martedì 27 febbraio 2007

PREGANO SANTA RITA


PREGANO SANTA RITA
Libero 26 febbraio 2007
di VITTORIO FELTRI


PREGANO SANTA RITA
Libero 26 febbraio 2007
di VITTORIO FELTRI
Lo sanno anche i ragazzi di terza media che hanno sfogliato di malavoglia il testo di educazione civica: i senatori a vita, ex presidenti della Repubblica e personalità di alto profilo nominate per meriti (spesso inesistenti) speciali, hanno sì diritto al voto, ma non possono essere considerati di opposizione o di maggioranza. Sono svincolati sia dalla disciplina di partito sia dalla disciplina di coalizione. Napolitano, che ha fatto più della terza media, queste cose le conosce a menadito, tra l'altro essendo stato lui stesso senatore a vita. Le conosce talmente bene che, prima di rispedire Prodi in aula a mendicare la fiducia, disse: il governo deve trovare i numeri per camminare con le proprie gambe, a prescindere dal sostegno dei magnifici sette vecchioni. Non credete a Libero? Prendiamo il Corriere della Sera (simpatizzante dichiarato del premier) e leggiamo cosa ha scritto Marzio Breda, massimo esperto di menate quirinalizie, nell'edizione di venerdì: «L'obiettivo della ricognizione è far emergere che a una maggioranza politica pronta a confermare Prodi corrisponda una maggioranza contabile. E che quest'ultima si dimostri autosufficiente al di là della sponda - comunque mai certa - dei senatori a vita». A parte un fil di fumo burocratico, il concetto è chiaro. I senatori a vita se ci sono ci sono, e se non ci sono l'esecutivo deve stare in piedi ugualmente. Altrimenti non se ne fa niente. Frattanto mi auguro Napolitano non abbia mutato opinione. Se è così, trovo perfettamente inutile lo sforzo dell'Unione di radunare i Grandi Nonni a Palazzo Madama in occasione della fiducia. La quale - giova ripetere - è richiesta dal Quirinale anche senza il loro appoggio. Perché allora il centrosinistra non si dà requie nel tentativo di assicurarsi la presenza fisica in aula della "gerontocasta" al completo? Evidentemente l'acquisto di Marco Follini sul mercato dell'usato insicuro non basta a garantire il salvataggio del governo e del suo capo spompato. Servono altri rinforzi per soccorrerli. Già, ma dove recuperare qualcuno disposto a sacrificare la faccia in favore di un esecutivo talmente impopolare d'aver disgustato perfino numerosi amici? Un'impresa titanica per un agglomerato di partiti afflitti da nanismo politico. Nell'ambiente progressista sta montando un sentimento di sconforto. E siccome lo sconforto è cattivo consigliere, i compagni si aggrappano ai senatori a vita, nonostante il parere contrario del capo dello Stato. Se riescono a strappare la fiducia in qualche modo, confidano di poter poi convincere Napolitano a chiudere un occhio e a dar loro la benedizione. Vederli mentre si agitano in questa maniera suscita perfino tenerezza. Pensate, cari lettori; sono riusciti a protrarre a giovedì o venerdì il giorno del giudizio, allo scopo di attendere il rientro in Italia di Rita Levi Montalcini, impegnata in un convegno scientifico a Dubai. Roba da matti incurabili. Intendiamoci, stimiamo il Nobel e non è della scienziata che ci facciamo beffe. Ci mancherebbe. Ma far dipendere la propria sopravvivenza al potere dall'aiutino di una signora del 1909, ossia di 98 anni, è segno di una miseria politica cui neppure la prima Repubblica, nei momenti peggiori, ci aveva abituati. Disinteressatamente, consigliamo a Rita Levi Montalcini di aderire al pressante invito. Non può mancare allo spettacolo di Romano Prodi e della sua corte che se la fanno sotto in attesa del suo sì o del suo no. Imperdibile. Da Santa Rita (quella delle cause impossibili) pretendono il miracolo.


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