giovedì 1 febbraio 2007

UN ANONIMO HA MANDATO IL RIASSUNTO DELL'INCONTRO CON CESANA

come richiesto invio copia degli appunti dalla sintesi di cesana.


Cominciamo dalla prima parola: felicita' , lo faccio per essere felice io. Cos'e' la felicita'? Inizia come bisogno, esigenza di una risposta. Quando? Quando siamo certi del senso positivo della vita, che vale la pena di vivere. Nonostante i casini. Una persona quando e' lieta. Da una parte occorre il bisogno, dall'altra si deve scoprire il senso positivo della vita. Per poter essere affermato [il senso positivo della vita] deve poter vincere tutte le contraddizioni che si presentano. O ci mettiamo i paraocchi e guardiamo solo quello che a noi sembra di poter controllare, o ci guardiamo in giro e vediamo che la nostra esigenza di felicita' ha tante contraddizioni. Queste contraddizioni non sono solo fuori, ma anche dentro di noi. E poi alla fine si muore. Come facciamo? L'accoglienza della persona che ha bisogno, fatta da chi ha bisogno, e' l'affermazione che la vita ha in se' una positivita' cosi' grande da poter vincere il bisogno. Il positivo della vita e' piu' forte delle sue contraddizioni. Il fascino e' questo, il fascino trascina a capire cosa c'e'¨ dentro. Qual'e' il fattore che determina questa invincibilita' ? Qual'e' il fattore che determina la vittoria, per cui qualunque cosa accada io non vado sotto? (Perche' questo ha fatto la grandezza del cristianesimo: io insegno storia della medicina, e faccio sempre l'esempio dei malati nell'antichita' e nel medioevo: nell'antichita' i malati non venivano curati, perche'¨ le malattie infettive erano un rischio mortale, quindi i malati venivano abbandonati, allontanati. Nel medioevo le malattie erano le stesse, il rischio di morte uguale, ma era chiaro che la morte non era la fine di tutto, cosi' si e' cominciato a curare gli ammalati e sono nati gli ospedali). Cristo e' venuto a far vedere che la morte non e' l'ultima parola sulla vita. L'accoglienza la si fa per se', per capire la speranza che chi viene accolto fa nascere in me. Come ha detto "Paolo", magari all'inizio sei sbigottito, sbandato, ma poi capisci che e' vero, si puo' amare l'altro cosi' com'e'. Facendo quest'esperienza lo sguardo sulla realta' si allarga. Questo e' il secondo motivo di fascino: si vede il mondo per quello che e', e non se ne ha paura. L'accoglienza e' emblematica perche' fa vedere che Dio e' carita' , e' amore. Non e' una definizione, una spiegazione: e' capace di amare, di vivere la realta' . La grandezza, la forza di questa positivita' non e' nostra, E' visibile ma imprendibile, misteriosa, un mistero cha ha un nome: Gesu' Cristo. E' un'esperienza, non ha un nome non e' un sentimento. In chi si appassiona si sviluppa maggiormente l'intelligenza, come die Kierkegaard se c'e' un Dio che dice di essersi fatto uomo, e' mio dovere conoscerlo. Un altro aspetto dell'accoglienza interessante: E' un prendere, ma e' anche un dare. Non c'e' felicità senza dare, e il modo piu' profondo di dare e' generare. L'aspetto principale della generazione e' l'amore al destino. E' una legge dell'esistenza, che se vissuta, genera: cosa c'e' di piu' grande dell'educazione, dell'amicizia? Niente! Il generare la vita e' la comunicazione del suo senso, cioe' l'istradamento al destino. 1) senso di positivita' della vita 2) certezza del destino Gli altri saranno convinti da un fascino, da un modo diverso di vivere. II Il modo con cui Dio ha salvato il mondo deve essere un modello anche per noi. Dio ha salvato il mondo fallendo (cfr discorso del Papa ai vescovi svizzeri), lasciando vivere la libera' degli uomini, affidando alla liberta' di dodici uomini,( poi undici perche' uno ha tradito,) la salvezza del mondo, meglio il messaggio della salvezza del mondo. Non la soluzione dei problemi, ma la condivisione. Condivisione che lascia spazio alla liberta' dell'altro. Sto insieme a te, e grido come gridi tu. La vita e' una riproposizione sempre delle stesse questioni, sempre ad un livello piu' profondo. Non si puo' avere nessuna pretesa: domanda si, pretesa no. La storia, quindi la nostra vita, ha un padrone, che non siamo noi. Cio' che allarga lo sguardo permette di vedere dove sta il padrone senza ira (...) A voi ha affidato la testimonianza piu' semplice e diretta di come ha salvato il mondo: bisogna che lo sappiate, occorre il giudizio. III Tutto quello che fate non e' solo per voi, ma perche' il mondo veda. Preoccupiamoci pero' di vedere noi cosa ci e' successo e cosa abbiamo fatto!

1 commento:

Marco Martinelli da Nonantola ha detto...

Ho inviato io la sintesi, l'ho inviata anonima perchè ancora non ho dimestichezza con il blog.

Ciao a tutti, spero che sia utile.