venerdì 21 settembre 2007

UNA LEGGE SUI BLOG?

Si incomincia a dar fastidio.
Strano che si lamentino i politici!
Loro chiamano i nostri figli usuranti e nessuno si ribella!
Loro sono presi in giro dai mass media ( forse ritengono sia un mezzo per farsi conoscere!)
Adesso se la prendono con i blogger!

No grazie, bastano i codici esistenti
BlogoSfera - gio 20 set

Tratto da Epistemes.org il 19 settembre 2007

Dichiarazione di Mario Seminerio e Piercamillo Falasca del centro studi Epistemes
Durante l’odierna seduta del question time, l’on. Crapolicchio dei Comunisti Italiani ha invitato il Governo ad intraprendere iniziative normative volte a regolamentare il fenomeno dei blog.


Sulla scorta della prima sentenza di condanna per “diffamazione on-line” inflitta in Italia (nello specifico dal Tribunale di Aosta il 26 maggio scorso), l’esponente del Pdci ravvede la necessità di “individuare un punto di equilibrio fra il diritto di ciascuno ad esprimere il proprio pensiero e la necessità di punire chi utilizza quella libertà per offendere altri. ”

Quando fu emanata, la sentenza cui si riferisce il deputato Crapolicchio ebbe un immediato clamore perché per la prima volta in Italia ad un blog fu applicata la legge sulla stampa, creando un importante precedente giurisprudenziale. In particolare, i giudici aostani riconobbero nell’attività del blogger «il totale controllo di quanto viene postato» e che, «allo stesso modo di un direttore responsabile», egli ha il dovere di eliminare i contenuti offensivi. E’ innegabile che gli spazi virtuali costituiti dai blog stanno assumendo pian piano l’aspetto di vere e proprie testate giornalistiche, ma è altrettanto vero che la fortuna dei blog deriva direttamente dagli straordinari spazi di libertà di cui essi godono.

Crapolicchio non ravvede nella sentenza un pericolo ma la “spia” di un vuoto normativo da colmare, argomentando capziosamente a difesa della tutela della libertà di espressione del blogger per poi giungere a chiedere l’istituzione di una normativa ad hoc. A nostro giudizio – e siamo certi che su questo punto troveremo il conforto ed il sostegno delle centinaia di migliaia di blogger italiani – la posizione di Crapolicchio è frutto di una logica statalista, che punta alla ipernormazione, prima ancora che alla censura. Il reato di diffamazione è già disciplinato dal codice penale: lo si usi nel modo appropriato, ma non si pensi di imbrigliare i blog con l’abituale (per la cultura politica cui appartengono tutti i Crapolicchio che siedono in Parlamento) sovrastruttura legislativa di controllo, magari integrata dall’immancabile, elefantiaca Authority.

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