venerdì 4 maggio 2007

CHI VUOLE ELIMINARE IL CAPO DEI VESCOVI


Chi vuole eliminare il capo dei vescovi
di RENATO FARINA
Libero 1 maggio 2007
Lo diceva già Dostoevskij con la bocca di Ivan Karamazov: «Se Dio non esiste, tutto è permesso». Che facciamo, una mozione dell'Europa contro Dostoevskij? Gli bruciamo i libri? Spediamo un proiettile alla sua residenza di San Pietroburgo? Per evitare errori passo l'indirizzo alle Br:



Alla fine è intervenuto il presidente Giorgio Napolitano. Ha scritto: «L'Italia non lascerà solo monsignor Angelo Bagnasco di fronte alle vili minacce di oscura provenienza. Occorre garantire il più sereno esercizio della missione pastorale del presidente della Conferenza episcopale». Ha inviato il messaggio al segretario di Stato vaticano, cardinal Tarcisio Bertone. Il quale si era spaventato dinanzi allo stillicidio di minacce, scritte, proiettili e stelle delle Brigate rosse dedicate al nuovo leader dei vescovi. Aveva chiesto: «L'Italia non lasci solo Bagnasco». Mai sentito un allarme tanto forte pronunciato dalla Santa Sede per un monsignore italiano. Così Napolitano ha risposto. Ottimo. Ma noi gli chiediamo: perché non manda un'altra bella lettera un po' meno tranquillizzante a chi ha ispirato quest'odio contro Bagnasco? Noi siamo in grado di compilare un piccolo elenco. Inoltre è proprio sicuro che la provenienza sia «oscura»? C'è una matrice precisa, e persino un marchio parecchio noto in Italia: la stella a cinque punte. La retorica va bene, fa sentire meno soli. Ma un po' di determinazione in più ci vorrebbe. Ci sono parole gravi che armano i delinquenti, danno loro il coraggio di uscire allo scoperto. Quando uno è abbandonato, poi agiscono. Lo spiegò benissimo Giovanni Falcone prima di essere ucciso dalla mafia. I terroristi hanno sempre bisogno di un movente non solo ideologico, ma morale. La persona prima deve essere dipinta da una parte autorevole dello schieramento politico e giornalistico come un essere ripugnante, opaco, senza alcuna rispettabilità. Questo è accaduto nelle settimane scorse contro Bagnasco. Non gli si è attribuita nessuna dignità intellettuale, lo si è trattato come un uomo che metteva sullo stesso piano gli omosessuali o i conviventi con i pedofili. Nomi? Siamo incompleti, ma ci proviamo. Le agenzie e la cosiddetta stampa indipendente sono stati i primi a prestarsi alla falsificazione. Esempio? Il titolo del pacioso quotidiano "Resto del Carlino", versione internet: «Bagnasco: "Dico: un'aberrazione come l'incesto e la pedofilia"» (31 marzo). Una truffa. Poi è toccato ai politici e alla Ue condannare su questa base l'arcivescovo. Bagnasco in realtà aveva spiegato: "Quando si perde la concezione corretta autotrascendente della persona umana non vi è più un criterio per valutare il be- ne e il male. Quando il criterio dominante è l'opinione pubblica o le maggioranze vestite di democrazia - che possono diventare antidemocratiche o violente - allora è difficile dire dei "no". Oggi ci scandalizziamo, ma se viene a cadere il criterio dell'etica che riguarda la natura umana, (...) allora se uno, due o più sono consenzienti, fanno quello che vogliono perché non esiste più un criterio oggettivo sul piano morale (...) Se si accetta il relativismo morale perché dire di no a varie forme di convivenza stabile giuridicamente, di diritto pubblico, riconosciute, e quindi creare figure alternative alla famiglia? Perché dire di no all'incesto come in Inghilterra dove un fratello e sorella hanno figli, vivono insieme e si vogliono bene? Perché dire di no al partito dei pedofili in Olanda se ci sono due libertà che si incontrano?". Un discorso leale e pulito: se si proclama che non esistono verità morali oggettive, ma solo convenzioni, può accadere di tutto. Lo diceva già Dostoevskij con la bocca di Ivan Karamazov: «Se Dio non esiste, tutto è permesso». Che facciamo, una mozione dell'Europa contro Dostoevskij? Gli bruciamo i libri? Spediamo un proiettile alla sua residenza di San Pietroburgo? Per evitare errori passo l'indirizzo alle Br: Cimitero Tikhvin del Monastero di Alexander Nevskij. Napolitano oltre che in Vaticano scriva al Parlamento europeo, please. Gli eurodeputati hanno denunciato solennemente i «dirigenti religiosi» che fanno campagne «omofobiche». È lui: Bagnasco. L'Arci-gay e il suo presidente Sergio Logiudice sono felici: «Il Parlamento europeo dà lezioni di civiltà a quello italiano». Tre europarlamentari italiani - Vittorio Agnoletto e Giusto Catania di Rifondazione comunista e Monica Frassoni dei Verdi - avevano proposto una mozione dove Bagnasco era nominato espressamente. E i concetti ribadivano, con qualche arrotondamento, quanto scritto sui muri contro il presidente della Cei. Perché Napolitano non scrive a questa gente? Perché Bertinotti invece di essere «affettuosamente vicino» a Bagnasco (intervista a Repubblica) non se la prende con i suoi compagni?


Nessun commento: