martedì 13 febbraio 2007

RIVOLUZIONARIO SI AGGIRA IN QUESTA ITALIA BALZANA.

Qui sotto riporto un articolo comparso su avvenire.

(La grande tentazione nel leggerlo potrebbe essere quella di pensare:"sono io"
L'articolo credo che ci dovrebbe far riflettere farci fermare un attimo.
In un momento cosi' confuso credo che nessuno possa sentirsi al posto.
Crediamo, apparteniamo alla chiesa ,ma tutto questo non e' garanzia di qualita'
Come tutti siamo immersi in questa realta' e siamo bombardati da mille ragioni che ci allontanano dal nostro bene.Siamo uomini pieni di limite e peccato.
Qual'e' la nostra fortuna?
Qualcuno ci ha detto "vieni e seguimi"
Nella nebbia fitta che avvolge la nostra giornata,a fatica e a tentoni cerchiamo di vedere e intravedere la strada.
Cerchiamo di rimanere fedeli,tentiamo.
Abbracciare un Altro abbracciare un progetto diverso dal nostro,dire "sia fatta la tua volonta' quant'e' difficile!!!
E' un si che a volte richiede davvero uno sforzo eroico.
E' questo si che ogni giorno va rinnovato che ogni giorno va domandato ,mendicato,supplicato che rende eroica la giornata.
E' questo stare aggrappati con mani e unghie (spesso occorre anche sopportare il dolore delle ferite che sanguinano e che non aiutano a tenerci saldi)che puo' rendere eroica la nostra giornata.
Nulla e' scontato per nessuno.
Nemmeno i dodici che gli erano accanto sono stati sempre fedeli!
Leggiamolo come richiamo per la nostra giornata.
Aiutiamoci a ricordarci di pregare di rimanere fedeli alla domanda costante di cambiamento.
Non alziamo troppo il capo perche' la nebbia non ci permetterebbe di vedere piu' la strada e quando si cammina occorre rimanere sulla via.
Alziamolo quando dobbiamo ricordarci il motivo del nostro cammino .
Alziamolo quando siamo confusi e ci domandiamo il perche' del nostro affanno.
Alziamolo quando dobbiamo pregare domandare mendicare il Suo aiuto.)

L'articolo :
Non ha strategie di conquista, ma occasioni di testimonianza
Davide Rondoni
AVVENIRE 12 FEBBRAIO 2007
Guardatelo, il rivoluzionario vero della nostra epoca. Quello che ha veramente coraggio. Che non molla. E non si piega. Che non è un eroe. Ma non cede. Nemmeno se i potenti decidono e impongono cose contrarie alla sua coscienza. Neanche se i grandi media lo censurano o lo deridono. O ne parlano trattandolo con supponenza. Come folclore. Come se fosse un po' retrogrado, uno che la modernità, ah lui no... Come se fosse uno che, forse, che ha dei problemi o delle fisse... Provate a guardarlo, quando lo incontrate. Vi avviso: non lo troverete quasi mai su barricate per strada o nelle piazze. E nemmeno erette nelle piazze virtuali della tv e dei giornali. Non gira con bombe molotov e non imbratta i muri. Non urla da megafoni. O lo fa raramente, solo quando è necessario. Non si dà arie di portatore di paradisi in terra. E il potere dominante non sa come fare. Lo deride, lo fa prendere in giro dai maggiori opinionisti, dalle grandi firme. O dai film, dalla tv. Ogni volta che apre il giornale o spesso quando apre un libro, trova qualcuno col ditino alzato o con la maschera di una tetra comicità che sputa addosso a ciò che lui o lei crede, a ciò che ama. Ma non sa come fare, il potere attuale, a debellare la sua presenza. La sua strana guerriglia. Che chiamo così per dire. Perché non fa parte di un esercito, ma di un popolo, che è cosa ben diversa. E non ha strategie di conquista, ma occasioni di testimonianza. Dice quel che pensa di fronte al mondo, al mondo che inizia dal collega della scrivania accanto, e che inizia ancor prima nei problemi della sua vita e della sua coscienza. Dà le ragioni di quel che pensa, e prova a vivere così. Ragioni che accettano la discussione in campo aperto, cioè laico. E che ha imparato a sostenere grazie all'incontro con il cristianesimo come vita, come vita di popolo, cioè di Chiesa. Il cristianesimo non come buona filosofia a cui "ispirarsi", e nemmeno come bel rito, ma come vita. Perché ha scoperto che il Vangelo di Cristo è a favore dell a vita dell'uomo. Ne illumina il significato, la bellezza, e i drammi. La sua rivoluzione è quella di Cristo, che ha rovesciato gli idoli dello Stato e della Razza, del Successo e del Potere. Che ha trattato i più deboli e indifesi come dei Re, senza aver scandalo del male. E che alla morte non ha opposto il cinismo ma il fatto della Resurrezione. Il rivoluzionario vero non fa omelie, non è uno che fa catenaccio per difendere una sua vecchia idea o i bei tempi andati. È uno a favore della vita umana, e sa che un'azione vale più di mille discorsi. La sua azione però è strana, si chiama testimonianza. Che non è quella cosa che ormai si usa anche nelle convention aziendali, quando uno racconta i casi di lavoro ecc. O meglio è anche il racconto, ma la testimonianza è la vita. Quella normale, fatta di lavorare, far famiglia, i soldi, i debiti, le malattie, le gioie... È il "come" si vive tutto questo. Non sto parlando di eroi, né di santi. Il rivoluzionario vero ha i tratti del ragazzo, o di una ragazza che non si accontenta di quanto viene offerto nel mercatino delle libertà e delle vanità. O della madre di famiglia, giovane o anziana che sia. O del padre che fa mille errori, ma non va via, e si dà da fare non solo per far soldi o carriera ma anche per la speranza dei suoi figli e di chiunque. Parlo di quei cristiani senza aggettivi, che son cristiani prima di essere di destra o di sinistra, e che danno testimonianza di quel che credono e della Chiesa. Non sono nemmeno una minoranza protetta, su di loro chiunque può dire quel che vuole. Anzi, oggi è politically correct dirne ogni bischerata possibile. Però se li incontri, chissà perché, questi strani rivoluzionari non hanno la faccia arrabbiata. E pur tra i segni del tempo e delle preoccupazioni hanno un sorridere lieto che rilancia la vita più di ogni idea (o di ogni legge) pensata senza o contro di loro.


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