giovedì 20 settembre 2007

PREPARARE BENE GLI SPOSI PER SBARRARE LA VIA AL DIVORZIO

CITTA’ DEL VATICANO - "Gli sposi preparati sbarrano la via al divorzio". Lo ha detto Benedetto XVI rivolgendosi ai 20.000 pellegrini presenti in piazza San Pietro per l'Udienza Generale.



"Fin dall'inizio della vita", ha spiegato il Papa, occorre proporre ai bambini la famiglia come "una piccola chiesa domestica". "La presenza autenticamente cristiana dei fedeli laici nella famiglia e nella societa' rimane ancora oggi piu' che mai attuale", ha aggiunto il Papa ricordando come San Giovanni Crisostomo si sia preoccupato soprattutto di "accompagnare con i suoi scritti lo sviluppo integrale della persona, nelle sue dimensioni fisica, intellettuale e religiosa".

L'educazione alla fede, ha spiegato il Pontefice, e' un processo che parte dall'infanzia, "eta' in cui si manifestano le inclinazioni al vizio e alla virtu'". "La legge di Dio - ha ricordato - deve essere fin dall'inizio impressa nell'anima" perche' "di fatto e' questa l'eta' piu' importante". Per questo i genitori debbono premunire "fin dalla piu' tenera eta'" i bambini "con armi spirituali" e insegnare loro "a segnare la fronte con la mano". "Vengono poi - ha proseguito Benedetto XVI - l'adolescenza e la giovinezza" e infine "il fidanzamento e il matrimonio".

E agli sposi, Crisostomo indica la "virtu' della temperanza" e del matrimonio, sottolineando "la ricca trama di rapporti personalizzati". "Gli sposi ben preparati - ha sottolineato in questo contesto il Papa - sbarrano cosi' la via al divorzio: tutto si svolge con gioia e si possono educare i figli alla virtu'. Quando poi nasce il primo bambino, questi e' come un ponte; i tre diventano una carne sola, poiche' il figlio congiunge le due parti, e i tre costituiscono una famiglia, piccola Chiesa".

Per il Papa, San Giovanni Crisostomo, di cui quest'anno si celebra il 16esimo centenario della morte, si colloca tra i Padri che piu' hanno lasciato insegnamenti scritti: 17 trattati, piu' di 700 omelie e 241 lettere. "Ogni suo intervento - ha concluso - miro' sempre a sviluppare nei fedeli l'esercizio dell'intelligenza, per comprendere e tradurre in pratica le esigenze morali e spirituali della fede".




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