giovedì 22 febbraio 2007

TASSANO ANCHE I BAMBINI

Libero 20 FEBBRAIO 2007
Vittorio Feltri

La presa in giro è completa. Il centrosinistra spesso accusa il Papa
e i suoi preti di ingerenza negli affari di Stato italiani. Alcuni
commentatori, per esempio l'autorevole fondatore de "la Repubblica",
Eugenio Scalfari, tirano la tonaca a Ratzinger ricordandogli il
dovere di rispettare il Concordato. E chi non ne conosce i contenuti
è portato a pensare che il clero commetta un abuso al giorno, perché
una volta parla di embrioni e preme affinché siano considerati sacri;
un'altra parla di aborto e lo condanna; un'altra ancora interviene
nel dibattito su Welby ed esprime la sua.

Il coro progressista è unanime: finiamola con questi prevostoni che
ficcano il becco dappertutto. Per non saper né leggere né scrivere
sono andato a rivedermi le modifiche del 1984 (governo Craxi) in
materia di corretti rapporti fra il nostro Paese e il Vaticano.
Scopro che i laicisti sono dei somarelli. Pretendono di esternare
qualsiasi sciocchezza e di impedire ai preti di aprire bocca. Ciò è
legale o no? Brevemente. Non desidero scocciarvi con troppe
citazioni. Ne basta una per rispondere.

Riporto integralmente l'articolo 4 in quanto non dà adito a
interpretazioni di comodo. "È garantita ai cattolici e alle loro
associazioni la piena libertà di riunione e di manifestazione del
pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione".
Dato che il Pontefice e il suo esercito di prelati, più o meno
simpatici, sono cattolici - o ci sono dubbi? - mi sembra evidente:
hanno piena facoltà di dibattere pubblicamente finché hanno fiato.
Diritto, ripeto, sancito dal Concordato oltre che dalla Costituzione.
Va da sé. Nessuno è obbligato a dar retta al Santo Padre né lui
impone di farlo. Il Papa, quando fa un discorso, si rivolge a tutti,
anche ai non credenti, ma, è ovvio, non mobilita le guardie svizzere
per inculcare nella testa degli atei o di chi è insofferente alle
gerarchie ecclesiastiche i principi della Chiesa romana. Ciascuno si
comporta secondo coscienza ed è padrone di infischiarsene di omelie e
bolle.

Quindi non c'è problema. Non esiste motivo d'attrito fra laici e
vescovi e cardinali se non nel cervello di anticlericali poco
aggiornati in campo concordatario. Fatta questa precisazione, veniamo
alI' incontro svoltosi ieri in Vaticano fra Prodi, i suoi due vice,
D'Alema e Rutelli, e rappresentanti della Santa Sede. Il premier ha
commentato così: è andata bene, è davvero andata bene; ho confermato
l'impegno del governo a sostenere la famiglia. Incredibile. Una
dichiarazione del genere richiede una faccia di carbonio. Sostenere
la famiglia? Ma quando mai... Da notare la scelta sbagliata della
data per l'appuntamento in Vaticano. Proprio ieri, infatti, mentre il
presidente del Consiglio se ne usciva con la boutade sfottitoria, "il
Sole 24 Ore", quotidiano economico difficile da annoverare tra i
fogli più aggressivi della destra, divulga i risultati di una
documentata inchiesta sulle buste paga dei povericristi con reddito
sotto i 40 mila euro l'anno.

E che risultati. Da strapparsi i capelli. Fra addizionali e tributi
vari, chi ha tre figli - bell'incentivo a concepire - incassa meno,
al netto, rispetto a chi ne ha due, per non dire a chi ne ha uno solo
o nessuno.Qualcuno, al solito, mi rimprovererà per i toni forti del
mio scritto; in realtà sono troppo gentili nei confronti di chi,
facendosi scudo di una carica istituzionale, non si limita a
raccontare balle in Italia, ma ne racconta anche in Vaticano. Ci
rendiamo conto. Prodi aveva già colpito col fisco ogni categoria.
Rimanevano esenti giusto i bambini. Ora sono tassati anche questi,
come beni di lusso. Ma va all'inferno.


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