Chi osa è giovane, e lo resta anche quando l'anagrafe lo iscrive a un'altra partita.
....«osare l'amore» è un impegno che porta dritti a quelle scelte "per sempre" considerate fuori moda se le misuriamo con i canoni reclamizzati del precariato esistenziale e affettivo. Chi osa è giovane, e lo resta anche quando l'anagrafe lo iscrive a un'altra partita. Osare secondo l'infinita capienza dell'amore divino - è quello che il Papa propone ai giovani, e non solo ai "suoi" - rende capaci di «realizzare quanto è umanamente impensabile»: cioè addirittura «cambiare il cuore dell'uomo e l'umanità intera», polverizzando paure e rassegnazioni perché ci si è abituati a «non desiderare niente di meno per la vostra vita - scrive il Papa ai suoi giovani interlocutori - che un amore forte e bello, capace di rendere l'esistenza intera una gioiosa realizzazione del dono di voi stessi a Dio e ai fratelli». Altro che utopie: qui c'è benzina per arrivare molto lontano. Dentro questo sguardo sulla propria vita, infatti, tutto ridiventa possibile per la forza irrefrenabile di quell'amore la cui «sorgente» è Dio stesso, Amore in prima persona, garanzia di non restare a piedi. Attenzione, però: va cercato, coltivato, difeso questo amore, «niente di meno». A forza di accontentarsi, si è costruita una pedagogia cervellotica incapace di parlare alla generosità che sonnecchia dentro il cuore di ogni giovane. Ma il Vangelo suona la sveglia dell'amore cristiano, è l'ora di alzarsi: c'è di mezzo la felicità, niente di meno.
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