domenica 25 febbraio 2007

DON GIUS DUE ANNI DOPO


Don Gius due anni dopo


Una grande folla attenta e composta ha partecipato al rito presieduto dal Cardinale Tettamanzi
Milano, 24 feb. - Passare nei paraggi del Duomo e vedere poche minuti prima delle ventuno gruppetti di persone entrare frettolosamente in Cattedrale, e seguirli.
L’immagine che accoglie il curioso lascia pochi dubbi; una folla strabocchevole ma al contempo silenziosa ha occupato ogni posto disponibile sulle navate e sui bracci laterali.
Ma perché così tanti giovani, adulti e anziani hanno deciso di sfidare la pigrizia e il freddo per portarsi in Duomo?
Il 22 febbraio – liturgicamente parlando – non prevede feste comandate. E allora perché questo nugolo di persone? Come ha detto il Cardinale Dionigi Tettamanzi quella folla è presente per un anniversario. Sono infatti due anni che Don Luigi Giussani – il fondatore di Comunione e Liberazione – “ha fatto il suo ingresso per sempre nella casa del Padre”.
Ma è mai possibile che così tanta gente, a distanza di due anni, si stringa ancora in un ideale e fraterno abbraccio per fare memoria di Don Gius?
Non potevano lasciare indifferenti i crocchi di ragazzi seduti per terra con lo zaino d’ordinanza pieno di libri, attenti ascoltatori delle parole del Presule nel corso dell’Omelia; colpivano gli occhi di quei giovani disabili così amorevolmente seguiti dai loro educatori e amici.
In un ambiente ove si viene chiamati per nome – o soprannome – con vago accento milanese –brianzolo –l’Alberto, la Maddy, la Clem – non può passare in seconda linea il sentimento che tutti provano. Sintetizzando: siamo a casa, siamo nella nostra casa per fare memoria di un padre, di un fratello, di un amico.
Riassumendo ancora: un educatore. Don Giussani tramite la sua presenza, il suo carisma, il suo genio, il suo intuito ha saputo trasmettere l’amore per il bello, per la verità. Pare poco? No di certo, specie per quei ragazzi che partecipano alla messa.
In questo Duomo si è così radunato il suo popolo variopinto, vi sono i padri a fianco dei figli, vi sono gli insegnanti a fianco degli studenti, e così via.
Tutti sono accomunati dall’amore ricevuto, trasmesso da questo sacerdote brianzolo nei suoi lunghi anni di vita. Lo abbiamo detto; dovendo descrivere Don Giussani si potrebbe definirlo un educatore. Parole semplici oppure banali? Forse, ma quello che è certo, è che Don Gius – a distanza di due anni dalla sua morte – è capace di parlare ancora a tanti cuori; l’importante – ed era una sua regola – è volersi realmente mettere in gioco.

Edoardo Caprino

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