giovedì 25 ottobre 2007

DISGUSTANO LE POLEMICHE ANTI-CHIESA

«Disgustano le polemiche anti-Chiesa» Bagnasco
Società - mer 24 ott
Il Presidente della Cei intervistato dal 'Consulente Re': «Sarcasmo stile Ottocento contro i cattolici perché sono un riferimento
La qualità di Avvenire premiata dai numeri»
di Paolo Viana
Tratto da AVVENIRE del 24 ottobre 2007



La gente dimostra un «di­sgusto crescente» per i messaggi che irridono i grandi valori della nostra tradi­zione, eppure alcuni mass me­dia perseverano negli attacchi alla Chiesa, che viene percepi­ta come l’«ultimo baluardo, che si cerca di abbattere con i mez­zi a disposizione». Il presidente della Cei, monsignor Angelo Ba­gnasco, che sarà creato Cardi­nale al Concistoro del 24 no­vembre, riflette sulle polemiche di questi mesi in un’intervista pubblicata dal Consulente Re di ottobre.

Il periodico ricorda le diverse tappe di monsignor Bagnasco, da arcivescovo di Pesaro a ordi- nario militare per l’Italia, fino ad arcivescovo di Genova e alla presidenza della Conferenza e­piscopale italiana, dopo i sedi­ci anni di guida del Cardinale Ruini, concludendo con un’a­nalisi delle polemiche anticat­toliche di questi mesi.

Larga parte del colloquio è ri­servato all’esperienza al verti­ce del consiglio di ammini­strazione di Avvenire, che mon­signor Bagnasco commenta così: «ho imparato come si confeziona un quotidiano. In questi anni ho capito meglio la delicatezza che si deve accom­pagnare alla confezione di un giornale. E l’importanza di of­frire in questo caso alla società italiana un’informazione seria, onesta, fornendo nel contem­po chiavi di interpretazione so­lide di aspetti essenziali della vita quotidiana».

Un giornale come Avvenire, ag­giunge, «deve raggiungere e riu­scire a mantenere un alto livel­lo qualitativo, per onestà verso i lettori e per poter competere seriamente con gli altri quoti­diani italiani». Un impegno, sot­tolinea, premiato dalla «cresci­ta sensibile dei ’numeri’» diffu­sionali della testata, anche se «persiste in una certa parte del mondo cattolico un atteggia­mento di disattenzione» che è «retaggio di pregiudizi del pas­sato ». Affrontando i temi delle pole­miche anticattoliche scatenate dai media, monsignor Bagna­sco rileva «il disgusto crescente di molte persone verso i mes­saggi che ci giungono quotidia­namente sui grandi valori che sono parte fondante della no­stra tradizione, dell’ identità i­taliana: valori come quelli della famiglia, della vita, dell’amore, della religione, della sollecitu­dine per il bene comune. Gli at­tacchi a tali valori fondanti del­la nostra tradizione non mi pa­re abbiano fin qui avuto buon gioco nella grande massa dei nostri concittadini. Basti pen­sare a quanto è successo per i referendum sulla Legge 40».

L’Arcivescovo non parla esplici­tamente di un «attacco pro­grammato, strategico alla Chie­sa », ma sottolinea che «non pas­sa quasi giorno che non vi sia u­na valutazione negativa, una messa in rilievo di fatti veri o presunti che riguardano la Chiesa, i suoi ministri…» Attac­chi ricondotti al sarcasmo anti­clericale dell’Ottocento, anche se, secondo il presidente della Cei, «il buon senso degli italia­ni può ancora prevalere sull’e­mergere del sarcasmo genera­lizzatore ». Quanto all’origine delle polemiche rivolte contro gli ecclesiastici e il mondo cat­tolico, per l’arcivescovo esse «possono essere lette anche co­me una reazione violenta a una constatazione innegabile: per molti la Chiesa è ormai un pun­to di riferimento ineludibile in certi momenti della storia, co­me potrebbe essere il nostro in Italia e in Europa. Ecco allora la Chiesa come 'ultimo baluar­do', che si cerca di abbattere con i mezzi a disposizione. An­che ritornando al sarcasmo del­l’Ottocento ».


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