L'articolo di Rise' mette bene in evidenza la poverta' culturale di cui siamo circondati.
E' facile prendersela con i deboli con chi si sa non avrà reazioni violenti.
Questi poveri genitori,ignari di quanto accaduto ,si vedono portar via i figli ,si sentono sotto accusa.Certamente le strutture devono dimostrare che lavorano,che ci sono quindi a loro conviene agire sui piu' deboli.
In Italia ci sono situazioni assurde,in molti appartamenti,dati in dotazione a famiglie di extracomunitari tutti sanno che circolano e pernottano persone senza soggiorno.
Tutti sanno che i ragazzini di queste famiglie sono spesso usati per abusi o trastulli ma tacciono perche' temono.
Non c'e' nessuna assistente sociale che si muoverebbe a denunciare ,nessuno sarebbe disposto anche se ci fosse un premio di 100000 euro .
Ma i genitori dei fratellini sono persone umili,lavorano,mandano in modo decoroso i loro figli a scuola,sono pero'dei diversi ormai in Italia.
E' gente che ancora crede nella giustizia,e' gente che certamente si lascia maltrattare senza reagire e' gente di altri tempi.
Gente perbene in un'Italia allo sfacelo.Questa notizia e' passata quasi in punta di piedi.
Vi ricordate di quel padre accusato di violenze nei confronti della sua piccola.
Era un insegnante una persona per bene.
Nessuno lo ha ascoltato,l'hanno allontanato ,l'hanno calunniato gli hanno rovinato la vita .
La sua bimba aveva un tumore .
Il male si era insediato nella sede sbagliata per i medici e le assistenti.
La grande leggerezza ha lasciato il padre lontano dai suoi cari .La giustizia e'frettolosa quando si tratta di allontanare e' lentissima poi a riconoscere i suoi errori.
Questo povero padre ,non ha avuto nemmeno la possibilita' di essere accanto alla moglie quando hanno diagnosticato il male della piccola.
La bimba e' morta ,tutti si sono dimenticati ma quel padre come stara' vivendo ancor oggi?
Che strana la vita...ormai siamo in un'Italia che premia i malfattori,che aiuta i prepotenti,e alzando la bandiera del buonismo permette la delinquenza ,la vera delinquenza e se la prende con i deboli con gli indifesi.
La famiglia ,(quella che un tempo era ritenuta normale)sta scomparendo,al suo posto ci sono situazioni che rasentano l'assurdo.
Abbiamo una societa' allo sfascio tutti pretendono nessuno vuole dare.
Chi con fatica cerca di vivere seguendo tradizioni che stanno scomparendo viene messo alla gogna.Claudio Rise' spera in un possibile cambiamento.Certamente e' bene sperare che il nuovo governo possa arginare anche se ,lavorare in un'Italia senza identita' senza valori,con politici che appartengono allo stesso impasto ritengo che sia un lavoro arduo.
Famiglia - mar 29 apr
di Claudio Risé
Tratto da Il Mattino di Napoli del 28 aprile 2008
Tramite il blog di Claudio Risé
Siamo sicuri che l’Italia pensi che la famiglia sia utile? Le dichiarazioni ufficiali non si stancano di ripeterlo, ma i comportamenti fanno pensare a modelli diversi, tipo Unione Sovietica, dove la famiglia venne quasi totalmente sostituita dai servizi sociali.
L’ultimo caso noto è quello dei due fratellini di Basiglio, sobborgo di Milano, tolti alla famiglia e affidati ai servizi per un disegno erotico fatto, sembra, da altri, e infilato sotto il banco della bambina, di nove anni. Nel disegno una bimba è sopra un ragazzino. Sotto una scritta: «Giorgia le domeniche fa sesso con suo fratello per dieci euro». La scrittura non è della bimba, che ha detto: «L’ha fatto la mia compagna per farmi dispetto, perché ho i dentoni, e sono povera».
In effetti la famiglia, di onesti lavoratori, è povera in confronto ai residenti nelle ville unifamiliari di questa privilegiata e verde periferia. Basiglio, infatti, modesto paese dell’hinterland milanese, è diventato il comune più ricco d’Italia per via delle nuove residenze extra lusso. I due fratellini, in ordine, ma non all’ultima moda, vengono derisi dai compagni, con botte e scherzi pesanti. Come, forse, questo.
In ogni caso, anche se la grafia non è quella della bambina; anche se di solito i bambini con comportamenti devianti non si autoaccusano di fronte alla classe; anche se il giudice ha «dubbi consistenti» sul fatto che sia davvero la bambina ad aver fatto i disegni, non escludendo «addirittura che non ne abbia fatti», e ammette che «il maschio non ha mai dato problemi», dopo qualche giorno in casa dei fratellini arrivano un vigile e due assistenti sociali, intimando alla madre: «Tranquilla e non faccia scene, prepari le cose dei suoi bambini e ce li consegni».
Come in altre vicende, simili, non è facile capire il comportamento delle strutture pubbliche. Per esempio: prima di comparire per portare via i bimbi, i servizi sociali non si erano mai occupati di questa famiglia. «Gente perbene», dice chi li conosce. Il giudice, pur riconoscendo che il ragazzino (tredici anni compiuti proprio il giorno in cui è stato prelevato da casa) non ha mai fatto nulla di male, ne lamenta le «importanti carenze in ambito scolastico, a conferma di una scarsa capacità dei genitori di seguirlo». Da qui l’allontanamento, l’affidamento alle strutture, la nomina degli «esperti»: la grafologa, la psicologa e gli altri a seguire.
Ma siamo sicuri che la macchina psico-giudiziaria sia meglio della famiglia in cui sei nato? Salvo il caso di gravi maltrattamenti e abusi, di solito non è così. I costi di queste separazioni traumatiche sono elevatissimi sul piano affettivo e psicologico, e non sempre rimediabili. I costi pubblici dell’improbabile apparato assistenziale chiamato a sostituirsi alla famiglia poi, sono proibitivi, e spesso le strutture di affidamento danno garanzie infinitamente minori di quelle delle famiglie di origine. Colpevoli, spesso, solo di essere «diverse». Come la famiglia dei due fratellini di Basiglio: lavoratori meridionali nel «sobborgo d’oro» di Milano.
Il senso di accerchiamento vissuto dalle famiglie è tale che, per difendersi da queste violenze, oltre che dalla gestione giudiziaria delle separazioni, sono nate associazioni e centri come «Genitori separati dai figli» (www.gesef.it), o «Ancora genitori» (www.centrostudi-ancoragenitori.it), coraggiosi tentativi di autodifesa familiare e genitoriale.
Lo Stato, però, è a fianco della famiglia, o contro di essa? Proprio in questi giorni si sta per formare un nuovo governo: è un’ottima occasione. Se davvero crede nella famiglia, lo dimostri.
Nessun commento:
Posta un commento