venerdì 18 aprile 2008

IL PAPA NEGLI USA INCONTRA LE VITTIME DEGLI ABUSI

sessuali da parte di preti pedofili e prega con loro

WASHINGTON (17 aprile) - Papa Ratzinger ha incontrato oggi pomeriggio nella Nunziatura di Washington un gruppo di vittime di abusi sessuali da parte di preti pedofili. A renderlo noto è il
portavoce vaticano, padre Federico Lombardi. Si tratta di cinque persone, uomini e donne, dell'area di Boston accompagnate dal cardinale di Boston, Sean ÒMalley, che ha portato al Papa un libretto con tutti i nomi - oltre mille - delle vittime nell'arcidiocesi di Boston. Alcune delle persone erano in lacrime. Insieme al Pontefice hanno pregato e hanno raccontato le loro storie. «Il Papa - spiega una nota del Vaticano - li ha assicurati della sua preghiera per le loro intenzioni, per le loro famiglie e per tutte le vittime di abuso sessuale».
Secondo il quotidiano Boston Globe, l'incontro, che è durato 25 minuti, era stato preparato in segreto per settimane. Due delle vittime che hanno incontrato Benedetto XVI, Bernie McDaid e Olan Horne, prima di recarsi dal Papa avevano rilasciato un'intervista alla National Public Radio. «Non gli bacerò l'anello - aveva detto Horne - e se andremò là e ci verrà servito un bel piatto di belle parole, posso garantire che sarò la prima persona a dire che quest'uomo manca dell'autorità morale per gestire la Chiesa cattolica. Mi aspetto qualcosa più delle scuse quando lascio la stanza».



Critiche da parte dell'associazione dei sopravvissuti alle vittime dei preti pedofili Snap (Survivors Network of those Abused by Priest) che ha detto di essere «grata» ai cinque uomini e donne di Boston che hanno incontrato il pontefice, ma ritiene che lo storico primo faccia a faccia con il Pontefice «non avrà impatto concreto» perché «sono solo parole, mentre per proteggere i nostri figli servono azioni, fatti».

Durante la giornata il Pontefice aveva parlato diffusamente degli abusi sui minori esprimendo il suo «dolore» e «vergogna».

Al Santuario dell'Immacolata il Papa ha denunciato la silenziosa «apostasia» di molti cattolici statunitensi che, pur andando a messa la domenica, si comportano durante la settimana in modo contrario alla morale cristiana.

No ai cattolici abortisti. Benedetto XVI ha pronunciato una lunga requisitoria contro il cattolicesimo nord-americano, in preda a tentazioni secolariste, relativiste, persino abortiste. Ha parlato di una «pessima gestione» della vicenda dei preti pedofili, ed ha usato parole di fuoco contro una fede cattolica spesso vissuta in maniera individualistica: «I cristiani - ha ammonito - sono facilmente tentati di conformarsi allo spirito del secolo. Lo abbiamo constatato in maniera acuta nello scandalo dato da cattolici che promuovono un presunto diritto all'aborto». Un riferimento, neppure troppo implicito, a certi passati candidati cattolici alla presidenza degli Stati Uniti.

Il Papa ha poi affrontato lo scandalo della pedofilia che è causa di «profonda vergogna». «Molti di voi - ha spiegato - mi hanno parlato dell'enorme dolore che le vostre comunità hanno sofferto quando uomini di chiesa hanno tradito i loro obblighi e compiti sacerdotali con un simile comportamento gravemente immorale». La risposta a tale situazione - ha constatato il Papa - non è stata facile ed è stata talvolta gestita «in pessimo modo», ha osservato.

Dolore per gli abusi sui minori. Oltre 45mila persone hanno assistito alla messa del pontefice nel Nationals Stadium di Washington durante la quale il Papa ha di nuovo espresso dolore e vergogna per lo scandalo dei preti pedofili che investe la Chiesa statunitense. «Riconosco il dolore - ha detto - che ha vissuto la chiesa in America in conseguenza degli abusi sessuali sui minori». «Nessuna mia parola può descrivere il dolore e la pena provocata da questi abusi - ha continuato il Pontefice - oggi esorto ognuno di voi a fare tutto quello che potete per far rimarginare le ferite ed aiutare la riconciliazione, assistendo quelli che sono stati colpiti». Ratzinger ha denunciato inoltre un «crollo preoccupante» dei valori nei fondamenti della società Usa, che non risparmia la stessa comunità ecclesiale.

Indiani e schiavi. Il Papa ha poi esortato a non dimenticare le «ingiustizie» compiute dai colonizzatori nei confronti dei nativi del continente (gli indiani) e poi nel commercio degli schiavi dall'Africa, parlando delle «ingiustizie sofferte dalle native popolazioni americane e da quanti dall'Africa furono portati qui forzatamente come schiavi».

Libertà di fede difesa ovunque. Nell'incontro al Centro culturale Giovanni Paolo II con i leader delle comunità islamica, ebraica, buddista, induista e giainista nordamericane il pontefice ha detto che le diverse fedi si devono impegnare a difendere la libertà religiosa in tutto il mondo prendendo come esempio proprio la convivenza esistente negli Stati Uniti. La diversità «dà luogo a nuove sfide che suscitano una più profonda riflessione sui principi fondamentali di una società democratica» ha detto il Papa.

Gli impegni della terza giornata. Densa di impegni la terza giornata di Benedetto XVI a Washington: dopo il pranzo in Nunziatura, papa Ratzinger si è trasferito alla Catholic University of America, per parlare al mondo universitario cattolico degli Stati Uniti. Subito dopo si è fermato privatamente con i rappresentanti ebraici ha consegnato loro un messaggio di auguri per la Pasqua ebraica che comincia il 19 aprile. Ratzinger ha consegnato loro un messaggio rivolto a tutto l'ebraismo mondiale, un segno di distensione dopo le polemiche provocate dalla reintroduzione del messale pre-conciliare con la preghiera del venerdì santo in cui si invoca la conversione degli eberi.

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