giovedì 13 marzo 2008

CATTOLICI CON IL BOLLINO MA SENZA CORAGGIO

«Famiglia cristiana» attacca Casini: cattolico col bollino ma senza coraggio
di Gian Maria De Francesco

Tratto da IL GIORNALE del 12 marzo 2008

Distinguere i politici attenti ai valori religiosi non è difficile. È un po’ come per le banane della pubblicità: basta guardare l’etichetta, cioè lo scudocrociato. Per Famiglia Cristiana, il settimanale dei frati paolini, tutto questo però non è sufficiente.

E in un editoriale intitolato «Cattolici col bollino ma senza coraggio» ha bacchettato anche il partito di Pier Ferdinando Casini e Savino Pezzotta dopo non aver risparmiato critiche né al Pd né al Pdl.


«Di fronte all’unica forza che afferma espressamente la sua ispirazione cristiana - si legge nell’articolo - ci saremmo aspettati qualcosa di diverso e più innovativo per allontanare il dubbio di una buona occasione (forse l’ultima?) sciupata malamente».


Il settimanale diretto da don Antonio Sciortino si sarebbe aspettato da Casini «un gesto di coraggio in più, che avrebbe dato a questo tentativo un profilo più alto e più credibile». Insomma, sarebbe stato meglio dar vita a «un soggetto totalmente nuovo in modo da collocarsi definitivamente al di fuori delle ambiguità di un passato non sempre lineare»

I toni sono alti, ma le domande, ancorché poste tra parentesi, sono molto terrene: «Perché i voti e le presenze di certi candidati, tipo Cuffaro?». L’interrogativo sorge proprio dall’importanza assegnata a quella «forza di interposizione» tra i due blocchi che stava nascendo su iniziativa di Pezzotta e del mondo del Family day. Un’esperienza che, seppur non originale, potrebbe essere coronata da successo visto che la corsa «solitaria» di Veltroni e Berlusconi ha aperto spazi più ampi rispetto alle deludenti esperienze di Martinazzoli e di D’Antoni, tramortiti dal maggioritario. E che i Paolini guardano sicuramente con più simpatia rispetto al «pasticcio veltroniano in salsa pannelliana» del Pd e «all’anarchia dei valori berlusconiana».

Casini non ha fatto una piega. Avrà anche masticato amaro perché dopo i ripetuti appelli al voto utile di Walter e del Cavaliere, tesi a comprimere il Lebensraum centrista, tutto si sarebbe potuto aspettare tranne che il fuoco amico. Ma in pubblico nessun rammarico. «Condivido il giudizio di Famiglia Cristiana. È ovvio che un processo politico che si realizza in una settimana non può essere perfetto e siamo consapevoli dei limiti di questo accordo», ha replicato il candidato premier. «La risposta a Famiglia Cristiana - ha concluso - arriverà con la Costituente di centro che nascerà con le elezioni politiche».
D’altronde, le rimostranze cattoliche, per quanto autorevoli, non sono sicuramente in cima alle preoccupazioni del leader dei moderati. Dopo l’ex segretario Ppi, Gerardo Bianco, anche l’ex presidente dell’Azione cattolica, Alberto Monticone, ha abbandonato la Rosa bianca. Alle comunali romane udiccini e «tabaccini» correranno separati perché la candidatura di Ciocchetti non convince tutti. L’escluso dalle liste Maurizio Eufemi è furibondo, in Basilicata Giuseppe Molinari si è ritirato. Si tratta di voti e non di bollini e banane.



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