venerdì 1 febbraio 2008

MORATORIA

All'interno sia il testo italiano che quello inglese

Pubblichiamo il testo inglese della lettera al segretario generale dell’Onu già sottoscritta da autorevoli personalità internazionali.
Diffondetelo nel mondo anglofono e fatelo sottoscrivere. Le firme vanno inviate a moratoria@ilfoglio.it


We publish here below the letter to the United Nation Secretary General that has been already supported by international personalities.
Spread it through the English -speaking world and make people support it. Accessions could also be sent to moratoria@ilfoglio.it

Dear Dr Ban Ki-Moon
Secretary General of the United Nations
Dear Honourable Prime Ministers and Heads of State of the United Nations

Over the last 60 years, notable measures have been adopted and efforts made to strengthen the legal framework designed to ensure the ideals expressed in the Universal Declaration of Human Rights that was approved in Paris on 10 December 1948. Over the last thirty years, more than a billion abortions have been performed, at an average of roughly 50 million a year. According to the latest report by the United Nations Population Fund, in China, tens of millions of unborn children are in danger of being aborted - through incentives or coercion - in the name of family planning and national demographics. In India, millions of babies have been eliminated prior to birth over the last 20 years for sexist reasons. In Asia, the demographic balance is threatened by mass infanticide, which is taking on extraordinary proportions. In North Korea, the use of selective abortion is leading to a radical way of eliminating all forms of disability.
In the western world, abortion has also become the tool of a new form of eugenics that is violating the rights of unborn children and equality among mankind. Originally, prenatal diagnosis was designed to help people prepare and care for their unborn children, but it is becoming a way a improving the human race and, in doing so, destroying the universalistic ideals that underlie the Universal Declaration of 1948.
We are calling on you to look at our request for a moratorium on public policies that encourage any form of unjustified or selective enslavement of a human being in the womb through the arbitrary use of the power to annihilate, which violates the right to birth and to motherhood. Article 3 of the Universal Declaration states that "Everyone has the right to life, liberty and security of person". We are calling on the representatives of national governments to back a key amendment to this part of the declaration, by adding in, after the first comma, the words "from conception to natural death". Indeed, the Universal Declaration refers to "equal and inalienable" human rights and solemnly proclaims the "inherent dignity...of all members of the human family" (Preamble). Science has shown us - and some of the major discoveries in the field of genetics come after the declaration - the irrefutable presence from the first stage of development of the human genetic pattern in the embryo, a pattern that is unique and unrepeatable. In 1984, the Warnock Commission in the UK determined that 14 days after conception an embryo is not only a human being, but also entitled to the right not to be used for experimental purposes.
Governments must preserve and protect these natural rights, which include "the right to inherit a genetic pattern which has not been artificially changed".
The 1948 Declaration was the response by the free world and international law to the crimes against humanity that had been prosecuted at Nuremberg three years earlier. In 1948, in response to the eugenic practices of the Nazis, the World Medical Association adopted the Declaration of Geneva, which stated: "I will maintain the utmost respect for human life from its beginning". Article 6 of the United Nations' International Covenant on Civil and Political Rights (1966) sets out that "Every human being has the inherent right to life". Today, selective abortion and selective in vitro engineering are the main ways in which eugenic, racial and sexual discrimination are perpetrated against human beings.
These are the same human being who are protected by article 6 of the United Nations charter of rights. Sixty years on from the Universal Declaration of Human Rights it is necessary to renew the primary basis of our humanitarian inspiration through an amendment to article 3. As such, we call on all governments to truly ensure the respect of the rights of people, including above all the right to life.

Yours faithfully
René Girard, anthropologist member of Académie française,
Lord David Alton, member of the House of Lords
Roger Scruton, British philosopher at Birbeck College
John Haldane, Philosphy professor at St. Andrews University
George Weigel, biographer of Karol Wojtyla and Joseph Ratzinger
Robert Spaemann, Philosophy professor emeritus at Universität of Munich
Sister Nirmala Joshi, General mother superior of Missionaries of Charity
Paolo Carozza, member of Inter-American Commission for Human rights
Josephine Quintavalle, director of Comment on Reproductive Ethics
Paola Bonzi, Center for life help at Mangiagalli Clinic of Milan
Pierre Mertens, president of the International Federation for Spina Bifida, Jean-Marie Le Mené, president of Fondation Jérôme Lejeune
Alan Craig, president of British Christian Peoples Alliance
Richard John Neuhaus, chief editor of di First Things
Carlo Casini, president of Movimento per la vita Italy
Lucetta Scaraffia, professor of history at Università La Sapienza di Roma
Bobby Schindler, Terri Schiavo’s brother



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Sono arrivate le prime adesioni internazionali alla lettera indirizzata al Segretario Generale delle Nazioni Unite promossa dal Foglio.



A Sua Eccellenza Dr Ban Ki-Moon - Segretario Generale delle Nazioni Unite
Alle Loro Eccellenze primi ministri e capi di stato delle Nazioni Unite
In questi ultimi sessant’anni sono stati presi notevoli provvedimenti e fatti rilevanti sforzi per creare e sostenere gli strumenti giuridici intesi a proteggere gli ideali espressi nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo approvata il 10 dicembre del 1948 a Parigi. Negli ultimi tre decenni sono stati effettuati più di un miliardo di aborti, con una media annua di circa cinquanta milioni di aborti. Secondo l’ultimo rapporto dello United Nations Population Fund, in Cina si corre il rischio di aborti, incentivati e anche coattivi, per decine di milioni di nascituri in nome di una pianificazione familiare e demografica di stato. In India, per una selezione sessista, sono state eliminate prima della nascita milioni di bambine in 20 anni. In Asia l’equilibrio demografico è messo a rischio da un infanticidio di massa che sta assumendo proporzioni epocali. In Corea del nord il ricorso all’aborto selettivo tende alla radicale eliminazione di ogni forma di disabilità. Anche in occidente, l’aborto è diventato lo strumento di una nuova eugenetica che viola i diritti del nascituro e l’uguaglianza tra gli uomini, portando la diagnostica prenatale lontano dalla sua funzione di preparazione all’accoglienza e alla cura del nascituro e vicino al criterio del miglioramento della razza, distruggendo così gli ideali universalistici che sono all’origine della Dichiarazione universale del 1948.
Sottoponiamo alla Sua e alla Vostra attenzione una richiesta di moratoria delle politiche pubbliche che incentivano ogni forma di ingiustificato e selettivo asservimento dell’essere umano durante il suo sviluppo nel grembo materno mediante l’esercizio di un arbitrario potere di annichilimento, in violazione del diritto di nascere e del diritto alla maternità. L’articolo 3 della Dichiarazione universale afferma che “ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona”. Chiediamo ai rappresentanti dei governi nazionali che si esprimano a favore di un emendamento significativo al testo della Dichiarazione: dopo la prima virgola, inserire “dal concepimento fino alla morte naturale”. La Dichiarazione universale si riferisce infatti ai diritti umani “eguali e inalienabili” e proclama solennemente che gli esseri umani hanno una “dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana” (Preambolo). La scienza, alcune delle cui maggiori scoperte in campo genetico sono posteriori alla Dichiarazione, documenta inconfutabilmente l’esistenza di un patrimonio genetico umano già nell’embrione, un patrimonio unico e irripetibile, fin dal primo stadio del suo sviluppo. La Commissione britannica Warnock, nel 1984, fa del quattordicesimo giorno dal concepimento la soglia oltre la quale un embrione è non soltanto un essere umano, ma titolare del diritto a non essere manipolato sperimentalmente. I governi devono preservare e proteggere questi diritti naturali, che comprendono il diritto a un “patrimonio genetico non manipolato”.
La Dichiarazione del 1948 fu la risposta del mondo libero e del diritto internazionale ai crimini contro l’umanità giudicati tre anni prima a Norimberga. In risposta alla pratica eugenetica dei medici nazisti, la World Medical Association nel 1948 adottò la Dichiarazione di Ginevra nella quale si afferma: “Rispetterò la vita umana, a partire dal momento del concepimento”. L’articolo 6 dell’International Covenant on Civil and Political Rights, voluta dalle Nazioni Unite nel 1966, stabilisce che “ogni essere umano ha un inerente diritto alla vita”. L’aborto selettivo e la manipolazione selettiva in vitro sono oggi la principale forma di discriminazione su base eugenetica, razziale e sessuale nei confronti della persona umana. Quella stessa persona umana che le Nazioni Unite tutelano all’articolo 6 della propria carta dei diritti. A sessant’anni dalla proclamazione della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo è necessario rinnovare la nostra principale fonte di ispirazione umanitaria attraverso un emendamento all’articolo 3. Desideriamo perciò richiamare i governi a un profondo rispetto dei diritti della persona, il primo dei quali è l’inviolabile diritto alla vita.







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