L’America si scopre cattolica i protestanti perdono terreno
Joseph Bottum
Gli Stati Uniti sono da sempre una nazione protestante - forse l’ultima, di fronte all’inesorabile processo di senescenza di cui sono vittime in Europa il Luteranesimo di Wittenberg, il Calvinismo di Ginevra e l’Anglicanesimo di Londra.
Tuttavia, gli Stati Uniti sono meno protestanti di quanto non lo fossero in passato. Di fatto, stanno rapidamente diventando un Paese cattolico. Almeno nel significato sociale del termine.
Emerge infatti un elemento inaspettato e preoccupante: oltre l’8 percento degli americani ha avuto un’educazione cattolica, ma si è allontanato dalla religione in età adulta. Inoltre, tale percentuale è in rapida crescita. Entro qualche anno, il 10 percento della popolazione degli Stati Uniti sarà costituito da ex cattolici. Naturalmente, l’espressione “ex cattolico” suggerisce un’indicazione sulla personalità più intima dell’uomo che, ad esempio, termini come “ex vegetariano” ed “ex fumatore” non riescono a esprimere: una formazione sociale ed intellettuale, un punto di partenza.
I cattolici praticanti costituiscono quasi il 25 percento della popolazione americana; i protestanti sono scesi al 51 percento, e le dichiarazioni retoriche dei nostri intellettuali fanno sempre più spesso ricorso ad un vocabolario che appartiene alla filosofia cattolica, e sempre meno alle citazioni della Bibbia da cui trae ispirazione una nazione protestante. Questi dati statistici provengono da un nuovo studio intitolato Us Religious Landscape Survey (Sondaggio sul panorama religioso statunitense, Ndt) pubblicato in febbraio dal Pew Forum on Religion and Public Life. Lo studio, che ha coinvolto 35mila persone, suggerisce che la pratica religiosa in America è ancora forte e vitale.
L’85 percento degli americani appartiene a una confessione religiosa, mentre solo il 4 percento si dichiara ateo o agnostico. Tuttavia, il 44 percento degli adulti ha abbandonato il credo religioso dei genitori a favore di un’altro. Inoltre, sono molte le persone che si avvicinano ed allontanano dalle confessioni religiose, mentre altri continuano a definirsi credenti anche se per anni non appartengono ad alcuna chiesa in particolare.
Fin dalla sua nascita, gli Stati Uniti hanno sempre tratto ispirazione e nerbo morale da una fonte distinta - almeno in parte - dal mercato e dalla cabina elettorale, dall’economia capitalista e dalle posizioni politiche. Fattori che dominano la nazione in tutti gli altri settori. Tale fonte, per larga parte della storia americana, è stata rappresentata dal senso morale condiviso dalle diverse e principali confessioni protestanti, che hanno influenzato tutto: dalla rivoluzione americana dell’ultimo trentennio del Diciottesimo secolo fino ai movimenti per i diritti civili degli anni Cinquanta. Nell’arco dell’ultimo mezzo secolo, tuttavia, la tradizione radicata delle chiese protestanti americane è andata incontro ad un declino catastrofico. Le ragioni sono complesse, ma il risultato è evidente. Gli anni Settanta hanno testimoniato l’apertura di una voragine in seno alla vita pubblica americana, e tale vuoto ha attirato due gruppi che in passato erano sempre rimasti ai margini: i cattolici e gli evangelici.
Il loro incontro ha decretato una delle alleanze più improbabili nella storia del Paese, considerata la lunga tradizione di opposizione al cattolicesimo che ha caratterizzato gli Stati Uniti. Ma tant’è: il crollo delle vecchie confessioni protestanti ha privato il Paese di una retorica condivisa e di un’idea su come formulare gli appelli morali come - ad esempio - quello contro l’aborto legalizzato. Soprattutto tra i conservatori, il cattolicesimo - con la sua capacità di cogliere l’impulso morale religioso per incanalarlo in un vocabolario pubblico più generico e nell’analisi filosofica - è arrivato a dominare il dibattito su ogni tema, dall’aborto, al dirrro naturale alla vita, alla teoria della guerra giusta. Secondo la risposta fornita da una delle principali riviste liberali «Gli evangelici forniscono l’energia politica, i cattolici l’autorità intellettuale».
L’atteggiamento di derisoria condiscendenza nei confronti degli evangelici è tangibile - ma l’aspetto di gran lunga più interessante è rappresentato dal fatto che oggi anche i liberali americani accettano l’idea che il cattolicesimo offre posizioni intellettuali rispettabili: erronee, secondo loro, ma comunque serie. Il nuovo studio realizzato dal Pew Forum dimostra che l’impulso religioso degli Stati Uniti non è destinato a scomparire nel breve periodo - anche se gli americani si sento perfettamente legittimati a volare di confessione in confessione con la disinvoltura di farfalle che volano di fiore in fiore. Tale impulso religioso, però, necessita di un vocabolario e di un sistema intellettuale pubblico con il quale potersi esprimere. Ogni giorno il bastione protestante dell’America si trasforma sempre di più in un Paese cattolico.
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