lunedì 1 ottobre 2007

SE UN PRETE GAY FILMASSE A LETTO ILARIA D' AMICO

LIBERO 30 SETTEMBRE 2007
di RENATO FARINA
Succede questo: è stata annunciata e viene moltiplicata da internet l'anticipazione di una trasmissione televisiva.


Un ragazzo omosessuale è entrato in una chat funzionante come punto di incontro per gay. (Le chat sono - lo diciamo per chi non le frequentasse - luoghi elettronici dove ci si scambia messaggi in diretta. Ce n'è di tutti i tipi e per tutti i gusti). Il giovanotto lì instradato dai produttori tivù ha cercato di adescare dei sacerdoti per poi procedere ad incontri ravvicinati con l'esito immaginabile. C'è riuscito, come no? Secondo me si potrebbe cercare anche di aver appuntamenti con delle suore per vedere che sono fragili pure loro. A suo tempo fu Aldo Busi che - a scopo di scriverne su Epoca cercò di sedurre dei ragazzi del Meeting di Rimini per dimostrare quanto lui fosse affascinante e come fossero malleabili alle sue irresistibili pretese i ciellini. In questo periodo si prediligono i preti. Tanto non li difende nessuno. Peccatori alla gogna
Il bello di giorno aveva addosso una telecamerina nascosta. I filmati verranno diffusi martedì sera su La7, conduttrice Ilaria D'Amico. Già ora circolano anticipazioni sui discorsi di questi sacerdoti, filtrano immagini di uomini con il colletto duro e bianco, i quali al ragazzo che li interroga offrono penose teorie di giustificazione. Non ci saranno commenti - fa sapere l'ufficio stampa. Ci sarà la realtà nuda e cruda. La realtà? Questo è banditismo, rapina a mano armata della vita e dell'anima di persone ignare. Non c'è neanche lo scopo sociale di denuncia: quei poveretti succhiati nelle loro midolla non stanno commettendo reati, ma "solo" - secondo quello che la Chiesa cattolica dice - peccati. Affari loro. Quelli che accusano la Chiesa di voler trasformare i peccati in reati, poi applicano in pratica una pena peggio del carcere a chi non sta commettendo alcun crimine. Anzi uno lo commettono: essere sacerdoti, proprio questo oggi è garanzia di vilipendio. Si può far tutto ai preti. Qualsiasi indagine su di loro diventa colpevolezza certa. Si va nei confessionali. Nelle canoniche. Il filmarne uno o due mentre contraddicono i dieci comandamenti diventa la prova della falsità dei comandamenti medesimi, e pro- va certa della ipocrisia della Chiesa. Per essere coerente - si sostiene - dovrebbe predicare la pedofilia e l'omosessualità oltre che il furto. Logica davvero comica. Quasi che siccome l'uomo è peccatore dovesse teorizzare il male per essere coerente. Ribadire che i preti sono anche loro uomini e non superuomini senza peccati, a che scopo adempie? Dimostrare che il bene è impossibile, e soprattutto non c'è dove è predicato. Si vuol generare sospetto sugli oratori, spaventando le famiglie così che non li mandino in parrocchia o nelle scuole arcivescovili o nei movimenti. Non ce ne sono quasi più di preti (tranne a Bergamo e in poche altre diocesi). A Milano negli ultimi mesi ci sono state quattro ordinazioni sacerdotali, e sei episcopali. Dovrebbe essere una specie protetta e invece la impallinano a man salva. In realtà l'e- sperienza che gli italiani hanno dei sacerdoti è quasi sempre buona, se non eccellente. Perché ci facciamo del male da soli? Se fossi un prete, mi batterei il petto, come dovremmo fare tutti, nessuno escluso. E poi però do- manderei un po' di par condicio. Perché non ci mettiamo a filmare i peccati dei giornalisti, a piazzare telecamere nelle toilette delle redazioni o negli archivi delle televisioni? Giorgio Bocca ha raccontato ne "Il provinciale" a che cosa erano riservati quei locali. Forse i preti sono in buona parte gay, ma non credo siano più della percentuale di gay che c'è tra i panettieri o i commessi. Di certo però la quasi totalità di chi fa programmi dove ci sono mezzo le tonache e i clergyman è costituita da voyeur, una categoria su cui non diamo giudizi morali, perché è una tara: godono a osservare la realtà dal buco della serratura. Fin qui affari loro e dei poveri molestati. Insopportabile però è trasformare un vizio in una qualità professionale e deontologica: dicono che è scienza, inchiesta, buon giornalismo. In questo caso fanno un tantino schifo. Allora filmiamo tutto
Che ne direbbe la signora conduttrice Ilaria D'Amico, che è tanto carina e brava, se un tizio registrasse di nascosto le sue private performance di non sappiamo quale tipo ma ci saranno, le abbiamo tutti, e poi fossero trasmesse semplicemente coprendole la faccia per non farla riconoscere? La violenza è già nell'atto stesso di filmare senza consenso, diffonderla è un'ignominia che andrebbe vietata. Che diritto hanno di esplorare le coscienze? Si sono eletti a chirurghi della morale che hanno diritto di tagliare con il bisturi senza permesso i recessi delle anime altrui. Questa è la nuova vera Inquisizione. Questa è una violenza bella e buona all'intimità di una persona, in più essendo sicuri di farla franca, perché chi viene derubato così della sua anima di sicuro non denuncerà nessuno, per la vergogna, per il danno sociale che ne ricaverebbe. È una vigliaccheria al quadrato tutto questo, per di più messa in atto a scopo sociale. Figuriamoci. La conosciamo questa ideologia: si vuole smascherare l'ipocrisia della Chiesa, la quale condanna la pratica omosessuale, non ammette i gay in seminario, e poi ospita nei suoi annuari del clero moltissimi omosessuali. Bisogna mettersi d'accordo su un punto però. Chi oggi osa dire qualcosina sulla liceità dei matrimoni gay viene accusato di omofobia. Non si deve mettere in cattiva luce nessuno che abbia questa tendenza. D'accordissimo. E allora perché coi preti gay si può? Ma certo: non ce l'hanno con quella parte di questi uomini che desidera certe prestazioni, ma con l'ordinazione ricevuta. La pretofobia è oggi non solo ammessa, ma quasi obbligatoria.
LA SCHEDA DOMANI SU LA7 Il programma "Exit" andrà in onda ogni lunedì in prima serata a partire da domani su La7, ed è condotto da Ilaria D'Amico (nella foto qui a sinistra). LA PRIMA PUNTATA La puntata di domani prevede la messa in onda di un filmato di mezz'ora, in cui vengono documentate le confessioni di alcuni sacerdoti sulla propria omosessualità e gli incontri con ragazzi conosciuti sulle chat-line di internet. LA PRIMA EMAIL L'idea è nata dopo una email arrivata alla redazione del programma. A scrivere è un ragazzo gay. Dice di frequentare abitualmente le chat per omosessuali, di aver conosciuto così tanti sacerdoti, e poi anche di averli incontrati di persona. Quelli di "Exit" hanno documentato le fasi dell'aggancio sulla chat, registrato le telefonate fatte per mettersi d'accordo e infine ripreso (con una telecamerina nascosta) gli appuntamenti clandestini.
.GIOVANNI MARIA VIAN DIRETTORE DELL'OSSERVATORE ROMANO Giovanni Maria Vian sarà il nuovo direttore dell'Osservatore Romano: succede, dopo 23 anni, a Mario Agnes. Nato a Roma 55 anni fa, storico del cristianesimo, ordinario di Filologia patristica alla Sapienza e docente a contratto all'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, dal 1999 Via è membro del Pontificio comitato di Scienze Storiche.

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