. Altrimenti anche i rapporti piu’ significativi della vita sono niente! Domani un’assemblea per accompagnarci nell’esperienza. Le frasi belle ci stufano se non succedono a noi nella vita. Per essere nostre devono diventare esperienza. Domandare la strada e’ una modalita’ per aiutarci a che sia sempre piu’ nostro. Spero che possiamo trovarci in un lavoro (il Don Gius nel libro dice sempre che non abbiamo fatto il lavoro!), accompagnarci al Destino. Pregate perche’ ci si possa chiarire il modo che aiuti il cammino comune. Puo’ essere un passo importante nel custodire questo dono prezioso che e’ il carisma.

Domenica mattina

Basterebbe guardare cos’e successo, sentendo cantare “Il mio volto” per capire il tipo di lavoro che ci aspetta in questa giornata. Quando ci diciamo di allargare la ragione, non e’ qualcosa di intellettuale, e’ qualcosa di reale, che non ci ferma all’apparenza, ma arriva fino al midollo del reale “mi guardo ed ecco scopro che non ho volto”. Uno puo’ guardare il proprio volto e vedere ilbuio senza fine, ma questo non e’ tutto. Il guardare fino in fondo e’ “accorgersi che Tu ci sei”, un Altro mi fa. Qual’e’ il test che sono arrivato fino in fondo? Che risento la mia voce e rinasco come il tempo dal ricordo. Il test che non siamo rimasti ad un lavoro intellettuale, ma che io tocco il Tu, e’ che io rinasco. Tu non sei solo, sei amato, sei fatto.
Siamo rinati ascoltando questo? Non un punto estetico ma un punto che ci fa rinascere. Questa difficolta’ che abbiamo per cui tutto diventa piatto e’ una carenza di stupore di fronte alla bellezza, una incapacita’ di affezione, altro che un problema intellettuale!
Questo e’ quello che tante volte ci impedisce di fare esperienza del Mistero, per cui tante volte soffochiamo nel reale (in prigione o annoiati). Assemblea a Londra, senza questa percezione del Mistero non si capisce niente e siamo sempre piu’ confusi. Lavoriamo 14 ore al giorno, facciamo i soldi e non siamo soddisfatti. Senza la percezione del Mistero anche il riposo, tutto e’ una noia. O noi ci aiutiamo a questo, ci accompaganamo a questo o noi, prima o poi, diventiamo scettici. Il lavoro e’ la verifica di una proposta (sfida degli Esercizi), il tempo ci e’ dato per questo. Dove ci siamo bloccati, dove abbiamo avuto difficolta’?

Intervento – Chris Bacich

Il primo dono che Cristo ci porta e’ una percezione vera di me. Se io mi concepisco come quello che devo fare certe cose, non sono soddisfatto. Se mi concepisco come rapporto, io che cosa sono? Incomincio a far entrare una percezione diversa di me. Mi alzo al mattino e voglio seguirLo. Lui non si stanca di cercarmi ogni giorno e dirmi “seguimi”, e’ la presenza della misericordia nella mia vita. Qs. Genera lo stupore, che Lui vuole liberare me.

Intervento – Pepe

Quando fai tutte queste cose, questo ti riempie il desiderio? Si o no? Altrimenti introduciamo il dualismo fina dall’inizio. OK, non sei soddisfatto. Allora come questo ti spinge a cercare di piu’? Gli amici ti aprono a questo. Questa e’ la verifica che devi fare. Altrimenti fare fuori questo e’ far fuori l’Io che e’ desiderio dell’Infinito. Non dobbiamo staccarci dall’esperienza nemmeno per un istante, altrimenti facciamo il discorso. Manca l’idea del Mistero nel modo in cui vivo tutto, manca il Mistero! Questa e’ la verifica che dobbiamo fare altrimenti siamo contenti quando le cose vanno bene e demoralizzati quando vanno male! C’e’ un’urgenza nelle mia viscere?

Intevento – Alberto
Intervento – Branco (Rio) Cristo dov’e? Dove lo vedo? Dove vedo la Sua eccezionalita’ oggi?

E’ una domanda ricorrente, “non vedo nulla di bello, Lui dov’e’ allora?” “Vedo il buio senza fine”, vedo un aspetto del reale che e’ altro che bello. La question e’ se davanti a questo noi ci fermiamo li’ e questo e’ tutto (il buio) o se anche io che percepisco il buio, riconosco che in questo momento ci sono. Non e’ uguale a nulla esserci, in questo momento io sono fatto e non c’e’ nessun buio che possa eliminare questo. Qualsiasi situazione e’ fatta, tutto quanto grida un Altro. Noi prendiamo tutto come ovvio, cioe’ non ci rendiamo conto che quando affermiamo che l’Io e’ buio, e’ comunque un Io che c’e’ ora e che io non mi faccio da me. Non siamo abituati a questo. Siamo come bambini che danno come ovvio il regalo che ricevono e la mamma gli deve dire “come si dice?”. Allora cominciamo a vedere le cose che ci sono, i limiti, etc. Ma non e’ ovvio. Presi e affascinati da un Altro, nel reale cominciamo a diventare coscienti della Sua presenza. Cominciamo a prendere coscienza del reale secondo tutti i fattori. Quando non mi sopporto piu’, e’ li che siamo chiamati a riconoscere un Altro, oppure soffochiamo







Mercoledi mattina – Sintesi di Padre J. Carron

Chi sei tu, o Cristo, che ancora una volta hai avuto pieta’ del nostro niente? Che ancora una volta hai preso l’iniziativa verso di noi, che Ti sei reso presente con tutta la Tua potenza?
Potremmo essere smarriti come tutti, non e’ ovvio, e’ un avvenimento che accade ora e che tra tanti che sono smarriti in questo momento della storia, noi abbiamo avuto la Grazia di avere davanti ai nostri occhi cos’e’ successo: la preferenza unica del Mistero nei confronti di ognuno di noi. Se la distrazione non ha vinto in ognuno di noi durante le Lodi dove abbaimo sentito “Vi prendero’ dalle genti e vi condurro’ sul vostro suolo ...”. E’ soltanto Lui che con la Sua iniziativa riapre la partita, ci libra dai nostri idoli in cui inesorabilmente cadremmo se la Sua potenza non si manifestasse in mezzo a noi. Una novita’ che entra nell’io, “uno Spirito nuovo”, una novita’ e’ entrata nella nostra vita in questi giorni. Avremmo potuto arrivare qui con il cuore di pietra e invece tornare con un cuore di carne, commosso per quello che ancora una volta abbiamo visto. “Vi faro vivere e osservare i miei precetti”, e’ qualcosa che accade ora, non qualcosa accaduto nel passato. Quando questo accade “voi sarete il mio popolo e Io saro’ il vostro Dio”, Lui ci attira, ci raduna e ci rende un popolo. Che impressione sarebbe se non dessimo tutto per scontato! Questo continua ad accadere, Lui continua a prendere l’iniziativa (chi ha sentito la musica come la modalita’ con cui Lui mi abbraccia ora. La musica e’ la modalita’ della sua iniziativa, non una decorazione al nostro incontrarci). O pregare l’Angelus perche’ ancora succede che di fronte a tutto il mio male, Lui non si stance di prendere iniziativa. Questa e’ l’esperienza che ognuno di noi deve guardare perche’ il nostro e’ un gesto e dobbiamo guardare che cosa e’ successo (non sono io una agenzia di lezioni, non sarebbe abbastanza per far nascere un popolo!). Davanti a questo avvenimento sconvolgenete che si ripete, si ripropone lo stesso dramma. Possiamo vedere se abbiamo ceduto o resistito alla bellezza. Non siamo rimasti neutrali, si vede nella faccia. Questo dramma si vede nella faccia, anche noi potremmo cinicamente dire come quel ragazzo a scuola “io starei attento, non sono un ingenuo”. “Se non credete a me, almeno credete alle mia opere” diceva Gesu’ ai farisei. Le Sue opere le orendono presente.
Dobbiamo guardare se in questi giorni abbiamo fatto esperienza della religiosita’, non se sappiamo la teoria (ne sono peine le tombe!). Pensate a quante volte ci siamo sorpresi a dire “Tu” e avete il test di questi giorni. Puoi aver partecipato a tutto e non aver detto “Tu”, non essere arrivato al riconoscimento commosso della Sua Presenza. “Che impressione aver riconosciuto Lui in tutte queste persone, prese da tutto il mondo” mi scriveva uno di voi. L’occhio semplice lo vede all’opera, e’ facilitato al Suo riconoscimento. Questi giorni sono una verifica, non un gesto in piu’. Verifichiamo, non che impariamo la teoria e poi andiamo a casa a metterla in pratica, ma se facciamo esperienza di questo ora. Abbiamo fatto la lezione sul capitolo 6 di “Perche’ la Chiesa?” perche’ non basta avere la proposta giusta perche’ sia mia, sia parte del mio sguardo. Abbiamo visto la fatica che facciamo a riconoscere Dio nel reale, la lotta. Senza una sollecitazione continua e una correzione la lezione degli Esercizi Spirituali non sara’ mai nostra. Occorre un luogo dove troviamo il contraccolpo, un fattore del reale che fa diventare familiare il Mistero. Il Mistero c’era gia’, ma entra come fattore del reale perche’ c’era ma era lontano. Se il Mistero non entra nella storia come fattore del reale non e’ possibile educare al senso religioso. Dobbiamo riconoscere che siamo bisognosi di una presenza storica, davanti a qualunque tentativo di fermarmi all’apparenza o alla creazione di un idolo. Solo chi si lascia generare cosi’ puo’ generare a sua volta. Possiamo uscire dal dilemma tra interventismo o astensione, sostituirci alla liberta’ dell’altro o ritirarci. Dobbiamo riconoscere che il Mistero ha avuto piu’ immaginazione di noi: una Presenza imponente che ha reso possibile il sorgere dell’Io. Solo se ci lasciamo prendere da questo possiamo generare gli altri.
Dobbiamo accettare che siamo bisognosi per poter generare, solo se abbiamo il coraggio di riconoscre il Mistero che ci viene incontro nel segno. Non istruzioni per l’uso ma l’audacia che guida la nostra vita sia seguire il segno fino al Mistero. Non spiegare la realta’ ma introdurre alla realta’, al Mistero che e’ il Destino ultimo della realta’. Puo’ educare solo chi e’ disponibile a seguire il segno fino al Mistero. Ti educa uno che segue, che vive davanti a te seguendo la modalita’ attraverso cui il Mistero si rende presente nel reale, ti puo’ introdurre alla realta’ perch’e lui segue il Mistero nel segno. Educare alla religiosita’, ad entrare nel reale fino al suo sorgere, al Mistero. Ci educa chi ci porta al fondo dell’apparenza, chi arriva fino al “Tu”. Solo uno cosi’ fa venire fuori l’Io, non chi da’ istruzioni per l’uso; ma chi ha la capacita’ di fascino se non il Mistero? Pertanto se non c’e’ chi mi accompagna al Mistero, non viene fuori il mio Io, si fanno dei soldatini non delle persone. Solo il Mistero e’ in grado di suscitare l’Io nella sua interezza. Noi non siamo il mediatore per gli altri al Mistero. Sembra pochissimo ma e’ decisivo. Chi ti risparmia il Mistero ti prende in giro, c’e’ solo un mediatore, Cristo.
Cosa vuol dire Cristo? Lui ha vissuto in prima persona il rapporto con il Mistero e quando Pietro tenta di allontanarlo da Lui gli dice “vattene Satana!”. Lui ha vissuto in prima persona, fino all’ultimo istante, vivendo la volonta’ del Padre. Cosi’ ha generato la Chiesa. Non e’ un problema organizzativo, il nostro unico problema e’ vivere, vivere il rapporto diretto con il Mistero.
“Gesu’ non legava a se’ ma al Padre”, lo stesso vale per Don Giussani che in questo modo ha generato un popolo. Lui ci ha educato per quella sua tenacia che non voleva altro nella vita che vivere questo. Noi possiamo, a immagine di Cristo, generare se noi per primi seguiamo perche’ cosi’ siamo facilitati a riconoscere il Mistero. Guardare uno che guarda cosi’, riconoscere le persone che vivono cosi’, anche se e’ l’ultimo arrivato. Non e’ un problema di ruoli ma di verita’, di uno che, perche’ vive il rapporto con il reale, ci introduca ad esso. Poiche’ Lui ci introduce, tutto diventa segno tutto diventa la modalita’ in cui Lui ci convoca, anche se siamo soli o con tutti gli amici del mondo. Potremmo essere stai qui in mezzo a tutti questi amici e non aver detto “Tu” !! (vedete che il problema non e’ la condizione, soli o in compagnia possiamo fare questo lavoro). Anche nel luogo piu’ facile, non mi risparmia di dire “Tu”. In questo siamo tutti uguali, qualsiasi sia la circostanza in cui siamo.
Vivere la religiosita’ e’ l’unica cosa che genera una vera amicizia, tutto il resto e’ convenienza, rapporti politici. Dobbiamo decidere cosa vogliamo: rapporti di convenienza o accompagnarci al Destino? Tutti abbiamo chiari gli strumenti per introdurci costantemente a questo: la SdC non diventa nostra perche’ la mettiamo sul comodino o la portiamo sotto il braccio ma se diventa compagnia, introduzione al reale. La verifica e’ nel reale, la SdC e’ per vivere non per fare il discorso sopra il reale, e’ una introduzione al reale. E’ nella verifica che io divento ogni volta piu’ affascinato alla storia che mi ha preso. Per questo gli do spazio, nel silenzio. Se non avete tempo per questo, domandatevi dov’e’ il vostro cuore. Oppure la caritativa, modo con cui siamo intrdotti al mistero dell’essere che e’ carita’. Questo e’ un anno che ci e’ dato per vedere Lui ancora di piu’ all’opera. Chiediamo alla Madonna di essere disponibili. “Il responsabile e’ il piu’ obbediente”. Chiediamo a Lei questa disponibilita’ a seguire il Mistero attraverso la modalita’ in cui Lui ci chiama.

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